Il Rompicalcio

Una giornata particolare

Scritto da Redazione
Il Catanzaro ad Ischia ha ritrovato la sua gente, pronta a rimettersi in cammino e a riprendersi la sua squadra
 
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Il Catanzaro ha ritrovato la sua gente. Proprio nella settimana più difficile, dopo la beffarda sconfitta col Monopoli. Proprio nella settimana in cui l’inferno dei Dilettanti sembrava così vicino, mentre a 60 chilometri di distanza si spalancava il paradiso della serie A.

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Il Catanzaro ha ritrovato la sua gente. O forse quella gente si è ripresa il Catanzaro, sempre più abbandonato negli ultimi tempi al suo proprietario lontano e annoiato, al suo stadio in rovina e semi-deserto, al suo ineluttabile destino di terza serie.

Sabato, invece, è stata una giornata particolare. Emozionante, sorprendente, a tratti esaltante. No, non c’entra il guizzo di Agodirin, né il risultato comunque fondamentale. Qui si parla di emozioni, di passione, di visceralità pallonara. Se il Catanzaro ce l’hai nel sangue, non ti sorprendi proprio. Se il Catanzaro non è la tua squadra, non puoi neanche tentare di capire il motivo.

Il Catanzaro è Cutro, Vibo Valentia, Pizzo, Polia, Amantea, Praia, Borgia, Petilia Policastro, Isola Capo Rizzuto, Locri, Francavilla Angitola, Filadelfia, Bovalino, Roccella, Lamezia, Cropani, Botricello, Davoli, Soverato, Sellia.

Dialetti diversi che si mescolano nella brezza del Golfo di Napoli, durante la cavalcata verso Ischia per la trasferta più lunga, costosa e soprattutto difficile della stagione. Dialetti diversi, ma una sola religione: il Catanzaro.

Senza se e senza ma. Senza polemiche, battibecchi, retroscena, sotterfugi. Solo calcio, passione pura per quella maglia giallorossa e un carico di speranze riposte in quegli undici ragazzotti che hanno tirato il freno troppo presto.

Il Catanzaro è di quelli che la trasferta l’hanno finanziata. Che hanno accettato l’idea un po’ folle di portare la gente a Ischia col morale sottoterra dopo il Monopoli e due stagioni da dimenticare in fretta.

Tifosi di Catanzaro e, soprattutto, tifosi della diaspora giallorossa in Italia e nel mondo. Pino, Antonio, Maurizio, Giuseppe, Angelo, Nicola, Emanuele, Michele, Vitaliano e tanti altri. Da Vibo, Pizzo, Roma, Milano, Trento, dalla Svizzera, dal Canada e da tanti altri posti che ovviamente dimentico.

Cifre consistenti in alcuni casi, ma anche donazioni da 5-10 euro, ancora più importanti perché simboliche di una feroce determinazione nel voler partecipare, nel voler contribuire a una giornata storica. 

Il Catanzaro è Generoso, di nome e di fatto, che parte all’alba da Siena per tornare al capezzale della sua squadra, a distanza di 10 anni dal fallimento e dalla morte dell’US. Che riprende il filo da dove lo aveva lasciato, che sta male durante la partita, ma decide di condividere pubblicamente il suo dolore per esserci, per stare vicino, per sostenere. 

ischia-cz04Il Catanzaro è degli Ultras, falcidiati da diffide folli, ma sempre presenti e trascinanti durante tutti i 90 minuti. I ragazzi della curva che a un certo punto prendono letteralmente per mano il resto del pubblico, dilaniato dalla tensione, e la stessa squadra scioccata, pressata, alle corde dopo l’espulsione di Patti.

Il Catanzaro è della famiglia Cosentino. Che oggi detiene la proprietà, ma troppo spesso se ne dimentica, in altri affari affaccendata. Quella proprietà che non parla alla sua gente da mesi, in un abbandono reciproco che non porta a niente. Che ripete puntualmente marchiani errori di gestione, anno dopo anno, fino a portare il Catanzaro sull’orlo del baratro e dell’indifferenza.

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Forse quella gente merita qualcosa in più per tutta la passione, i sacrifici e le frustrazioni che quotidianamente riversa sul Catanzaro, senza ritorno alcuno. Quella gente che si alza alle 4 del mattino da Milano per imbarcarsi in un viaggio lungo quanto quei 15 minuti finali di Ischia. Per vedere una partita di bassa classifica in Lega Pro, non la sfida decisiva per centrare la serie A.

Quella gente che piange senza pudore due minuti dopo il triplice fischio finale, quando la squadra esulta a centrocampo alla notizia del pareggio del Catania, correndo verso il settore ospiti in un abbraccio finalmente ritrovato.

Il Catanzaro, lasciatecelo dire, è anche della comunità di UsCatanzaro.net. Nonostante qualcuno cerchi di nasconderlo dietro a fantomatici imprenditori di fuori regione, la giornata di ieri è tutta degli utenti e dei tifosi che ogni giorno trovano spazio e amicizia sulle pagine del nostro portale.

Loro l’hanno ideata e voluta, loro l’hanno organizzata, loro l’hanno pagata, loro l’hanno colorata con la loro passione e la loro volontà, nonostante tutti i problemi logistici. 

Il Catanzaro è tutto qui. In quella saldatura tra le varie componenti, indispensabile per tentare di regalarsi un futuro. Un passo è stato fatto dai tifosi per uscire dal muro contro muro degli ultimi mesi. Un timido tentativo da parte della società sembra in arrivo per sabato prossimo, quando il Catanzaro avrà ancora bisogno della sua gente per aiutare Erra e i suoi ragazzi a portare la barca in porto. L’apertura dei cancelli del “Ceravolo” e un prezzo dei biglietti simbolico sarebbero finalmente un primo messaggio distensivo. Ne serviranno altri più avanti.

Ma adesso ci sono altri tre punti da conquistare senza paura e nonostante una squadra stanca, falcidiata dalle assenze e da un mercato di riparazione insensato. Si può fare, si deve fare. Per il Catanzaro e per la sua gente.

 

logotwitterIvan Pugliese

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