La Serie B resta uno degli ultimi baluardi del calcio “all’italiana”: 13 club su 20 sono ancora saldamente in mano a famiglie o imprenditori nostrani, dai De Laurentiis a Bari, ai Noto a Catanzaro, dai Corsi a Empoli, Sebastiani a Pescara fino ai Rivetti a Modena, mentre la Juve Stabia ha il 48% di proprietà italiana.
Ma lo scenario sta cambiando. In questo momento Spezia, Cesena, Venezia, Palermo e Padova sono controllati da gruppi stranieri — americani o emiratini — e da oggi anche il Monza finito in mano ad una proprietà USA, portando così a sei i club cadetti a “piena” guida estera.
Mentre in Serie A i presidenti italiani sono ormai minoranza, la B tenta di difendere le sue radici. Ma la globalizzazione del pallone avanza, e il rischio è di veder svanire presto anche quest’ultimo presidio della nostra tradizione calcistica.
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Redazione 24
Povero calcio,che pena questa perdita di senso territoriale,di patrimonio pubblico,di romanticismo..tutto ormai è asettico,freddo,distante dal campo e da quel pallone,ormai ridotto quasi a una comparsa.È la finanza dolcezza,e tu non ci puoi fare niente,niente..