Il Rompicalcio

Dalla parte della Nocerina

Scritto da Redazione
Una sentenza già scritta condanna i rossoneri a scomparire dal calcio. Ma le responsabilità per i fatti di Salerno sono di altri

La sentenza di morte è arrivata. La Nocerina è fuori dal campionato di Lega Pro, fuori dal calcio. Non bastava l’arresto del patron Citarella, accusato di associazione a delinquere. Non bastava una società sull’orlo del fallimento e senza un briciolo di speranza per il futuro. Non bastava una squadra di ragazzini volenterosi, allenati dal catanzarese Gaetano Fontana. No, tutto questo non bastava. L’onta dell’illecito sportivo si è abbattuta sulla Nocerina, prima società di calcio della storia ad essere estromessa dal campionato per responsabilità oggettiva e non diretta. 

Non ci interessa entrare nel merito della sentenza. Chi vuole può trovarla qui. Peraltro, non essendoci precedenti, sarebbe complesso commentarla. E soprattutto sarebbe inutile. Inutile perché la sentenza era stata già scritta ai piani alti del calcio e dello sport nazionale. Inutile perché la sentenza era già stata scritta da tutti i grandi media nazionali, preoccupati che il prodotto-calcio potesse uscire ulteriormente svalutato da una vicenda comunque gravissima. Inutile perché la sentenza era già stata eseguita dalle forze dell’ordine, dal Ministero degli Interni, dallo Stato con una pioggia di DASPO, di perquisizioni, di arresti legati ai fatti del derby del 10 novembre, ma anche a episodi precedenti. Inutile perché la criminalizzazione della città, dei tifosi, dei dirigenti, dei calciatori è stata unanime, pesante, scientifica da quel Nocerina-Salernitana che accese i riflettori su una piccola città di provincia che vive di calcio.

Intendiamoci subito. La farsa messa in scena dai giocatori rossoneri è stato un errore clamoroso. La necessità di tutelare contemporaneamente la richiesta dei tifosi (“non giocate perché non ci fanno assistere al derby“), l’incolumità dei calciatori impauriti dall’atteggiamento degli ultras rossoneri e l’interesse della società a non perdere i contributi della Lega per l’utilizzo dei giovani, partorì una decisione mostruosa. Tutti i tifosi di calcio, in quella giornata, si sentirono offesi dalla sceneggiata. Ma nessuno, tranne pochi giornalisti e osservatori, si interrogò sul vero motivo per cui quel 10 novembre è diventato il giorno nero.

La motivazione a monte è l’incapacità dello Stato, del Prefetto, delle forze dell’ordine di garantire la possibilità ai tifosi della Nocerina di recarsi a Salerno a vedere una partita di calcio, un derby atteso e sentitissimo, uno spettacolo di sport. Nonostante tutte le leggi restrittive, nonostante la tanto reclamizzata “Tessera del Tifoso”, nonostante il giro di vite per allontanare i violenti dagli stadi, nel nostro Paese non si riesce a garantire ai cittadini di poter assistere ad uno spettacolo come una partita di calcio. Per ignavia, incapacità, ignoranza. Con arroganza.

Questa vicenda è così surreale che la giustizia sportiva condanna la Nocerina con l’esclusione dal campionato, i dirigenti con l’inibizione, l’allenatore e i calciatori coinvolti (alcuni) con la squalifica. Ma, nel frattempo, la giustizia ordinaria punisce come delinquenti quei tifosi, quegli ultras che avrebbero minacciato la squadra in caso la Nocerina avesse acconsentito a giocare il derby. E quindi? Sono tutti responsabili? Sono violenti e delinquenti gli ultras che hanno minacciato i calciatori o hanno commesso un illecito sportivo i giocatori e i dirigenti?

Non affannatevi. Non c’è una risposta a questo interrogativo. È semplicemente una pezza sconcertante messa lì a coprire le responsabilità reali di chi dovrebbe garantire l’ordine pubblico. Di chi ha svuotato tutti gli stadi italiani. Di chi non è riuscito a estirpare i violenti dalle curve. Di chi, al contrario, ha allontanato tutti quei tifosi che durante tutta la settimana lavorano e, non avendo una laurea in “biglietteria”, rinunciano la domenica ad andare allo stadio.

E chi tutelerà i tifosi delle altre squadre che hanno comprato un abbonamento, hanno pagato un biglietto e hanno diritto di assistere alla partita con la Nocerina? Chi tutelerà le società per la perdita dell’incasso? Chi tutelerà quei poveri ragazzi di vent’anni che si ritrovano con una carriera stroncata da un disegno di altri? Chi tutelerà la regolarità di un campionato, partito con una formula folle senza retrocessioni, che rischia di trasformarsi in una barzelletta con l’esclusione dei rosso-neri? Magari non ci saranno gli estremi per una class action, ma resta lo sgradevole retrogusto che i destini di un campionato vengano decisi a tavolino.

La Nocerina è solo l’ultima vittima. . Questa è semplicemente una storia esemplare. Questa è la deriva misera del nostro calcio. Siamo tutti potenzialmente nocerini.

Forza Nocera, rialzati presto.

Ivan Pugliese

twitter_net@naracauliz

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