Intervistiamo

Presidenza del Consiglio Comunale: Costanzo apre all’opposizione e vuole Merante assessore

Scritto da Redazione
Da parte mia tutta la disponibilità al dialogo con tutte le forze sane e costruttive della politica catanzarese, spero che altri non facciano orecchie da mercanti.

E’ bene chiarire da dove nasce l’indicazione, da parte mia, dell’attuale assessore provinciale Giovanni Merante (nella foto) come possibile delegato della giunta Abramo. Non c’è nessun gioco delle tre carte dietro a tutto ciò né tanto meno una contrapposizione con chi, come il sottoscritto, si è impegnato in una campagna elettorale che certamente è stata più difficile delle altre,  ma semplicemente un ragionamento politico  che va verso l’unità di un partito che ancora non ha basi così solide, dal punto di vista strutturale, e la cui crescita non può essere compromessa da piccole beghe personalistiche. Come è sempre accaduto, gli eletti esprimono i loro desideri e le loro preferenze all’eletto sindaco, in ordine alle preferenze che hanno ottenuto. Se questo principio oggi fosse negato, per cui se non passasse la linea Merante, magari per ragioni diverse da quelle che possono essere le legittime priorità che il sindaco indica nel suo programma di governo, allora avrebbe fallito la democrazia prima di tutto ed in secondo luogo un intero partito con tutta la sua classe dirigente. Il nostro scopo non è solo quello di governare bene, fronteggiando una crisi che sta uccidendo le amministrazioni pubbliche, ma dobbiamo provare anche a riportare la politica nel suo punto più alto, perché per combattere questo senso di antipolitica che serpeggia nella società c’è un solo metodo, fare politica e farla seriamente. E’ il momento in cui il centrodestra tutto e il Pdl in particolare, devono fare un salto di qualità. Ed è per questo che aggiungo a ciò un altro spunto di riflessione. La presidenza del consiglio comunale è la più alta espressione di democrazia. Ecco perché mi piacerebbe che democraticamente fosse assegnata a un giovane che, coerentemente, senza rinnegare la sua provenienza e senza padri né padrini, ha fatto la sua battaglia elettorale, migliorando addirittura la performance dello scorso anno, anche se oggettivamente la sua posizione era più difficile. Designarlo alla presidenza del consiglio sarebbe tradurre in fatti  le parole che fin ora ognuno di noi ha pronunciato e cioè che c’è bisogno di una pacificazione degli animi affinchè maggioranza e opposizione possano collaborare per il bene della città che dovrà affrontare periodi bui e difficili ma che ha tutte le potenzialità, anche politiche, per uscire dalla crisi. Da parte mia tutta la disponibilità al dialogo con tutte le forze sane e costruttive della politica catanzarese, spero che altri non facciano orecchie da mercanti.

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