La Striscia

Catanzaro, brusco risveglio. È la C1

Benevento più forte, più esperto, più cinico. Ma la seconda sconfitta consecutiva poteva essere evitata accettando il pareggio

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Seconda sconfitta consecutiva per il Catanzaro e Ceravolo violato dopo una lunga imbattibilità. E’ stato il forte Benevento a conquistare i 3 punti a 10 minuti della fine con un goal di testa su azione d’angolo del neo entrato Montini, ex Primavera della Roma.

Ma procediamo con ordine. Cinquemila circa sono i catanzaresi sugli spalti; la “Capraro” che si presenta con una bella coreografia. In Curva Mammì da Benevento contiamo una settantina d’ospiti che con i loro colori sembrano tifosi del Catanzaro. Prima di entrare nel contesto della partita dobbiamo dire qualcosa che non ci è piaciuto. Ci riferiamo all’annunciata diretta streaming annunciata sul sito ufficiale del Benevento Calcio. Ebbene, numerose segnalazioni alla nostra mail sono arrivate da tanti catanzaresi che pur avendo acquistato la partita hanno visto poco o niente. Non sappiamo che tecnologia è stata utilizzata ma siamo certi che conoscendo i tanti tifosi giallorossi sparsi in giro per l’Italia e nel mondo un bell’incasso è stato fatto per vedere il nulla. Dalla società campana fanno sapere che il costo della partita sarà riaccreditato, consentendo ai tifosi del Benevento di seguire gratuitamente la partita con la Carrarese. Ma i tifosi del Catanzaro come verranno risarciti? A questo si aggiunge anche la beffa: a inizio “telecronaca” i commentatori si lamentavano delle condizioni in cui erano costretti a lavorare.

Passi per il discorso tribuna stampa, le cui condizioni noi stessi denunciamo da mesi. Sappiamo che è provvisoria per via dei lavori di ristrutturazione. Ma sentir dire che il terreno di gioco presentava “un dislivello di 20 centimetri almeno”, ci fa sorridere principalmente per un motivo. Vogliamo ricordare agli audaci “telecronisti” (volutamente virgolettato perché nulla si è visto) beneventani che quel terreno è stato calcato da campioni del calibro di Palanca, Rivera, Platini, Falcao e Zico. E mentre il Catanzaro, sempre su quel terreno, affrontava Milan, Juve e Inter, il Benevento (con tutto il rispetto per la squadra e per i suoi tifosi) affrontava l’Omegna, l’Audace Sme e il Seregno. Chiudiamo l’argomento e veniamo alla partita.

Senza gli infortunati Masini, Ulloa e Borghetti, oltre a Fiore squalificato, Cozza manda in campo la formazione che durante la settimana aveva più volte provato e sollecitato negli schemi. Il modulo è il 3-4-3 ma il difensore Mariotti viene adattato a destra, con compiti di copertura soprattutto; Narducci e Papasidero affiancano Sirignano dietro e nel mezzo c’è l’esordio di Benedetti dal primo minuto; in avanti al posto di Masini gioca D’Agostino insieme a Fioretti e Carboni. Durante la fase di riscaldamento notiamo subito perché il Benevento è definito una corazzata. A prescindere dal curriculum e dai contratti che la società sannita ha stipulato per assicurarsene le prestazioni, effettivamente molti dei suoi giocatori sul piano fisco sono nettamente superiori ai nostri, quindi è evidente che per batterli occorrerà velocità, estro e fantasia.

Il Catanzaro cerca sin dall’inizio d’affrontare la partita senza alcun timore reverenziale e sui calci piazzati scodellati al centro dell’area di rigore crea qualche imbarazzo all’ex Mancinelli che parecchie volte esce a farfalla. Ma il Benevento è una squadra quadrata e cinica. Pur essendo macchinosa dietro, dalla cintola in su può contare su elementi di categoria superiore. In più, davanti, ha Germinale che fa reparto da solo e Marchi che quando parte in velocità è una scheggia difficile da fermare. Con il passare dei minuti i sanniti conquistano una supremazia territoriale vincendo quasi tutti i contrasti a centrocampo. Il Catanzaro soffre l’aggressività e dei loro centrocampisti guidati a dovere da Rajcic e soprattutto Quadri non riesce a prendere la squadra in mano.

Il goal del Benevento nasce proprio da una palla persa dall’ex del Campobasso (forse subendo un fallo): Marchi scarica sul trequartista Mancosu e Germinale si ritrova su un piatto d’argento un pallone a tu per tu con Pisseri, lo supera con un abile dribbling e deposita a porta sguarnita. Il goal è l’emblema dei problemi del Catanzaro. Quadri che perde palla e si ferma e una prateria che si apre per gli avversari quando ripartono. Ecco, questo non dovrebbe accadere. Subito il goal il Catanzaro stenta a riprendersi e il Benevento non ne approfitta. Assodato che dalla destra non possiamo attaccare perché Mariotti sul fondo non arriverà mai, è sull’asse Squillace-Carboni che il Catanzaro tenta di offendere. Benedetti che all’inizio appariva spaesato sale di tono e suona la sveglia ai compagni.

