C'era una volta...

“Ciao Sardei. E non pensarci più…”

Scritto da Redazione
Una pagina epica di storia del Catanzaro e della sua tifoseria in una lettera che alcuni sostenitori giallorossi scrissero al calciatore vicentino il giorno dopo la finale di Coppa Italia del 1966. Lo straordinario documento dall’archivio della famiglia
 
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È una di quelle storie che a noi di Puntonet piace raccontare. Una di quelle storie che sono il sale del calcio. In tutte le epoche e a tutti i livelli. È una di quelle storie che ti fanno capire i motivi per cui le partite di oggi, la dimensione attuale, i derby contro le altre squadre calabresi saranno, per noi tifosi del Catanzaro, sempre un triste ripiego di un’epoca complicata. Lucidiamo allora la nostra argenteria in attesa di tempi migliori. Cercando di non restare prigionieri di una storia tanto esaltante quanto ingombrante.

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In realtà gran parte delle vicende di Luigi Sardei, per tutti Gino, , lo scorso agosto, quando il vecchio capitano ci aveva lasciato nel silenzio di una notte veneta di fine estate. Vi avevamo raccontato della sua storia, della sua carriera con sei stagioni a Catanzaro, con la fascia di capitano, con un successo incredibile sulla Juve a Torino nella semifinale di Coppa del ’66. Poi quella maledetta mano, proprio la mano di Gino, nella finale con la Fiorentina. Il piccolo Catanzaro, che dalla serie B aveva fatto fuori una dietro l’altra Messina, Napoli, Lazio, Torino e Juventus, veniva beffato da un rigore a 10 minuti dalla fine dei supplementari nella finale dell’Olimpico.

Il giorno dopo quella partita, il 20 maggio 1966, un gruppo di tifosi del Catanzaro residenti a Roma, nel quartiere Centocelle, decise di scrivere una lettera indirizzata a Gino Sardei. Per consolarlo e forse per consolarsi, dopo che il grande sogno di alzare la Coppa era svanito. Quella lettera è rimasta per 49 anni in un cassetto di Thiene, paesone a nord di Vicenza che ha visto Gino nascere e gli ha visto tirare i primi e gli ultimi calci a un pallone. L’ha tirata fuori Giuseppe Joe Bonato, ex calciatore locale, scrittore, amico della famiglia Sardei e sostenitore del club rossonero del Thiene. E ce l’ha inviata per condividerla con tutti i tifosi del Catanzaro.

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L’anima sportiva di un gruppo di tifosi calabresi – ci scrive Bonato – è riemersa veleggiando tra i vecchi ritagli di giornale e le fotografie del nostro amato Capitano“. E poi conclude: “Con la pubblicazione di questo commovente scritto, voglio rendere omaggio agli autori della bella missiva e al nostro amico scomparso a fine agosto dell’anno scorso. L’ultima pagina della lettera con le firme dei supporter calabresi, purtroppo, è andata perduta. Il sottoscritto, tutti i simpatizzanti del club rossonero del Thiene, assieme ai familiari di Sardei ringraziano i tifosi calabresi e l’US Catanzaro per aver manifestato a Gino, con moto sincero, l’essenza del proprio spirito sportivo“.

Un documento straordinario di un calcio che non c’è più e di cui forse abbiamo tutti nostalgia. Ve lo proponiamo qui sotto integralmente, ringraziando Giuseppe Bonato che ha ricostruito i frammenti mancanti. In questo momento difficile per i tifosi del Catanzaro, messi sulla gogna da istituzioni che applicano senza (buon)senso leggi ottuse, questa è la migliore risposta. Che non ha bisogno di commenti.

Caro Sardei,

siamo un gruppo di tifosi del Catanzaro residenti a Roma in un quartiere popolare (Centocelle). Eravamo all’Olimpico ieri a tifare per voi. Abbiamo deciso di scriverti, essendo stato impossibile avvicinarti ieri e anche per non turbarti ancora. Avremmo voluto dire a te, a Provasi e agli altri: grazie!

Grazie di averci regalato la più bella giornata della nostra vita. Grazie per averci fatto assistere ad una partita indimenticabile. Grazie per averci fatto vedere come si giuoca, oltre che con la testa e con le gambe, anche con l’anima e col cuore.

Anche noi abbiamo creduto di morire in quel momento; ma, credici, neppure per un istante ti abbiamo biasimato e superato il primo istante di sbigottimento, senza nessun accordo preventivo, ci siamo trovati tutti a scandire il tuo nome. Al nostro coro si è aggiunto quello di altri e avremmo voluto gridarti in quel momento che poco ci importava del trofeo (che moralmente avete meritato). Quando in una competizione si giuoca con la passione con cui hai giuocato tu, l’esito della gara perde ogni importanza. Il fallo è stato un eccesso di zelo. Il tuo impeto generoso ha spinto la tua mano a sollevarsi verso il pallone.

Ti stringiamo in un abbraccio ideale con i tuoi compagni; assieme a Gasparini, Maccacaro e Provasi e a tutti gli altri senza distinzione. Il sentimento dell’affetto non ha graduatoria di meriti. 

