Intervistiamo

Quando la storia del cinema ti cammina di fianco non puoi girarti dall’altra par

Scritto da Tony Marchese

di Raffaella Cosentino (*)

Raffaella mesce dell'ottimo vinoÈ stato il paparazzo ufficiale del più grande regista vivente. “È uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo”, bofonchiava a denti stretti macinando una sigaretta dopo l’altra, insieme a centinaia di chilometri. Badolato borgo, Badolato marina e ritorno, Scilla, Riace. Ovunque ci fosse un set da paparazzare lui c’era. “Ma l’ho fatto solo per Wim”, raccontava in giro. O per “Uin Uen”, come lo ha chiamato per dieci giorni.
     Se c’è un mostro sacro del cinema mondiale a Badolato e nemmeno una televisione nazionale o internazionale, né un’invasione di binocoli, teleobiettivi, guardie del corpo, Gilbotulino deve assolutamente impedire che la cosa passi sotto silenzio. Dovere di un difensore civico. Ma anche sostenitore morale dell’autostima del regista. E Wim ringraziava, facendosi fotografare in privato solo dalla macchina di Gil.     
     Così  alla comunità rimane un patrimonio di scatti preziosissimi: Wim che gioca a calcio in piazza castello, Wim seduto sotto il pergolato del bar degli artisti, Wim sui tetti, sul campanile a scrutare ‘Il cielo sopra Badolato’. E quando il maltempo funestava la troupe, da paparazzo professionista, teneva anche il termometro dell’umore di Wenders. “Diciacà oja esta nervosu, diciacà mò è chi mangia e non bola ripijjatu…” Con queste dritte, avvicinava ogni giorno al mito vivente giornalisti, scrittori, antropologi, che, grazie a Pasquale hanno vinto la ritrosia, colto l’attimo giusto e fatto interviste in tedesco, consegnato nelle mani del regista volumi di circa 600 pagine e perfino un ‘mastazzolo’.
Wim Wenders con Turi Caminiti     Purtroppo la devozione al lavoro lo ha spinto fin dentro un catoju per documentare ‘la fenomenologia del catojo’. Doveva varcare quella soglia per  fare fotografie  indispensabili per il prossimo libro antropo-sociologico che spiega come nel catoju entri sano ed esci ‘mellifluo’.
     Non tutti sono come Pasquale, notoriamente insensibile al “Ben di Dio enoalimentare”.  Così ha dovuto vedere anche il suo idolo Wim soggiogato dal vino di Turi Caminiti, dal pecorino stagionato e  dal capocollo, accerchiato dai sindaci. Alla sua destra Mannello, alla sua sinistra Parretta, di fronte il sindaco ‘finzionale’, Ben Gazzara con la moglie Elke.
Wim Wenders tra l'ex sindaco Mannello ed il sindaco Parretta     Si è sfiorato l’incidente culturale (cultural crash) quando la signora Gazzara ha tirato fuori dalla borsa una bustina di origano fresco ‘smucinato’, ne ha preso una manciata abbondante e ci ha cosparso la pasta (del tipo “spiccioni lisci”) col sugo. Ma a distendere gli animi ci ha pensato Liberto, ancora in completo grigio perla scuro da attore-consigliere comunale, che ha detto ad alta voce: “aju u nciu dicu puru a mujjerama u mi menta nu cocciu d’ariganu supa a pasta domana”. Era già diventata una moda.
     Mentre tutti erano avvinti da soppressate e brindisi, Pasquale integerrimo compiva il suo lavoro quasi con un rigore maniacale, quasi alla Wenders. A Gil poco importa di vino e sottaceti, il suo unico vizio è il tabacco.
     Intanto, col passare dei minuti, si moltiplicavano ancora i sindaci, con l’arrivo di Ninuzzo U baruni (che rimane il mio preferito per simpatia, così come preferivo il camping Bocche di Gallipari, dove ho passato l’infanzia, oggi distrutto dall’ignobile porto aspira-sabbie).
Domingo suona e incanta     Tutto è stato documentato. Foto su Foto. Nulla è sfuggito al ‘professore’. E meno male che Wim ha concluso le riprese prima dell’avvio a pieno regime della scuola. Altrimenti ‘il volo’ avrebbe perso il suo ‘backstage’. Tra cui, momenti di dolce poesia. Domingo che strimpella la chitarra seduto al buio sui gradini di fronte alla chiesa. Wim che lo ascolta in piedi per 15 minuti in silenzio. Il produttore Gabriele che si tiene a qualche passo di distanza e osserva la scena senza fiatare. E Pasquale dietro a tutti a fotografare. Diciacà Wim a un certo punto se ne stava andando e allora Domingo avrebbe detto ‘se vuole può restare’. Il produttore ha tradotto in inglese per Wim le parole di Domingo. E Wim è ritornato sui suoi passi ed è rimasto ancora ad ascoltare. “Per davvero se n’era andato per non disturbare”, dice Pasquale che ormai, attraverso il suo obiettivo fotografico ha imparato a decifrare ogni espressione di Wenders. Una sensibilità grande almeno quanto il suo cinema. È la lezione di Wim.
     Gil ha documentato tutto. E per forza, è lui “the german observer”. Era il più indicato. Ma io mai avrei creduto in vita mia di scrivere di gossip. Colpita anche io dalla ‘fenomenologia del catojo’? Quando la storia del cinema ti cammina di fianco non puoi girarti dall’altra parte.

(*) nota di Gil
Raffaella Maria Cosentino, ischitana, baby sitter, addetta
all’acqua e al vino, fornitrice ufficiale di dolcetti alle mandorle e
mastazzola per Wim, virtuosa di tarantella tamburello e daimoku, nel
tempo libero fa la giornalista.


NDR: Per altre notizie e foto su Wim Wenders, GilBoltulino, “Il volo”, “Il cielo sopra…”, Raffaella Cosentino, il resto della troupe, ed i tanti  “ameni ” personaggi che animano Badolato vi  rimandiamo direttamente al blog di Gil: blog.gilbotulino.it

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Tony Marchese

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