E’ evidente che per potersela giocare alla pari con il Benevento bisogna correre meglio e più di loro e pressare. Dopo i primi 25 minuti d’attesa i ragazzi di Cozza cominciano a prendere le misure nel mezzo e alzano il ritmo. Si pressa sui loro centrocampisti e la manovra è più fluida e non c’è più imprecisione nei passaggi. La palla circola con velocità come si conviene in questa categoria. A sinistra potremmo pungere perché Pedrelli e De Risio che giocano a destra non sembrano all’altezza dei compagni. Purtroppo Squillace (che giocherà benino nei primi 15 minuti della ripresa) non appare in condizione. Infatti, da quella parte penetriamo due volte con Carboni e Fioretti ma al centro non c’è nessuno per essere servito. Il Catanzaro adesso attacca con più consistenza e il tecnico beneventano deve optare per il cambio di De Risio che rischiava la seconda ammonizione. Anzi a dire il vero andava espulso perché aveva commesso un fallo su Carboni ma l’arbitro che stava per estrarre il cartellino si è bloccato.

Il pareggio è comunque nell’area, lo sfiora due volte Fioretti ma poi Papasidero deposita a rete su azione d’angolo dopo l’ennesima uscita a vuoto di Mancinelli. La ripresa inizia con gli stessi effettivi del primo tempo e il Catanzaro parte bene. Gioca palla a terra e crea più di un’apprensione ai sanniti. L’azione più bella, tutta di prima, è con D’Agostino che calcia a rete ma l’esperto D’Anna s’immola e salva il risultato. C’è anche da recriminare per un goal annullato al Catanzaro ad opera di Sirignano: Fioretti viene segnalato in fuorigioco attivo sul cross di Squillace. Lo sforzo maggiore del Catanzaro non viene pertanto premiato e allora il Benevento riordina le idee, i suoi centrocampisti approfittano dell’imprecisione nei passaggi dei nostri calciatori nella zona nevralgica del campo e ripartono portando spesso l’uomo all’uno contro uno. Sirignano dietro si batte come un leone e ferma gli avversari con le buone e con le cattive. Il filtro nel mezzo viene a mancare e i cambi di mister Cozza non ridisegnano una nuova impostazione della squadra. Si resta col modulo iniziale perché Cruz e Carbonaro sostituiscono Carboni e D’Agostino, in pratica due attaccanti per due attaccanti.

Nel frattempo Martinez che si era preoccupato dalle incursioni di Squillace aveva spostato Marchi in quella zona. La mossa vincente del tecnico argentino è però l’ingresso di Montini il quale in due minuti sfrutta una ripartenza sulla destra puntando Papasidero e servendo Mancosu, il cui tiro dal limite impegna Pisseri. Proprio dall’azione d’angolo il neo entrato di testa anticipa tutti sul primo palo e sotto la traversa batte imparabilmente a rete. La reazione del Catanzaro non c’è. Iniziamo a giocare a palla lunga lasciando solo Fioretti in balia degli avversari. Carbonaro, Cruz e il giovane Marino entrato per Mariotti non possono incidere perché serviti con lanci lunghi, un gioco che non appartiene al Catanzaro. Così i difensori avversari controllano con facilità. Il Benevento porta a casa una vittoria che forse con un po’ più di accortezza dei giallorossi catanzaresi poteva essere evitata.

Che la C1 sia un campionato diverso da quello dell’anno scorso è ormai una certezza. Noi lo andiamo dicendo da tempo. Il Catanzaro dovrà crescere. Bisogna partire da un presupposto: quando si parla di rispetto per l’avversario bisogna averlo davvero. Il Benevento senza strafare ha portato a casa i 3 punti che sono frutto più dell’esperienza che del bel gioco. E’ stato cinico quando doveva esserlo, ha aspettato, ci ha pressato quando c’era da pressare e ha sfruttato gli ampi varchi che concedevamo nel mezzo. In pratica ha approfittato dei nostri errori come fanno le grandi squadre. A proposito degli spazi concessi, non è ammissibile nel gioco del calcio che perdere la palla sulla trequarti avversaria significhi automaticamente un rischio per la propria porta.

Quando parliamo di equilibri da limare ci riferiamo soprattutto a questo. Mentre nella scorsa stagione fino al 90° c’era la speranza di vincere in qualche modo la partita, adesso è diverso. Senza dimenticare che anche l’anno scorso nei momenti di difficoltà della partita era il Catanzaro a contare su calciatori (compresi gli attuali) che in quella categoria facevano la differenza nei momenti topici. Ora le squadre sono più quadrate, più toste e soprattutto più esperte. Se analizziamo le altre del girone, la vera matricola (non è un’offesa, ma una semplice constatazione) siamo noi. Lo siamo perché tranne Carboni, Sirignano e qualche altro, i ragazzi giallorossi hanno scarsa esperienza in questo torneo, per di più nel girone infernale centro-meridionale. Per questo adesso è necessario non abbattersi ma essere consapevoli delle proprie forze. Se il mister tempo addietro disse che in casa bisogna vincere noi diciamo che se si pareggia contro un Benevento costruito per la B non è un risultato da buttare.

Bisogna ripartire perché proprio dalle sconfitte e dagli errori commessi si può costruire qualcosa d’importante. Forza Catanzaro, noi ci saremo sempre e l’applauso a fine partita del pubblico presente sugli spalti ne è la conferma.

SF

Autore

Salvatore Ferragina

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