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Catanzaro Bisceglie 1-1: l’analisi tecnico-tattica

Scritto da Davide Greco

Un Catanzaro double-face regala il primo tempo agli ospiti, vani i tentativi nella ripresa di ribaltare il risultato. Finisce con un pareggio che lascia l’amaro in bocca.

Un Catanzaro dai due volti quello visto in scena contro il Bisceglie. Gli uomini di Auteri hanno chiuso il primo tempo sotto di un gol per via di una prestazione poco convincente, che ha prodotto pochissimi pericoli in area avversaria.

La ripresa invece è stata giocata con il piglio giusto, quello di chi è determinato a raddrizzare il risultato. Tuttavia al termine del match le ambizioni giallorosse si sono arrese al secondo pareggio consecutivo, che ha sollevato qualche mugugno in seno alla tifoseria.

Ginestra schiera la difesa a 5

Inequivocabile la strategia di mister Ginestra che ha schierato la difesa a 5 cercando di chiudere le corsie laterali e lasciando al duo De Sena – Starita l’ingrato compito di tentare qualche incursione offensiva. Il Bisceglie ha giocato arroccato in difesa, accennando a fasi alterne un timido pressing che aveva il duplice scopo di far rifiatare il reparto arretrato e spezzare i ritmi della manovra giallorossa.

Nonostante la gara sia stata a senso unico, la squadra pugliese è stata in grado di arginare i padroni di casa limitando la zona di sofferenza sulla sola trequarti dove Risolo e Giacomarro molto bassi venivano supportati nella fase di interdizione da Onescu e Jakimovski.

Contenimento, raddoppi di marcatura e lanci lunghi alla viva il parroco. Il Bisceglie non ha confezionato nemmeno una ripartenza degna di questo nome, eppure è riuscita a portarsi in vantaggio grazie a un colpo di testa di De Sena che ha sfruttato al meglio un corner regalato da Elezaj.

Nella ripresa, complice l’arrembante forcing giallorosso e uno svarione del nostro portiere, De Sena ha impensierito la nostra difesa rischiando di far saltare il banco.

Brutto infortunio e duplice doppio cambio

Intorno al ventesimo del primo tempo il Bisceglie ha dovuto rinunciare a Toskic per un brutto infortunio al braccio, piegatosi in modo innaturale in seguito a una caduta maldestra. Ginestra ha mandato in campo Bottalico posizionandolo nel ruolo di mezz’ala sinistra al posto di Giacomarro, che a sua volta è stato spostato al centro dove prima agiva Toskic.

A inizio ripresa mister Ginestra ha sostituito il neo entrato Bottalico con Messina e Maestrelli con Calandra arretrando De Sena a centrocampo. La mossa De Sena si è rivelata azzeccata per alcune azioni che hanno visto protagonista il numero 9 pugliese nel corso della ripresa.

Del giovane Messina si sono presto perse le tracce visto che dopo appena venti minuti dal suo ingresso in campo è stato sostituito da Camporeale. Non è dato sapere se si sia trattato di una scelta forzata da ragioni tattiche o problemi muscolari, resta il fatto che raramente si assiste a cambi cosi cervellotici.

Riposizionamenti offensivi

Il Catanzaro voleva far sua la partita ed ha iniziato con D’Ursi a sinistra, Ciccone al centro e Kanoutè a destra. Nei primissimi minuti è stata molto positiva l’intesa Kanoutè Statella, che ha messo in risalto le giocate dell’attacco giallorosso sulla fascia destra nonostante la buona opposizione di Markic e Maestrelli.

Al 25esimo mister Auteri ha cambiato le carte in tavola ridisegnando il tridente offensivo e spostando Kanoutè a sinistra, Ciccone a destra e D’Ursi al centro.

D’Ursi è apparso fuori posizione, troppo leggero per ricoprire la posizione centrale, in mezzo al campo non ha mai avuto l’occasione di esplodere in tutte le proprie potenzialità. Nella ripresa si è notato per un paio di conclusioni ribattute o di poco a lato. Non dimostra di saper attaccare lo spazio al pari dei suoi compagni di reparto. Sacrificato e fuori ruolo.

