Intervistiamo

Catanzaro ha scarso “appeal”. Sestultima tra i capoluoghi

Scritto da Redazione

Sono stati presentati ieri i dati di un’indagine sull’appeal dei 20 capoluoghi regionali italiani, attraverso l’ideazione e l’utilizzo di un apposito indice chiamato IAL (o Indicatore di Attrattività Locale sviluppato) a cura del Centro Studi di Assirm, in collaborazione con Gian Carlo Blangiardo, ordinario di demografia all’Università Bicocca di Milano, e realizzato con lo scopo di analizzare il livello di attrattività del Paese in ottica Expo 2015.

Catanzaro non brilla, anche se precede realtà decisamente più complesse, classificandosi al 15° posto su 20 disponibili.

Lo IAL -indicatore alla base dell’indagine- è stato costruito su dati provenienti da fonti pubbliche che hanno permesso di creare un “cruscotto socio-economico” formato da 9 indicatori elementari, più un decimo riassuntivo (reddito mediano, divario ricchi/poveri, % obbligo scolastico non conseguito, % possesso diploma, età media popolazione, n. indice variazione popolazione 2006-2010, n. indice variazione famiglie 2006-2010, indice migratorio, attrazione ed eterogeneità), che a detta degli studiosi sarebbe in grado di fotografare le caratteristiche economiche, demografiche e sociali di un territorio e valutarne nel complesso la competitività.

Nella classifica la prima posizione spetta a Trento, da sempre ai vertici di qualsivoglia classifica relativa alla qualità della vita: la classica piccola città molto vivibile, economicamente e socialmente avanzata. Al secondo posto a sorpresa troviamo una grande città come Roma, la quale nonostante tutti i problemi che una metropoli presenta, mantiene una grande attrattività intrinseca. A seguire di nuovo una piccola città di provincia, ma inserita nei grandi flussi principali di persone, risorse e idee, che attraversano l’Europa e il mondo come Perugia, poi Milano.

Tra i capoluoghi più poveri e con una età media di 42 anni, dal suo quindicesimo posto Catanzaro  ha visto dal 2008 al 2012 ridurre la propria popolazione di quasi 1000 unità. Il fenomeno interessa  soprattutto i giovani, molti dei quali peraltro non rientrano in questa statistica perché ancora residenti (ma solo di fatto) nel capoluogo.

Reddito medio, divario tra ricchi e poveri, percentuale di diplomati (unico dato che comunque rientra nella media nazionale) e indice migratorio hanno fatto il resto, mantendendo Catanzaro agli ultimi posti della classifica.

Ciò che ne viene fuori è una Catanzaro città adulta e diseguale, che più che essere caratterizzata da fenomeni immigratori lo è (ancora) da quelli emigratori. E un giovane catanzarese che lascia la città per lavorare altrove lo fa senza la prospettiva di tornare.

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