Why Not: chieste 14 condanne, anche politici nel mirino dei pg

Oltre due anni per Morrone, Morelli e Adamo, un anno e quattro mesi per Basile e Gallo. Non luogo a procedere causa prescrizione per la Merante

Si e’ conclusa con la richiesta di condanna di 14 imputati a pene variabili da uno a tre anni di reclusione, una di assoluzione e di non doversi procedere per altri 11 per intervenuta prescrizione, la requisitoria nel processo Why not con rito ordinario su presunti illeciti nella gestione dei fondi pubblici. In particolare, il processo riguarda l’affidamento da parte della Regione Calabria di alcuni servizi a societa’ private che impiegavano lavoratori interinali. I sostituti procuratori generali, dopo circa quattro ore di requisitoria, hanno chiesto la condanna per gli ex consiglieri alla Regione Calabria di centrodestra e centrosinistra Ennio Morrone (due anni e sei mesi), Dionisio Gallo (un anno e quattro mesi), Domenico Basile (un anno e quattro mesi), Franco Morelli (due anni e sei mesi), Nicola Adamo (due anni e due mesi). Per loro l’accusa ha anche chiesto l’interdizione dai pubblici uffici per la durata della pena. Le altre richieste di condanna riguardano l’imprenditore Antonino Gatto (due anni ed incapacita’ di contrattare con la pubblica amministrazione per la durata della pena), professionisti ed altri imprenditori. Tra le persone per le quali e’ stato chiesto il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione c’e’ anche Caterina Merante, principale teste d’accusa nel corso dell’inchiesta, che era imputata per una contravvenzione per una violazione della legge sul lavoro. Parlando dell’affidamento dei servizi alle societa’ Brutium e Why not, il pg Massimo Lia ha sostenuto che ”a nessuno interessava la proficua esecuzione dei servizi. L’unico obiettivo per la parte privata era acquisire commesse e per la parte politica consenso clientelare”. Secondo l’accusa, la scelta dei lavoratori da impiegare avveniva sulla base delle indicazioni di vari referenti, politici o amministrativi. ”La Brutium – ha continuato il pg Eugenio Facciolla – ha continuato a prestare servizi tra la tracotanza della classe politica collusa o per questioni elettoralistiche o per vile pecunia. Nessuno dei lavoratori sentiti in questo processo ha detto di avere svolto il lavoro di sorvegliante idraulico per il quale era stato assunto ma di avere lavorato in uffici della Regione o nelle segreterie dei politici”. Gia’ oggi hanno iniziato a parlare i difensori degli imputati. Prossima udienza il 26 giugno.

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Redazione

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