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Sudtirol, la stagione della maturità con Bisoli

Scritto da Emanuele Mongiardo

È difficile descrivere il Sudtirol dopo questo inizio di stagione. Lo scorso anno avevamo imparato a conoscere la squadra di Bisoli come una schiera di truppe prussiane perfettamente ordinate, che non concedevano molto allo spettacolo ma che erano praticamente impossibili da penetrare. Le partite dei bolzanini non erano di certo le più divertenti della Serie B, ma la squadra era impeccabile dal punto di vista della fase difensiva e in questo modo riusciva a volgere gli incontri a proprio favore anche con occasioni sporadiche.

Negli ultimi due mesi, invece, le partite del Sudtirol si sono trasformate in una serie di thriller, capaci di tenere gli spettatori con il fiato sospeso fino agli ultimissimi secondi del match. La zona Cesarini, ormai, si sta trasformando in zona Sudtirol, nel bene e nel male. Ben oltre il novantesimo sono arrivate le reti del pareggio contro Spezia e Ternana. Ben oltre il 90’, d’altra parte, sono arrivati i gol subiti dal Cosenza, per il 2-2 finale del Marulla, e dal Palermo, un gol di Ceccaroni che ha decretato la vittoria dei rosanero. Insomma, al di là di ogni frase precotta di tecnici e giocatori ai microfoni, domani servirà davvero mantenere l’attenzione al massimo fino al fischio finale.

L’inizio di campionato un po’ pazzo ha fatto si che il Sudtirol avesse un rendimento diverso da quello dell’anno scorso, sia come produzione offensiva che come fase difensiva. Con dodici gol all’attivo, quello di Bisoli è inaspettatamente il terzo miglior attacco del campionato. Di contro, le nove reti subite sono davvero troppe per una squadra che ha fatto della solidità il suo punto di forza.

Il percorso del Sudtirol è stato una delle storie più sorprendenti di tutto il calcio italiano negli ultimi anni. In un territorio dove era sempre stato l’hockey a catturare l’attenzione del pubblico, questa piccola realtà ha saputo farsi strada fino a vincere il girone A di Serie C nel 2021/22. Alla guida della squadra, all’epoca, c’era Ivan Javorcic, fautore di un calcio spumeggiante in fase offensiva e aggressivo e coordinato in quella difensiva. Dominio del pallone e pressing alto sono state le armi con cui il Sudtirol ha saputo raggiungere la Serie B.

Poi, però, Javorcic è andato via. Avrebbe dovuto prendere il suo posto Lamberto Zauli, che non ha fatto nemmeno in tempo ad iniziare la stagione per via del cattivo rendimento tra Coppa Italia e amichevoli. La svolta per i bolzanini è arrivata alla quarta giornata dello scorso campionato, con l’ingaggio di Pierpaolo Bisoli. L’ex tecnico del Cosenza ha costretto la squadra a un’inversione a U. Dal calcio propositivo dell’anno prima si è passati ad un’organizzazione marziale della fase difensiva. Il Sudtirol è diventato la squadra più scomoda della Serie B, un monolite veramente difficile da scalfire. Bisoli ha guidato i suoi ai playoff, dove hanno superato la Reggina e sono stati battuti solo nei minuti conclusivi dal Bari in semifinale. Dopo una stagione così, nonostante la delusione, non si può non puntare a consolidarsi e crescere.

Va detto che rispetto allo scorso anno il Sudtirol ha perso un pilastro come Giovanni Zaro, uno dei difensori centrali migliori della Serie B, che in estate ha firmato per il Modena. In compenso, però, sono arrivati diversi nomi interessanti tra centrocampo e attacco. L’ex Palermo Broh è un incontrista perfetto per le richieste di Bisoli, mentre Ciervo sulla fascia e Merkaj in attacco hanno dato più imprevedibilità alla fase offensiva.

Come gioca il Sudtirol

Come lo scorso anno, Bisoli è partito da due linee compatte di quattro uomini. Il Sudtirol, a seconda della disposizione degli attaccanti, scende in campo con il 4-4-2 o 4-4-1-1. Come è facile immaginare visto il passato del loro allenatore, i bolzanini sono una squadra accorta, che rinuncia al pressing per fare densità in mezzo al campo. I giocatori scivolano da un lato all’altro per comprimere gli spazi e per gli avversari è davvero difficile far circolare la palla attraverso maglie tanto strette. In questo senso, spicca per intelligenza tattica il capitano, Fabian Tait, un polpo in mediana, capace di anticipare le intenzioni degli avversari, rubare il pallone, ripulirlo e far ripartire i suoi.

La difesa, poi, non si fa problemi a passare lunghe fasi della partita nei pressi della propria porta. Nonostante l’età, Andrea Masiello è ancora una certezza e accanto a lui, quest’anno, agisce l’ex Crotone Cuomo. Si tratta di una coppia molto abile a respingere i cross, un’arma che il Catanzaro dovrà cercare di usare il meno possibile contro una retroguardia così attenta. I traversoni spesso sono tentativi velleitari di attaccare il Sudtirol, occorrerà pazienza e magari creare spazi con dribbling e giocate individuali, forse non proprio il punto di forza del Catanzaro.

In attacco, invece, il piatto forte di Bisoli sono le ripartenze. Odogwu è il perno della fase offensiva, un attaccante corpulento in grado di proteggere palla e far salire i suoi in qualsiasi condizione: in proporzione, una sorte di Diego Costa della Serie B. Fino ad oggi, però, l’uomo più pericoloso del Sudtirol era stato Casiraghi, capocannoniere del campionato con sei gol, che salterà la partita col Catanzaro. Occhio quindi all’estro e alla velocità di Ciervo. Da segnalare, poi, come il Sudtirol sia specialista nell’attaccare i cross sul secondo palo, quindi i terzini di Vivarini dovranno stare particolarmente all’erta.

Esistono pochi avversari più difficili da affrontare del Sudtirol. Quella di domani, forse, sarà la prova di forza più importante per la fase offensiva del Catanzaro.

Autore

Emanuele Mongiardo

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