Bar Mangialavori

Il Catanzaro inizia con il piede giusto

Malgrado tutte le difficoltà e le “porte chiuse”, gli uomini di Provenza offrono una buona prestazione conquistando i tre punti.

Si spera che sia l’ultima umiliazione/figuraccia, ma di questi tempi, mai dire “mai”. Lo sapevano tutti, anche le pietre nelle vicinanze di Via Paglia che il Nicola Ceravolo per essere considerato “in regola” avrebbe avuto bisogno di essere messo a norma. Non un semplice lifting, ma neanche qualcosa d’impossibile. In un anno, al contrario, l’Amministrazione comunale è riuscita nel difficile intento di non farcela e Catanzaro che un tempo fu l’ombellico della Calabria, meta unica che calamitava tutti coloro i quali erano in cerca del calcio che conta, ora deve “chiudere le porte” (ora si dice così).

 

Le responsabilità, parola sconosciuta ai più, sono molteplici ed in tempi non sospetti o per meglio dire potenzialmente “sospetti”, il sottoscritto ha chiesto sia via telefonica che e-mail un’intervista all’assessore Gatto tramite l’Ufficio Stampa del Comune di Catanzaro. Dopo qualche assicurazione, richieste rimaste inevase e segreterie telefoniche automatiche… chi scrive si è arreso, ma è giusto e corretto che renda pubblico il silenzio offerto da chi avrebbe avuto la possibilità unitamente al diritto di utilizzare anche le nostre colonne per esternare la propria posizione. Le prove di quanto sopra esposto le conservo con cura in modo da poterle esibire allorquando qualcuno… dovesse asserire il contrario. Detto ciò, e restando sempre disponibile ad accogliere eventuali “risvegli” da parte dei destinatari dei vari input, passiamo alla gara che ha dato il via al campionato 2008/2009.

 

Conquistare i tre punti al primo appuntamento è sempre un buon segno, ancor più se la vittoria viene ottenuta attraverso il gioco e l’impegno di chi scende in campo. Se queste sono le premesse del lavoro di Provenza e dei suoi “ragazzi”, non si può che essere ottimisti per il futuro. A differenza della scorsa stagione che vedeva le strade del capoluogo di regione frequentate da “Ferrari” poi rivelatesi meno che cinquecento vecchio modello, il campionato 2008/2009 inizia quasi in sordina. Il buon Bove insieme a Soluri ed Improta non hanno avuto molti riflettori addosso e forse questo sarà un vantaggio non da poco per il team giallorosso. Anche dall’esterno si è notato l’ottimo lavoro del tecnico, che si è moto impegnato nel formare quello che si chiama “gruppo”. Un gruppo coeso e bene assortito anche da un punto di vista tecnico-comportamentale. Certo, tutto a questo mondo è perfettibile, ma ci piace partire in sordina con i favori dei pronostici dedicati a presunte corazzate, papabili “Ferrari” che avranno il dovere di vincere e convincere, superando le difficoltà ed i rigori di un campionato difficile come quello della seconda divisione della Lega Pro (la sostanza non cambia, è sempre il girone “C” della C2).

 

La gara è stata ben gestita dagli uomini di Provenza e già  dopo appena tredici minuti Corapi subisce un fallo. Calcia Armenise e Di Maio sorprende tutti insaccando di testa l’invitante suggerimento del compagno di squadra. Dopo quattordici minuti il bis. Dalla bandierina Corapi e Iannelli finalizza al meglio l’azione sempre di testa. Il Catanzaro a questo punto ha continuato a premere sull’acceleratore rimanendo padrone del campo. A questo proposito da sottolineare l’ottima personalità e autorevolezza dimostrate dai giallorossi. Peccato che ad inizio di ripresa Montella non sia riuscito a timbrare il cartellino. Legno di Caputo a fine gara. Il Catanzaro si aggiudica la prima vincendo per due a zero. Nessuno ha fatto meglio. Le uniche vittorie dei competitors del girone sono state ottenute di misura. Comunque, come sempre è bene fare, meglio volare basso e chi scrive è certo che questo sia il motto preferito da mister Provenza. Il saluto dei giallorossi a fine gara dedicato ad una curva M. Capraro tristemente vuota, è un gesto bellissimo. L’augurio è che lo stesso possa ripetersi al più presto, rivolto ai sostenitori presenti in carne ed ossa e che chi deve fare il proprio dovere, lo faccia ovviando al ridicolo rimbalzo delle responsabilità e all’esternazione delle varie scusanti. Meglio tacere e fare il proprio dovere, nel rispetto di un Popolo che chiede solo che quello che un giorno fu palcoscenico autorevole di spettacoli memorabili, riapra le proprie porte e soprattutto riapra i battenti di tutte quelle coscienze che da molto tempo sembrano essersi sopite.

 

Giuseppe Mangialavori

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Giuseppe Mangialavori

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