ATALANTA-CATANZARO 3-1: LA CRONACA

I giallorossi pasano in vantaggio con un gran gol di Corona. Poi viene espulso Guerini e i bergamaschi trovano il pari con Marcolini. Di Rivalta e Ventola i gol che mettono in ginocchio le Aquile.

BERGAMO – Ci ha provato il Catanzaro ad uscire indenne dallo stadio “Atleti Azzurri d’Italia” nel “Monday-night” del 18° turno del campionato cadetto, ma alla fine non ha avuto scampo contro l’Atalanta, infallibile quest’anno tra le mura amiche (nove vittorie in altrettante partite). Eppure i giallorossi hanno accarezzato per lunghi tratti il sogno di compiere l’impresa della giornata, con la rete del rientrante Corona che ha gelato il pubblico bergamasco per parecchi minuti, fino al gol del pareggio, firmato da Marcolini. Poi il gol di Rivalta e un’occasione letteralmente divorata da Sussi: e lì è finita la partita delle Aquile. Peccato, peccato davvero perché il Catanzaro in alcuni frangenti ha dato la sensazione di poter portare a casa il pareggio (la vittoria sarebbe stata obiettivamente troppo), con un efficace pressing sui portatori di palla orobici che per lunghi tratti della partita hanno fatto fatica a servire in profondità gli avanti nerazzurri, in difficoltà anche loro a trovare spazi nella folta retroguardia giallorossa.
Senza dubbio ha influito sulla sconfitta in terra lombarda l’espulsione di Guerini, reo di aver detto qualche parola di troppo al signor Rocchi per un fallo di mani segnalato con qualche attimo di ritardo.

Il trainer bresciano opta per una formazione simile a quella che un paio di settimane fa è riuscita a fermare il Mantova sullo zero a zero. Ma attenzione simile, non uguale, e c’è una bella differenza. Infatti rispetto alla sfida contro gli uomini di Di Carlo, la squadra giallorossa è più propositiva in avanti e crea delle importanti palle gol. L’Atalanta sembra quasi sorpresa dell’atteggiamento degli ospiti e va in difficoltà perché il trio Miceli-Gissi-Russo pressa con decisione e non lascia ragionare la mente della squadra di casa, ovvero Bombardini.
Gli orobici così si affidano alle loro individualità e ai calci piazzati per sbloccare il risultato.
Al 16’ provvidenziale salvataggio sulla linea di Miceli su colpo di testa di Loria avvenuto sugli sviluppi di un corner. Non tarda ad arrivare la risposta dei calabresi, che un minuto dopo sfiorano il vantaggio con una bella triangolazione tra Corona e Russo, con il bomber di Cinisi (al rientro dopo la squalifica) che spara addosso a Calderoni.
Re Giorgio si riscatta esattamente dieci minuti dopo: bella iniziativa sulla fascia di Pierotti che serve sulla destra il numero nove giallorosso che si esibisce nella sua specialità: il tiro al volo. E quando lo fa difficilmente sbaglia. Il pallone finisce in rete per il clamoroso vantaggio del Catanzaro. Dedica naturalmente alla piccola Marika, terzogenita del bomber di Cinisi, nata proprio in questa settimana.
I padroni di casa sono frastornati ma tentano ugualmente di raddrizzare le sorti dell’incontro con una doppia conclusione di Ventola che non ha fortuna. Pochi secondi dopo episodio chiave del match: in mezzo al campo c’è un normale fallo di mano da parte di un giocatore bergamasco. Il signor Rocchi con qualche secondo di ritardo fischia il fallo ma Guerini si lascia scappare qualche parola di troppo nei confronti del fischietto fiorentino e viene invitato dallo stesso anticipatamente a prendersi un tè caldo negli spogliatoi. L’espulsione del trainer bresciano innervosisce le Aquile che si lasciano mettere sotto dai padroni di casa, che trovano proprio allo scadere il pareggio: errato disimpegno di Gissi, con il pallone che viene raccolto da Ventola che fa da sponda per Marcolini che dal limite spara un destro (tra l’altro non è neppure il suo piede) che fulmina Belardi e si insacca vicino all’incrocio. Prima del duplice fischio del signor Rocchi c’è tempo per un pregevole intervento di Belardi su conclusione di Ventola (importante il suo lavoro durante il corso della partita che, come vedremo più avanti verrà anche premiato con il gol).
Nella ripresa i giallorossi amministrano il pari (che sarebbe un risultato d’oro) pur palesando qualche patema sulle scorribande avversarie e al 64’ potrebbero anche passare, ma Nervo viene tradito da un maldestro rimbalzo del pallone e non riesce a sfruttare al meglio un invitante cross di Adami. Al 72’, sugli sviluppi di una punizione, c’è una mini-mischia in area ospite con Rivalta che è il più lesto di tutti a impossessarsi del pallone e ad infilare in rete per il vantaggio. C’è qualche protesta dei giallorossi per un presunto fallo in area da parte del nuovo entrato Lazzari, ma ci sembra più dubbia la concessione della punizione da cui è scaturito il gol che lo stacco del fantasista bergamasco, l’anno scorso “bestia nera” della Juventus in Coppa Italia.
Esce Russo ed entra Rizzato al suo posto e le Aquile trovano subito una grande occasione per pareggiare con Sussi, che si libera bene di un difensore e si presenta da solo davanti a Calderoni. Ma l’ex Bologna fa il tenerone e invece di concludere di potenza, tira di piattone e il pipelet orobico si distende e para. Qui in pratica finisce il match del Catanzaro, anche perché un minuto dopo Ventola chiude i conti con una rasoiata da posizione defilata, sulla quale Belardi non è perfetto. Nel finale comunque il portiere ha il merito di ipnotizzare l’ex enfant prodige del calcio italiano, che si presenta solo davanti a lui poiché favorito da uno scivolone di Adami, e di evitare un passivo che sinceramente sarebbe stato eccessivo per quello che si è visto nell’arco dei novanta minuti.

Pier Santo Gallo

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