SANITA’ – Lo Moro, Grandinetti, Spoliazioni e Campanilismi

La questione legata al paventato trasferimento di alcuni reparti universitari da Catanzaro a Lamezia sembra conclusa con il “ravvedimento” dell’assessore regionale alla Salute che, tornando sui suoi passi, ha ritenuto saggio mantenere gli stessi nella città capoluogo. Spinta dall’opportunità di una riflessione con il presidente della Regione Agazio Loiero e incoraggiata in parte dalle nostre considerazioni sulla vicenda, Doris Lo Moro ha mostrato una qualità davvero apprezzabile: quella di saper ascoltare le istanze e le motivazioni della gente, delle associazioni, della società civile; una qualità raramente riscontrabile nella classe politica. Per questa ragione siamo sinceramente compiaciuti con lei, e il nostro plauso è autenticamente sentito se non altro perché solo le persone migliori – specialmente quando rivestono un ruolo pubblico – sono in grado di compiere atti di umiltà. Comprendiamo quanto sia non facile cambiare idea, ma quando ciò accade sotto la guida dell’equilibrio e del buonsenso, è segno di intelligenza. Ed in questo episodio la signora Lo Moro ha mostrato intelligenza politica.
Per non apparire però troppo leziosi nei confronti dell’assessore, noi non dimentichiamo comunque che la vicenda del paventato trasloco dei reparti materno-infantili universitari dal Pugliese al Ferrantazzo ha palesato una situazione poco chiara su cui non intendiamo né tacere nè soprassedere. La questione non può finire quà così banalmente.
Vogliamo indagare sul silenzio di Salvatore Venuta, Rettore dell’Università, e di Antonio Palumbo, manager dell’Ospedale Pugliese-Ciaccio. Vogliamo capire se vi sia davvero stato anche il loro placet all’eventuale trasferimento: se così fosse sarebbero davvero tanti gli interrogativi che ne deriverebbero. Uno fra tutti: perché “accordarsi” sul trasloco da Catanzaro a Lamezia mascherandolo come una necessità dovuta alla ristrutturazione del nosocomio catanzarese, quando tutti sanno che in città c’è più d’una possibilità di trasferire temporaneamente i reparti di che trattasi? E’ legittimo chiedersi cosa ci sia dietro e cosa abbia spinto per un tale “accordo”, fortunatamente poi riveduto e corretto?
Su questo attendiamo ancora un riscontro sia da parte della Lo Moro, sia da parte di Venuta, sia da parte di Palumbo. Attendiamo soprattutto risposte circa i motivi per cui il Policlinico Universitario Catanzarese stenti ad attivarsi compiutamente. Su questo invitiamo l’assessore Lo Moro a lavorare efficacemente perché è questa un’opera strategica ed indispensabile che la Calabria intera attende da troppi anni e che non ammette più proroghe, beghe, conflitti, personalismi o interessi particolari.
Quanto all’eco suscitata dal nostro scoop, è curioso notare come l’ingegner Grandinetti (leader di Lameziaprovinciaenonsolo) sia incorso in un infortunio a causa dell’ansia con cui ha deciso di entrare nella discussione, andando completamente fuori tema. Egli è infatti intervenuto a difesa dell’assessore Lo Moro, più per patriottismo di cittadinanza e desiderio di strumentalizzare la questione, che non per ragioni logiche e razionali. Infatti Grandinetti, da bravo imprenditore, ha colto l’opportunità per creare ad arte un po’ di confusione tra il concetto di “spoliazione” e quello di “campanilismo”; afferma testualmente che “non si può considerare ogni cosa che si fà a Lamezia come una spoliazione di Catanzaro”. Francamente siamo ancora intenti ad interpretare tale affermazione visto che non troviamo un nesso logico che possa allacciarsi alla vicenda! Quale sarebbe la cosa fatta a Lamezia che noi abbiamo ritenuto una spoliazione per Catanzaro?
Quà i fatti stanno diversamente ed è inutile che Grandinetti cerchi di ribaltare la cosa a proprio tornaconto: alcuni reparti universitari di Catanzaro stavano arbitrariamente e silenziosamente per essere trasferiti a Lamezia, non viceversa! Dunque, se la Logica ci aiuta a distinguere un ragionamento corretto da quello scorretto, l’ingegnere è caduto in una scorrettezza filosofica, semantica e politica. E la cosa ci lascia perplessi perché a Grandinetti noi stessi pubblicamente abbiamo manifestato apprezzamento per le sue doti di moderazione nel condurre avanti la sua battaglia autonomista che, seppur da noi mai condivisa, per lo meno è portata avanti senza gli insulti e le bugie di altri secessionisti. Ma probabilmente ha deciso di cambiare strategia e seguire una metodologia basata sulle “spaccature”. Noi, al contrario, sebbene focalizzati sull’impegno per valorizzare Catanzaro, crediamo fermamente in valori di unità che creano forza e sviluppo; per Lamezia auspichiamo il meglio e siamo pronti a confrontarci su tanti temi. Vorremmo ad esempio che l’ospedale lametino fosse potenziato, migliorato, valorizzato. A differenza di movimenti o di taluni dirigenti politici che godono nel minare lo status della città capoluogo di regione, noi non godiamo delle difficoltà altrui; il nostro desiderio è avere un territorio ricco ed integrato dove possano crearsi le migliori condizioni di progresso, e per tale ragione auspichiamo che non solo per Catanzaro ma anche per il suo territorio si creino tali condizioni: non potremmo quindi gioire se Lamezia piange. La nostra visione è basata anche sulla lotta al campanilismo, che riteniamo un grosso guaio per la Calabria. Perciò, non faccia il furbo l’ingegner Grandinetti facendo passare le nostre giuste rimostranze per le tante (troppe) spoliazioni di Catanzaro come atteggiamenti campanilistici. E soprattutto non getti benzina sul fuoco acceso nella sua città da alcuni fanatici che fanno dell’essere “altro” da Catanzaro una ragione di vita.
E infine, vogliamo assicurare il nostro appoggio alla signora Lo Moro per l’impegno che l’attende nel rivalutare il sistema Sanità in Calabria. E’ un compito arduo ma necessario che deve essere compiuto senza campanilismi (come ella stessa ha tenuto a precisare), senza “accordi” silenziosi, senza spoliazioni. Può e deve essere compiuto con buonsenso ed equilibrio: due doti che alla Doris regionale non mancano.

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Redazione

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