Ciao Sardei; e  non pensarci più! E se un giorno, come ha scritto oggi un giornalista romano; se un giorno racconterai ai tuoi figli le vicende di ieri e il tuo trauma, non dimenticar di dir loro che un gruppo di giovani (e alcuni non più giovani) ha pianto le tue stesse lacrime in quel momento e con te ha vissuto il tuo dramma…“.

 

logotwitterIvan Pugliese

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Redazione

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37 Commenti

  • LA STORIA E STORIA ,E COMUNQUE VISTA LA MALA POLITICA AIUTIAMO I GIOVANI IL FUTURO ANZI IL MOTORE FERRARI DEL CATANZARO E COSI’ AVRANNO FELICITA’ ANCHE I NOSTRI NONNI ………………I NOSTRI EX E CHI ABBIA OSSERVATO O AMMIRATO QUESTA GRANDE GRANDE PASSIONE ………..DOVE OGGI ……….LEGGI ………..AVVOLTOI ………….E PARTE DELLA POLITICA INESISTENTE ……….NON HA CAPITO CHE SE MUORE IL CALCIO MUORE LA CALABRIA NEL MONDO INTEROOOOO

  • Quasi stesso destino atroce del palermitano Arcoleo, che otto anni dopo, 1974, per un’entrata scomposta a pochi secondi dalla fine su quell’infame del bolognese Bulgarelli, che simulò il fallo, il Palermo poi perse la coppa.<br />
    Infatti, la sostanziale differenza fra noi e loro è che i rosanero aspettavano ormai il fischio finale dell’arbitro Gonella di Torino,certamente in malafede, per festeggiare.<br />
    Il grande rimpianto fu anche che il Palermo sbagliò più volte il raddoppio con Magistrelli e anche ai calci di rigore si trovò in vantaggio, ma quello decisivo fu poi <br />
    calciato sopra la traversa….più rapina di quella io non ne conosco.

  • Che bellissima pagina di amore per la propria squadra e rispetto per i giocatori che la incarnano degnamente.<br />
    <br />
    Sarebbe da incidere sulle mura dello stadio.

  • Grazie Ivan..per dirla col capostò, Storia no apologia. <br />
    Ero giovanissimo tifoso…ascolta Ivan: Sardei, libero, Lorenzini terzino sx, Bui bomber fortissimo di testa,Tonani, stopper di recente scomparso,Marini fludificante di dx, Maccacaro, rosso alessandrino ex centravanti, poi mediano,Gasparini, cervello centrale,Provasi che prendeva il pallone in una sola mano,Tribuzio , seconda punta, Vanini ? , ala dx.Marchioro , interno, poi allenatore del grande Milan…allenatori in campo lui e il Gaspa..è il Catanzaro dei grandi ricordi…per i più giovani…vuoi aggiungere il mister?Dai, ancora grazie a te ed ai vecchi tifosi che scrissero a Gino Sardei, si stava dai sei a dieci anni a giocare a Catanzaro…non sei mesi come ora!

  • Era un calcio assolutamente diverso da quello di oggi… Sebbene le magagne non siano mai mancate, era più genuino e vero ed un’esternazione d’amore come quella che leggiamo qui non può che commuovermi dal più profondo… Con tutto il rispetto per chi si sentirà offeso mi rivolgo ai nostri giocatori, anche a quelli che apprezzo di più come Giandonato. Nessuno degli eroi che vestirono i nostri colori ha mai desiderato essere un leader e sentirsi importante… addirittura gente che è stata ed è ancora considerata un "re" per il nostro popolo sportivo non ha mai avuto certe grandi velleità… ma sudava TUTTA LA SETTIMANA FINO ANCHE A TARDA SERA IN UN CAMPO BUIO (spesso solo in compagnia dell’immancabile vento e delle sagome piazzate davanti alla porta vuota) aspettando la domenica che sarebbe arrivata per onorare e deliziare il pubblico con il quale esisteva un rapporto quasi carnale!!! Quegli eroi hanno fatto innamorare i nostri padri ed i nostri nonni che, a loro volta, ci hanno lasciato un’eredità molto ricca, forse troppo, tanto che non riusciamo a considerare (anche se purtroppo dovremmo) quello che giochiamo come un semplice campionato di "legapro", bensì un canale di passaggio, che si è protratto per lunghissimo tempo, per panorami che più si addicono ad un amore come il nostro… Ai nostri ragazzi rivolgo una citazione che ho letto da qualche parte: "se solo sapeste cosa significa per noi quella maglia morireste sul campo pur di onorarla"… Onore grande ed infinito al "giallorosso" vicentino che a Catanzaro ha donato un pó del suo cuore e che Catanzaro non ha mai lasciato solo nemmeno quando lo sconforto avrebbe potuto prendere il sopravvento davanti ad un mancato traguardo di quelle proporzioni… Questo dovrebbe essere un grande esempio per tutti noi! Il Catanzaro non deve mai camminare solo…!!! Forza Aquile sempre!!!

