La Striscia

E’ andata come sempre: vogliamo continuare così?

L’Aversa coglie un meritatissimo pareggio. Tifoseria in fermento

 

Voglio aprire questa striscia pasquale con un piccolo riferimento statistico. Cari tifosi, state calmi e non avvelenatevi più di tanto. Ciò che succede nella Catanzaro calcistica di oggi è un film visto e rivisto e fra l’altro supportato anche da alcuni dati statistici che voglio proporvi.
Mi fermo solo ai campionati di “lodo” e inizio con ciò che riguarda il campionato della prima gestione Domenicali. Partiti con il freno a mano tirato, dopo sei splendide vittorie consecutive arriva la doccia fredda, sconfitta  interna con i lametini, addio campionato, ciao ciao sogni di gloria e un solo responsabile indiscutibile: non c’era una società.

Il secondo torneo neanche lo nomino. Mi riferisco a quello della gestione del catanzarese Silipo. Partimmo quasi come l’Inter di Moratti, ma dopo solo tre o quattro partite si capì che se l’anno prima eravamo durati cinque mesi, in quell’annata, come suole dirsi alla catanzarese, neanche “e Natala a Santu Stefanu”.

Quello della passata stagione, con Provenza in panchina, è quasi simile al campionato attuale. Manca solo l’epilogo e poi saremo più precisi. Di certo, anche l’anno passato a gennaio, con gli arrivi dei pimpanti Falomi e Pippa, si capì che la città che si fregia del titolo di capoluogo della Calabria lo è solo sulla carta: a livello calcistico e soprattutto in termini societari siamo il Borgo Rosso della regione.

Che senso ha oggi parlare di calcio? Bisogna parlarne. Innanzi tutto diamo i giusti meriti all’Aversa dell’irriconoscibile Juary (aialà che pancetta, ma è stato un piacere rivederlo) che ha ben giocato, ha meritato il pareggio e ha imbrigliato uno spuntato Catanzaro. Del Catanzaro nulla da dire: per usare una frase classica nel gergo calcistico, “non pervenuto”.

E’ stata la più brutta partita del Catanzaro di Auteri. In una situazione normale, e senza quanto suddetto, ci può anche stare. Il campionato e il vantaggio accumulato in precedenza sulle avversarie è stato dilapidato, la rosa ristretta e l’errato mercato di gennaio hanno fatto il resto. Le lacune di oggi (stanchezza fisica, poca lucidità e cambi ininfluenti) sono una prova lampante di una società precaria. Non è corretto buttare la croce addosso a questi ragazzi: è giusto che facciano il loro dovere fino in fondo, ma è anche giusto ricordare quante difficoltà hanno il giorno di San Paganino.

Dispiace che Auteri se la sia presa perché qualcuno ha accusato i suoi ragazzi di scarso impegno. Mister, il tifoso è passionale ma è anche “stupido” a volte. Lo capisca: in tante occasioni sono svaniti sogni che sembravano a portata di mano.

Sappiamo bene che attualmente i suoi ragazzi nell’arena ci vanno da soli e sono un bersaglio facile. Ma non è colpa nostra se chi deve assumersi le responsabilità di aver preteso di guidare una squadra (che ancora ha un nome nonostante tutto) ha accettato di farlo credendo di guidare una società di un quartiere della lontana Cuneo. Non dia colpe ai tifosi: lei ha allenato in tante piazze ed è stato anche un buon calciatore. Le colpe le dia a chi, in questi mesi, è stato presente per modo di dire. Incolpi chi oggi doveva venire allo stadio per vedere la “minoranza” e l’effetto che fa.

Vedere l’effetto che prova un tifoso che per quattro anni si sobbarca trasferte,  paga l’abbonamento,  sacrifica la famiglia,  antepone il calcio ad ogni cosa e poi si sente preso per i fondelli è triste.

A proposito della “minoranza”, è giusto che il Signore che ora è nella lontana Cuneo sappia (se qualcuno non glielo ha già riferito) che anche oggi lo stadio ha apprezzato tantissimo gli innominabili. Se lei vuole, la canzoncina “finché vivrò, ecc ecc” potrà farsela anche canticchiare. Di certo c’è che oggi allo stadio, mancando le giocate di Longoni (capita…fa anche parte del gioco), l’unico vero applauso è stato in quei momenti.

Non mi dilungo più di tanto sull’argomento ma è giusto anche rammentare che la “minoranza” dei tifosi, questa volta gli Ultras 73 (che nel bene e nel male in questa categoria umiliante è da più di un decennio che seguono il Catanzaro, sia esso Us o Fc) dopo il comunicato del Blocco 1929, anche loro attraverso il giornalino d’informazione hanno “apprezzato” i due innominabili. Come? Se lo faccia faxare magari oppure qualcuno gli conservi una copia da leggere: ci sono tre punti fondamentali scritti dalla “minoranza” che dimostrano “tanto amore” .

A fine partita la tifoseria organizzata si è riunita: entro martedì prossimo (date le feste pasquali) usciranno due comunicati: uno degli ultras, l’altro del Blocco 1929. I punti che saranno trattati, in virtù di una ritrovata compattezza (caro Aiello), convergono: Aiello torni urgentemente e senza alcun appello nella ridente Cuneo e il Sindaco Olivo convochi urgentemente un tavolo istituzionale con Presidente della Regione, Presidente della Provincia, onorevoli deputati catanzaresi, consiglieri regionali eletti di maggioranza e minoranza, tranne uno.   

Un’unica richiesta: la Catanzaro calcistica PRETENDE una società seria. Gli imprenditori ci sono e i nomi li conosciamo tutti, basta con i “punti interrogativi”.

E’ questa l’unica soluzione: altre strade non sono più percorribili. E’ da più di vent’anni che siamo diventati anonimi e che viviamo di una storia e di ricordi che le scottature (non uso un termine volgare per rispetto) stanno cancellando.

SF

Autore

Salvatore Ferragina

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