Intervistiamo

La classifica dei tribunali più efficienti, Calabria in coda

Scritto da Redazione
Negli ultimi venti posti della graduatoria che tiene conto del solo parametro della durata media dei procedimenti, ci sono ben cinque tribunali calabresi. Al 101esimo posto  Catanzaro che conta 16.510 cause. I tempi sono di 1.136 giorni e l’assenza di magistrati arriva al 15%.
 
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Occorrono quasi sei anni per definire una causa civile al Tribunale di Lamezia Terme. Poco meno di cinque a Vibo Valentia.  

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Il divario fra nord e sud si fa sempre più grande. E il passo rallenta soprattutto in Calabria. Basti pensare che, negli ultimi venti posti della graduatoria che tiene conto del solo parametro della durata media dei procedimenti, ci sono ben cinque tribunali calabresi: Lamezia Terme, Vibo Valentia, Paola, Castrovillari e Crotone.

Nella classifica generale, invece, una menzione speciale merita il Tribunale di Locri, primo fra i calabresi: nonostante abbia, in percentuale, la più ampia scopertura di giudici in tutta Italia (ci sono solo 13 magistrati effettivi su 29) ed a fronte di un’altissima litigiosità (vi sono oltre 9500 processi civili pendenti alla fine del 2016),

A scorrere, al 96esimo posto, vi è il Tribunale di Crotone con 7.599 cause, una durata media di 1.349 giorni ed una scopertura organica pari al 27%. Al 101esimo posto ecco Catanzaro che conta 16.510 cause. I tempi sono di 1.136 giorni e l’assenza di magistrati arriva al 15%.

Segue a ruota, Reggio Calabria, con oltre 14mila cause e una durata media che si attesta a 1.224 giorni, con scopertura pari al 20%. Al posto numero 107 spunta il Tribunale di Palmi; tre posizioni più in basso quello di Paola. Al 119esimo Cosenza. Ancora più giù – 125 e 126 – Castrovillari e Vibo Valentia. Chiude questo quadro desolante, il tribunale di Lamezia, 134esimo in graduatoria, su 140.

Si tratta di una valutazione che tiene conto di vari parametri, in particolare: l’anzianità dell’arretrato (quello ultratriennale fa scattare il diritto al risarcimento per irragionevole durata del processo, previsto dalla legge Pinto); i tempi medi delle cause; il clearance rate (cioè il rapporto tra tutte le cause definite e le cause in corso), che poi è il dato più importante giacché misura la capacità del singolo tribunale di smaltire l’arretrato; la copertura degli organici.

Un altro dei risultati che emerge da questo studio riguarda la non costante correlazione fra scoperture di organico e produttività.

Non tutti gli uffici giudiziari dove mancano magistrati e personale di cancelleria automaticamente figurano tra i posti più bassi della graduatoria, o viceversa. È il caso del tribunale di Bolzano, che si conferma tra i tribunali più virtuosi d’Italia, dove nonostante un 33% di scoperture tra i giudici (ne mancano ben 14 su 39) e addirittura un 53% fra i cancellieri, nel 2016 è riuscito ad aggredire l’arretrato in modo significativo e a ridurre i tempi dei processi, al punto da raggiungere il primo posto dell’attuale classifica.

L’anno scorso il gradino più alto era invece occupato dal tribunale di Aosta, che quest’anno scende al diciottesimo posto, nonostante tutti i posti dei magistrati siano occupati regolarmente.

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