La prestazione di Ciccone è stata soddisfacente per qualità e quantità fino al cambio, tuttavia l’asse destro dell’attacco ne ha perso in efficacia in quanto Statella dimostra di avere un feeling migliore con Kanoutè e Giannone.

Dove gioca Kanoutè nascono i pericoli maggiori. Per quanto il tabellino dei marcatori sia ancora orfano dell’italo senegalese, le sue giocate esaltano prima Statella sulla destra e poi Favalli sulla sinistra. Lo stesso Ciccone sembra più propositivo quando trova Kanoutè nel proprio raggio d’azione. Irrinunciabile.

Bene la difesa

Molto positiva la prova di Celiento e Figliomeni, che oltre ad aver disputato una buona partita hanno avuto il merito di confezionare il pareggio. Celiento si è distinto per la capacità di affondare nella trequarti avversaria e creare superiorità in fase di possesso.

Figliomeni con i suoi centimetri fa sempre sentire la propria presenza in area avversaria e sul finale si supera con un recupero da scuola di calcio negando a Camporeale la possibilità di involarsi verso la porta.


Al giovane Nicoletti vanno addebitate un paio di sbavature in fase di appoggio, ma nel complesso la prestazione è stata all’altezza della situazione di fronte all’ex compagno di squadra Onescu e al non-pervenuto Risolo.

Si doveva fare di più

Si doveva e si poteva fare meglio? la risposta non può che essere affermativa. Un primo tempo abulico, giocato quasi con sufficienza, ha costretto i giallorossi a rincorrere gli avversari nella ripresa.

Probabilmente il pari sta stretto anche e soprattutto per il gol annullato da un dubbio fuorigioco, ma non ci si può appigliare sempre all’arbitraggio o alla sfortuna. Bisogna trovare la giusta continuità nel gioco e individuare nuove geometrie che consentano agli avanti giallorossi di essere pericolosi per novanta minuti.

L’ingresso in campo di Infantino è stato salutato positivamente dal pubblico. Atteso a lungo sul rettangolo verde, Saveriano ha anche provato a bagnare il debutto stagionale con il gol, ma siamo ancora lontani dalla forma migliore.

La tifoseria si è ormai abituata alla mancanza di un bomber, ma probabilmente la fiducia incondizionata riposta nel mister ha sempre fatto supporre che una soluzione fosse alla portata dei giallorossi.

Invece di soluzioni nuove neanche a parlarne, c’è voluta una grossa reazione caratteriale e un vero e proprio arrembaggio, nei secondi quarantacinque minuti di gioco, per raggiungere il pari. Siamo diventati pericolosi quando abbiamo cercato il gol con cattiveria.

Proprio il secondo tempo contro il Bisceglie deve far riflettere giocatori e mister sull’opportunità di creare situazioni potenzialmente pericolose portando molti giocatori in area e magari rinunciando a fraseggi insistiti oppure a velleitarie conclusioni dalla distanza.

Coperta troppo corta

Qualsiasi tecnico ama avere in rosa giocatori versatili, che possano ricoprire più ruoli e facilitare il capitolo sostituzioni o il cambio di modulo. In casa giallorossa gli equilibri di gioco non variano in positivo né con i cambi di posizione durante la partita, né con le sostituzioni. Forse sarebbe bene dare più minuti all’undici iniziale senza ricorrere a stravolgimenti di ruolo dimostratisi fin qui scarsamente efficaci.

Le mutevoli alchimie dei riposizionamenti coprono un singolo aspetto della manovra, ma inevitabilmente ne lasciano scoperto un altro. Cosa questa che sembra nuocere ad alcuni giocatori in determinati ruoli o frangenti della partita.

Qualunque sia la durata del progetto o la dimensione delle ambizioni societarie, la rosa dei giallorossi ad oggi presenta diverse passività che superano i crediti acquisiti con il bel gioco. Tatticamente parlando, la coperta del Catanzaro è troppo corta.

Autore

Davide Greco

9 Commenti

  • Oggi il ‘Boss’ ha azzeccato tutto.Bravo , senza esagerare e con concretezza ha fatto un’analisi oculata. Se mi posso permettere di aggiungere ho visto una squadra, il primo tempo, condizionata mentalmente e timorosa, sicuramente la sconfitta interna con la Juve Stabia li ha condizionati facendogli perdere un po’ di autostima.
    Il secondo tempo meglio anche se non capisco come Giannone non trovi subito posto nella formazione iniziale perche’ e’ l’unico che ha qualita’ e tecnica superiore.

