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Catanzaro-Fidelis Andria 3-1: l’analisi tecnico-tattica

catanzaro fidelis andria
Scritto da Paolo Carnuccio

Scelte tattiche azzeccate. Lavoro sulle palle inattive. Sostituzioni efficaci. Queste le tre chiavi della migliore partita disputata finora dal Catanzaro

Ottima gara del Catanzaro che ritorna finalmente alla vittoria casalinga contro la Fidelis Andria. La partita offre tanti spunti di natura tattica da analizzare e sui quali lavorare in prospettiva futura.

A causa della forzata assenza di Porcino, Calabro propone il suo 3-4-1-2, davanti a Branduani ed al solito terzetto Marinelli-Fazio-Scognamillo, Rolando a sinistra e Vandeputte a destra, con Welbeck e Verna interni, dietro l’unica mezzapunta Carlini e le due punte Cianci e  Vasquez.

La Fidelis Andria replica con un 5-2-3 molto stretto, dove davanti a Casoli interno di centrocampo, si posiziona il terzetto di attacco Di Piazza centrale, Bubas e Tulli sugli esterni.

Nella formazione giallorossa si nota immediatamente l’equilibrio tra i reparti fino ad ora mai accaduto.

I due riferimenti in attacco lavorano davanti allo spazio che Carlini cerca di creare nella rifinitura bassa e corta, arretrando spesso il suo raggio di azione.

Gli interni di centrocampo finalmente catturano palloni e si muovono sempre nella direzione della pallone in costante interdizione.

Gli esterni Rolando ed il sorprendente Vandeputte hanno buoni tempi di inserimento per lo scambio alto o basso con i compagni.

Il Catanzaro è ordinato, non ci sono più intasamenti nella trequarti avversaria e la manovra appare logica e fluida nella ricerca delle migliori soluzioni.

Il gol a freddo siglato da Scognamillo, tra l’altro uno dei migliori per la sua costante abnegazione e sacrificio, così come il pari subito su punizione da parte della formazione pugliese, non alterano una pressione costante sulla palla ed una nuova armonia tattica tra i reparti.

Il Catanzaro finisce la prima frazione nuovamente in vantaggio sfruttando un’ulteriore favorevole situazione di gioco sulle palle inattive.

La Fidelis Andria, al netto di una legnata di Casoli stampata sulla traversa, non sembra impensierire la formazione giallorossa che è padrona del campo e costruisce anche altre occasioni per aumentare il bottino di reti.

Nella ripresa l’inerzia non cambia, sono sempre gli uomini di Calabro a menare le danze con ordine e raziocinio.

I giocatori prendono lentamente autostima e le giocate diventano più semplici nella costruzione.

Verso la metà del secondo tempo, complice l’affaticamento di Vasquez e Cianci, la Fidelis Andria prende qualche metro di campo in più costringendo il Catanzaro a retrocedere dietro la linea di centrocampo.

Calabro avverte la situazione e corregge immediatamente inserendo Curiale e Bombagi al posto delle due punte. Immediatamente la squadra si riattiva, si rialza il baricentro e si ricomincia a produrre gioco.

Carlini esce per Tentardini, che si sistema sul lato, lasciando lo spazio di rifinitura a Vandeputte.

Il duo Verna-Welbeck è instancabile, lavora tantissimo e sul finire il Catanzaro legittima la sua migliore prestazione di campionato con il terzo gol.

La chiave tattica

Le due punte e finalmente la presenza solo di un trequartista davanti ad un centrocampo di interdizione.

Da quando (nelle ultime due partite) il Catanzaro gioca con due riferimenti, anzicché uno, senza le due mezze punte e con un centrocampo dove la caratteristica principale è la riconquista del pallone, le cose girano nettamente per il verso giusto.

Le soluzioni per la finalizzazione sono più logiche: nel mezzo c’è più spazio per il corto e basso; sui lati ci sono più riferimenti per il lungo ed alto.

Anche la costruzione lavora di transizione con due cattura palloni che non stanno fermi  un secondo nella loro dinamica di riconquista.

 

Cosa ha funzionato

La scelta di Calabro che schiera Vandeputte esterno, i movimenti sulle palle inattive, le sostituzioni finalmente correttive sull’inerzia della gara.

Sul primo aspetto, in linea con quanto sopra e con la necessità di schierare solo una mezzapunta dietro gli attaccanti, si è visto come Vandeputte possa giocare esterno a destra. L’esperimento è da ripetere assolutamente, magari con qualche accortezza in più in fase di non possesso, ma il belga può rendere al meglio (anche) in quella posizione.

Sul secondo aspetto, da quest’anno le palle inattive sono molto più curate nei dettagli e nello sviluppo. Sui calci d’angolo e sulle punizioni il Catanzaro provoca sempre notevoli pericoli agli avversari facendo anche gol.

Sul terzo aspetto, è da accogliere con evidente positività il fatto che finalmente le sostituzioni in corso di gara hanno funzionato perché non hanno spostato l’assetto di sistema che in questo momento sembra essere quello corretto.

Mister Calabro nelle ultime due partite si è ravveduto su alcune situazioni tattiche ed i risultati lentamente si stanno vedendo perché la prestazione è sensibilmente migliorata.

Bisogna confermare il sistema (3-4-1-2) migliorare le dinamiche collettive e la prestazione individuale favorendo il recupero fisico di qualche elemento importante ancora non al meglio della condizione.

 

Cosa non ha funzionato

Nulla, è stata la migliore partita del Catanzaro disputata finora nonostante la modesta opposizione degli avversari.

Autore

Paolo Carnuccio

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