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Catanzaro Avellino 3-1: l’analisi tecnico-tattica

Scritto da Davide Greco

Prestazione convincente dei giallorossi che tornano al successo. Inizia a vedersi la mano di Grassadonia

Il Catanzaro torna al successo ai danni di un buon Avellino. Convincente la prestazione di tutta la squadra che è scesa in campo con il 3-5-2 e tante novità nell’undici iniziale.

Ospiti volitivi e sfortunati. Il match si decide in due occasioni clamorose che vedono gli irpini prima sfiorare il vantaggio e poi divorarsi il pari. Gol sbagliato gol subito, il Catanzaro ne approfitta e chiude i conti con merito.

Il nuovo Catanzaro

Dopo l’esordio shock maturato all’indomani della sconfitta di Bari e del pari casalingo contro il Rende, Grassadonia ha finalmente avuto un’intera settimana per allenare il gruppo. Tempo sfruttato al meglio dal nuovo tecnico dei giallorossi che al riparo da sguardi indiscreti ha pianificato la rivoluzione tattica messa in campo contro l’Avellino.

Il Catanzaro si è schierato con il più classico dei 3-5-2 che vedeva DiGennaro fra i pali, Pinna Martinelli e Signorini in difesa, Favalli e Statella larghi a centrocampo con Casoli e Tascone mezzali e Risolo play basso, infine Kanoutè e Nicastro in avanti. Non c’è Maita che entrerà nella ripresa al posto di Risolo, fascia di capitano affidata a Statella.

Gli ospiti agli ordini di mister Capuano hanno risposto con lo stesso modulo che vedeva Abibi in porta, Laezza Llanes e Zullo in difesa, Parisi DeMarco DiPaoloantonio Micovskhi e Celiak a centrocampo, Charpentier e Rossetti in avanti.

Contrariamente a quanto visto in passato, i giallorossi non hanno cercato il possesso palla ma al contrario hanno concesso pressing e metri di campo senza tuttavia rinunciare a impensierire la retroguardia avversaria con rapide e improvvise verticalizzazioni.

Gli ospiti dal canto loro hanno cercato da subito di approfittare di ogni minimo errore, mettendo a dura prova la tenuta difensiva dei padroni di casa e applicando il pressing alto rivelatosi sufficientemente aggressivo e ben coordinato.

Il match è sostanzialmente rimasto in equilibrio fino al primo episodio chiave che si verifica intorno al 20esimo del primo tempo, quando in seguito a un break degli ospiti sulla mediana Micovschi da fuori area spara un siluro che si stampa sulla traversa.

Con il trascorrere dei minuti è emersa con sempre maggior insistenza la qualità tecnica delle mezzali giallorosse con Casoli e Tascone decisamente su di giri rispetto a Micovschi e DeMarco.

Proprio da un’insistita percussione di Casoli scaturisce la prima marcatura. Il 27 giallorosso conquista e difende palla aprendo intelligentemente sulla destra per Statella che prova la conclusione, sulla ribattuta si avventa prima Kanoutè e poi Favalli che infila Abibi facendo esplodere il Ceravolo.

La situazione di vantaggio e una buona dose di fiducia nel nuovo modulo mettono le ali ai giallorossi che cinque minuti più tardi raddoppiano con Nicastro felicemente imbeccato da Favalli. La rivoluzione tattica sembra funzionare, non entusiasma per il gioco ma soddisfa per la concretezza.

Il primo tempo non smette di regalare emozioni con Kanoutè che vuole essere protagonista e si danna l’anima coprendo una zona di campo pari alla superficie del Guatemala. Dietro di lui Tascone ringhia come un pitbull. Che verve questi giallorossi!

Gli ospiti non ci stanno e le provano tutte finché Rossetti approfitta di un’ingenuità di Signorini e crossa a centro area per DiPaoloantonio che accorcia le distanze.

Giallorossi in cattedra

La seconda frazione di gioco conferma la maggior qualità tecnica dei padroni di casa. Nonostante alcuni errori in fase di disimpegno, la manovra non sempre fluida e alcuni lanci a vuoto, il Catanzaro tiene meglio il campo.

Intorno all’ora di gioco inizia la girandola dei cambi. Per gli ospiti entrano Albadoro e Karic per Rossetti e Parisi quindi senza mutamenti nello scacchiere tattico, per i padroni di casa è il momento di Maita che prende il posto di Risolo.

L’Avellino alza il baricentro e si proietta in avanti alla ricerca del pari esponendosi però alle pericolose ripartenze del Catanzaro.

Al minuto 72 l’ottimo Charpentier conquista il fondo ed entra in area superando Pinna, il cross per Micovschi è di quelli da spingere in rete ma il numero 19 spreca malamente fallendo la più ghiotta delle occasioni.

Trascorrono tre minuti e da un’ennesima ripartenza scaturisce la terza rete dei giallorossi. Nicastro nell’allungo supera Laezza che rovina a terra, il numero 28 giallorosso confeziona l’assist per Kanoutè che elude l’intervento di Zullo, supera Abibi con un movimento del bacino e scaglia in rete il gol della vittoria.

L’Avellino cede le armi e il Catanzaro spreca malamente altri due contropiede clamorosi, uno dei quali vede addirittura Nicoletti tentare il cucchiaio da fuori area. Lo avrebbero soprannominato Er Califfo e venduto a peso d’oro in serie B, purtroppo per lui sarà ancora dei nostri.