  • Comunque il 67 x cento di possesso palla, a fine stagione di solito le squadre con il più alto possesso della stagione si classificano tra le prime tre, se la matamatica è una scienza esatta prima o poi i conti torneranno, attendo fiducioso. E forza Catanzaro

    • Direi di si. L’articolo ha due punti focali: l’aver giochicchiato nel primo tempo e la mancanza di soluzioni offensive nuove rispetto a quello che si è visto in questa prima parte di stagione. Ieri il pareggio è arrivato dopo una reazione rabbiosa che è stata premiata e che poteva regalarci anche i 3 punti. Cosi come abbiamo sfiorato la vittoria abbiamo anche rischiato di perdere. Ma il punto non sono gli episodi e nemmeno le decisioni arbitrali: questa rubrica cerca di analizzare le prestazioni nella totalità dei 90 minuti, sviscerando la tattica degli allenatori e le strategie adottate. Per fare un esempio su tutti, l’episodio del gol annullato a Celiento passa in secondo piano rispetto ad un argomento più tecnico che spiega l’utilità di Celiento quando partecipa alla fase di possesso fino al limite dell’area avversaria. Grazie a te di seguirci. A presto.

      • Premesso che il “credo” di Auteri è INDISSOLUBILMENTE il 3-4-3 possesso palla, ecc. ecc. , premesso anche che le squadre “furbe” vengono al Ceravolo (dal Bisceglie alla “grande” Juve Stabia) chiudendosi in difesa con un 5-4-1 per poi ripartire con lunghi lanci, noi che non abbiamo sbocchi in attacco di “peso” ma brevilinei molti veloci, non potremmo MOMENTANEAMENTE finchè non avremo un terminale d’attacco da doppia cifra, giocare così o quasi anche noi? A noi ci hanno fregato, vedi Casertana-Rende-Juve, proprio usando questa tattica.

        • Ti rispondo senza avere alcuna pretesa di insegnare agli altri il proprio lavoro. Ci sono allenatori a livelli professionistici più alti del nostro che nel corso degli anni rivedono le proprie strategie di gioco e si adeguano alla rosa a disposizione variando moduli e schemi. Ancelotti per esempio è passato dal 4-3-2-1 al 4-2-3-1, dal 4-3-3 al 4-4-2… dall’albero di natale al rombo a centrocampo c’è un abisso. Allegri ha cambiato radicalmente modulo dal 3-5-2 al 4-2-3-1 e tanti altri allenatori nel corso della propria carriera hanno fatto altrettanto. Auteri invece raramente ha fatto a meno del suo 3-4-3 ed avrà avuto le sue buone ragioni, che tra l’altro gli hanno consentito di essere oggi uno dei tecnici più stimati per la sua filosofia di gioco. Per rispondere alla tua domanda, noi oggi potremmo giocare con paio di moduli “nuovi”, ma non sappiamo se la squadra è capace di assimilare un nuovo impianto di gioco in tempi rapidi. Per esempio passare alla difesa a 4 significa cambiare molte posizioni e diversi movimenti nello sviluppo della manovra. Oggi come oggi la soluzione più semplice non è quella di cambiare modulo, ma di adottare una strategia di gioco più attendista che sia volta a far scoprire gli avversari per aggredire i loro punti deboli. Tranne il Monopoli, le altre squadre hanno badato a contenere e ripartire, difendere e colpire di rimessa. Ci portano via punti perchè ci lasciano giocare e intanto aspettano il nostro errore. Sta storia deve finire, altrimenti facciamo la figura dei polli.

          • Infatti non intendevo dire cambiare modulo, ma strategia, attendere che si scoprono o commettano un errore e ripartire con i nostri attaccanti velocissimi. Invece ora succede SEMPRE il contrario, gli altri aspettano il nostro errore per punirci, e almeno un errore a partita capita sempre.
            La partita esemplare da questo punto di vista è stata Catanzaro-Cavese di coppa Italia(rivedetela). Loro con presunzione ci hanno attaccato scoprendosi e noi con grande capacità li abbiamo infilzati.

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