  • A 20 punti dalle due prime a 11 punti dalla terza con un annata cosi ….un articolo del genere ti emoziona ..<br />
    Milanogiallorosso buon compleanno

  • Chi gioca con il cuore non teme la sorte,avevo 9 anni con mio Padre all’olimpico che emozioni indescivibili,per la prima volta vidi mio padre e tanta tanta Gente piangere in canottiera e cappello di carta………

  • E basta, non si può vivere di solo ricordi. Pensiamo a dove siamo e dove vogliamo arrivare, il passato è passato e non ritorna più.<br />
    <br />
    Come si dice? Amara consolazione.

    • Il passato è ciò di cui oggi siamo figli! Per cui molti (evidentemente tranne te) siamo fieri sostenitori… E gente, come quella che nell’articolo oggi si celebra, va onorata sempre, SEMPRE, ieri oggi e domani! Perché ci ha regalato quella fierezza che ancora oggi, a generazioni di distanza, ci fa riunire qui… Quindi per favore, almeno davanti a momenti come questi, partecipa con amore oppure taci…

  • GRAZIE PUNTO NET PER QUESTO REGALO. HAI PIU’ GIOVANI FARA’ CAPIRE COSA ERA IL CALCIO E COME E’ ARDUO ORA IL COMPITO DI ESSERE TIFOSI, QUANDO TI RENDI CONTO CHE CHI INDOSSA LA MAGLIA DELLA SQUADRA DEL TUO CUORE NON E’ SARDEI MANCO PALANCA E NEMMENO RANIERI. OGGI IL DIO DENARO HA CAMBIATO IL MONDO INTERO E IL CALCIO NON E’ ESENTE DI QUESTI CAMBIAMENTI. MA UNA SPERANZA ANCORA C’E’ ED E’ QUELLA CHE "AL CUORE NON SI COMANDA" SPERIAMO, DUNQUE, CHE NONOSTANTE TUTTO ANCORA MOLTI CUORI AVRANNO IL BATTITO "GIALLOROSSO". "FINCHE’ MORTE NON CI SEPARI" FORZA SEMPRE GRANDE CUORE GIALLOROSSO.

    • ……..E FORSE CAPIRANNO IL SIGNIFICATO DI INDOSSARE UNA MAGLIA PER LA QUALE DEVI COMBATTERE FINO ALL’ULTIMO ISTANTE……FORSE CAPIRANNO?????? MAH HO REALMENTE DEI FORTI DUBBI.

  • Sono ritornato a 49 anni fa, quando davanti al televisore ho assistito ad un’immeritata sconfitta,pazienza, purtroppo doveva andare in quel modo, Grazie per aver aperto una pagine triste sotto certi aspetti, ma, grandiosa sotto tanti altri. Speriamo che possa essere d’insegnamento per quelli che vanno allo stadio non per tifare ma per procurare danni, Per Gabriele tifoso serio e schietto,guardare indietro vuol significare far prendere coscienza di come eravamo noi tifosi, ingenui, sinceri squattrinati ma innamorati come lo siamo ora del nostro Catanzaro, non avevamo doppi fini ma il vedere quella maglia addosso a chiunque scendeva in campo ci faceva aumentare le palpitazioni, come se ti trovassi difronte alla ragazza che ti piaceva, questo era questo e’ il Catanzaro, questo dovrebbe essere il calcio e lo sport in generale,ma interessi diversi lo stanno minando, come la corruzione, la delinquenza la politica i poteri forti ad essa associata,allontanano le persone e le famiglie. Credo che nessuno di noi dovrebbe favorire o dare alibi perche’ questo succeda. Perche’ solo così si potrà tornare a vivere sereni una partita o un evento sportivo e e riempire gli stadi, Forza sempre giallorossi, e un saluto a tutti i veri tifosi del nostro magico Catanzaro<br />

    • Anch’io avevo pochi anni e ricordo benussimo i miei guardare quella partita. Ma non possiamo rinvangare sempre i fasti per giustificare e alleviare le sconfitte del presente. Io mi auguro di fare una vecchiaia brillante, cioe’ non mi immagini di diventare un vecchio seduto su una panchina a continuare a rinvangare il passato magari raccontando continuamente le mie attuali enormi virtu’ seduttive……… E’ una riba triste.

  • essereononessere, non è che io o gli altri, pur confidando che il buio passi in fretta, dimentichiamo dove siamo o quali tristi vicende viviamo attualmente contemplando i bei tempi andati per alleviare il momento doloroso… Semplicemente ci limitiamo a commentare un bellissimo pensiero nato dal cuore grande che i nostri tifosi hanno avuto in quella storica circostanza… La concretezza (ahimè) non ci dà scampo e noi (io almeno) non trascuro il presente, ma converrai con noi che sia quanto meno fuori luogo parlare d’altro in un momento contemplativo del passato… E poi scusa, mica vorrai correre il rischio di andare "fuori traccia" rispetto all’articolo proposto col rischio di essere cancellato o nel peggiore dei casi bannato??? 😉

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