La rivoluzione tattica

Tanti forse troppi lanci dalle retrovie. La manovra parte dal basso ed è difficile abituarsi all’idea che il nostro centrocampo preferisca ricominciare dalla difesa quando magari sembrerebbero esserci dei potenziali corridoi in avanti, ma tant’è.

Un Catanzaro decisamente operaio, pragmatico, concreto, che non eccede in geometrie e non cade nella vanità dello spettacolo a tutti i costi. Anzi diremmo a tratti bruttino, ma la vittoria di oggi è la panacea di tutti i mali. La benzina nel motore di chi aveva bisogno di ripartire.

Il 3-5-2- non lo scopriamo oggi e di grosse novità non ce ne sono, ma val la pena menzionare lo straordinario movimento di Kanoutè che ha lavorato fra le linee spaziando su tutto il fronte, rubando e recuperando un’infinità di palloni a centrocampo e innescando pericolosissime ripartenze.

Uomo a tutto campo, capace di inserirsi e interdire, contrastare e sgroppare, aggredire il portatore e fraseggiare sulla trequarti oggi Casoli ha disputato un’ottima partita.

Accanto a lui un Favalli in gran spolvero che ha giovato e non poco della posizione di quinto di centrocampo che gli ha consentito quella libertà di movimento mai avuta in passato.

Meno bene la retroguardia giallorossa che ha visto l’esordio di Pinna a sinistra e quello di Signorini a destra (la zona Celiento). Meccanismi difensivi sicuramente da rivedere per evitare la sofferenza patita oggi a causa del pressing alto degli ospiti.

Quando il Catanzaro è alle corde non riesce ad uscire in modo pulito e lo testimoniano i numerosi errori di Pinna e Signorini spesso in affanno.

La posizione del play basso dovrebbe semplificare la costruzione della manovra eppure Risolo è stato spesso ignorato da Martinelli che ha preferito lanciare lungo regalando spesso il pallone agli avversari.

Non molto ficcante la fase offensiva di Statella che non ha sofferto il confronto con il giovane Parisi ma ha preferito tenere la posizione, dunque nell’ottica di non sbilanciarsi troppo per non dover restare a corto di fiato.

Nicastro è uscito fra gli applausi, per lui un gol e un assist ma soprattutto una prestazione finalmente convincente. Fa strano vedere Maita e Fischnaller partire dalla panchina, probabilmente hanno bisogno di rifiatare e ritrovare la miglior condizione.

L’Avellino di Capuano

Per gli ospiti una sconfitta che ci può stare e che non preclude le ambizioni di un campionato tranquillo. La squadra di Capuano spreca troppe energie e tende a sbilanciarsi finendo per cascare nella trappola attendista dei padroni di casa.

Molto bene Charpentier, dinamico e sgusciante come si conviene a un attaccante. Sfortunato Micovschi che si propone con efficacia nella fase offensiva, ma sparisce in fase di interdizione.

L’Avellino perde il confronto sulle corsie laterali dove non riesce a verticalizzare. Celiak non affonda quasi mai, mentre Parisi lo si nota solo quando si stacca per la fase di pressing perdendo però la posizione e lasciando a Statella diversi metri di campo.

Scarsamente incisivo DeMarco che soffre l’aggressività di Tascone, da rivedere Zullo che sbaglia diverse marcature concedendo ampia libertà a Favalli o Casoli.

Autore

Davide Greco

8 Commenti

  • Importante e’ il nuovo concetto di stare in campo e le scelte coraggiose e dovute del Mister poi per i particolari ci sara’ tempo per migliorarli , la strada secondo me e’ quella giusta e sono convinto che faremo bene domenica prossima vedremo se i progressi saranno confermati.

  • Vincere, per i pizzi e merletti in specie c non c’è spazio, anche se a me il bel gioco di Auteri piaceva eccome ma si erano tutti smarriti, non si capivano o non volevano capirsi per effettuare il ribaltone spiace, ma bisognava voltare pagina, ora tutti a pedalare a testa bassa Forza Catanzaro

  • Dimenticavo di fare una menzione particolare e inusuale per l’arbitro, non ne vedevo uno cosi bravo e preciso da anni nel nostro campionato .Complimenti .

  • Bene Aquila59 e Freccia avete detto sante verità. Se per caso avete letto i miei post passati vi renderete conto quanto propongo da sempre. Auteri è sicuramente un BUON (ma non esageriamo) allenatore-filosofo del calcio, ma non per la serie C. Oggi, con tanto titolari fuori per vari motivi, questa squadra operaia (mi piace l’accostamento) è riuscita a vincere contro un Avellino sulla cui forza vi invito a guardare gli ultimi risultati e partite, Reggina compresa.
    Davide Greco ha menzionato una cosa importante, che fra le righe è una critica, da me condivisa, ad Auteri sull’utilizzo degli esterni Favalli e Statella ora meglio piazzati in campo con più libertà di offendere e non solo coprire. Non per niente due gol sono nati da una iniziativa, con tiro non trattenuto dal portiere, di Statella e da Favalli (FINALMENTE) mandato in rete. Il secondo da un cross (anche questo FINALMENTE) PRECISO di Favalli su cui Nicastro è stato una magnifica aquila colpendo di testa in modo IMPECCABILE.
    Penso e spero che con il 3-5-2 anzi diciamo meglio un 3-5-1-1(vedi posizione di Kanouté e Nicastro molto spesso ieri) questa squadra operaia possa darci qualche soddisfazione.

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