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Enrico Brignola, caratteristiche inedite per il Catanzaro di Vivarini

Scritto da Emanuele Mongiardo

Mettere mano a un organico da sessantatré punti in ventitré partite è impresa ardua. Il Catanzaro, però, non può permettersi di lasciare nulla di intentato, e allora è giusto intervenire dove può esserci margine di manovra. L’acquisto di Enrico Brignola dal Benevento, in questo senso, è un innesto oculato. Magalini e Foresti si aggiudicano un giocatore abbastanza giovane (ventitré anni) e aggiunge un profilo che mancava in rosa: un’ala/mezzapunta mancina abile nel dribbling stretto. Senza dimenticare che, se dovesse accadere ciò che tutti desideriamo, Brignola tornerebbe utile anche al di fuori della Serie C.

Brignola era salito alla ribalta ormai cinque stagioni fa, nel Benevento di De Zerbi. Poco più che maggiorenne, era riuscito a ritagliarsi il suo spazio in Serie A, dove aveva mostrato buone qualità nel dribbling e nei tiri da fuori. In circa metà stagione, il ragazzo di Caserta aveva accumulato oltre mille minuti e aveva messo a referto tre gol e due assist. In quel momento, Brignola era uno dei giovani più interessanti del calcio italiano. Poi, però, pian piano il suo talento è finito nell’ombra. De Zerbi lo aveva portato con sé a Sassuolo, ma la titolarità sulla fascia destra di Mimmo Berardi era inscalfibile. La società neroverde, allora, lo aveva spedito in prestito al Livorno, dove, in una stagione condizionata dagli infortuni e dal Covid, aveva sommato appena quattro presenze. Per lui era l’inizio di una peregrinazione in giro per la Serie B, tra la Spal, il ritorno al Benevento e i prestiti a Frosinone e Cosenza.

Insomma, Brignola arriva al Catanzaro in un momento un po’ cupo della sua carriera, ma ci sono tutte le premesse per rimettersi in sesto e diventare uno dei giocatori più importanti per Vivarini.

Cosa aspettarci da Brignola

Sul rendimento di Brignola negli ultimi mesi – e in generale sulle sue ultime stagioni – va fatta una grossa tara relativa al contesto di gioco. Il Cosenza è una squadra in grave crisi, dove ormai monta la contestazione e dove è facile deprimersi per via dei risultati. In più, Dionigi e Viali hanno offerto uno spartito tattico per nulla favorevole a un giocatore come l’ex Bevenento. I rossoblu, infatti, giocano in maniera speculativa, abbassano il blocco e provano a colpire solo con rare ripartenze. Brignola, in un sistema del genere, è costretto a ripiegamenti profondi e quindi a ricevere palla lontano dalla trequarti avversaria: per un giocatore brevilineo, senza troppa velocità in allungo, è scomodo coprire porzioni di campo così ampie. Questo tipo di scenario è stato una costante lungo i suoi prestiti. Brignola è un giocatore tarchiato, rapido in spazi stretti, e che quindi dà il meglio in campo corto: difatti, il contesto di tutte le partite del Catanzaro in Serie C, dove gli avversari lasciano volentieri palla e predominio territoriale a Iemmello e compagni.

A favorire ulteriormente Brignola, poi, dovrebbero esserci i principi di Vivarini. L’allenatore con cui il nuovo attaccante dei giallorossi ha offerto il rendimento migliore è stato Roberto De Zerbi, tecnico dalla vocazione offensiva, per cui il possesso si sviluppa con combinazioni sul corto e con linee guida chiare per i giocatori. Vivarini non pratica un gioco di posizione puro come quello di De Zerbi, ma in molti principi gli si avvicina. Brignola troverà una squadra a cui piace sviluppare il gioco con calma, dove chi ha la palla ha sempre dei riferimenti vicino e in cui i giocatori sanno dove spostarsi in base alle scelte dei compagni. In più, ritroverà Pietro Iemmello, che era stato suo compagno proprio al Benevento in Serie A.

Lui, poi, dovrà metterci del suo, offrendo quelle caratteristiche che mancano in rosa a cui abbiamo accennato. Intendiamoci, al Catanzaro non manca chi salti l’uomo. Brignola, però, lo fa in modo diverso rispetto a chi c’è già. Mentre Sounas eccelle nella protezione palla e Vandeputte adora convergere o andare in allungo, a Brignola piace insinuarsi in spazi stretti grazie alla rapidità nel breve e in più è abituato a ricevere tra le linee, nei corridoi intermedi del campo. A dispetto delle qualità in uno contro uno, poi, non è un solista, ma gli piace avvicinarsi ai compagni per triangolare.

Certo, l’undici titolare del Catanzaro ormai è consolidato e Brignola potrebbe entrare spesso a gara in corso. Cosa aspettarci allora in questa seconda parte di torneo? Il casertano, da mancino, potrebbe giocare nella posizione di Sounas, in quell’ibrido tra mezzala e trequartista sul centro destra. Oppure, potrebbe affiancare Iemmello al posto di Biasci, sempre gravitando verso destra per giocare a piede invertito. Per via della statura e della propensione offensiva è più difficile immaginarlo esterno destro al posto di Situm, ma non è detto che, in emergenza, Vivarini non possa provarlo anche in quella posizione – portando a una squadra con due quinti a piede opposto, fatto piuttosto insolito.

Al di là della posizione, le caratteristiche di un calciatore come Brignola a partita in corso sono preziosissime. Le avversarie del Catanzaro hanno iniziato a giocare in maniera sempre più accorta. Per scardinare una difesa chiusa, allora, cosa c’è di meglio di un dribblatore? Il suo uno contro uno, insieme ai centimetri di Pietro Cianci, sarebbe il piano B perfetto contro rivali in grado di bloccare le classiche trame dei giallorossi. Senza contare che un acquisto dalla cadetteria serve anche per sbattere i pugni sul tavolo di una lotta promozione destinata a protrarsi fino alle ultime giornate.

Autore

Emanuele Mongiardo

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