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Esclusiva DB Radio – Manuel Sarao: «Dispiaciuto per aver lasciato Catanzaro. Avrei voluto giocare nell’attacco di Auteri »

Scritto da Samuele Cardamone

A NetClub l’attaccante del Cesena interviene sulla sua nuova esperienza nel girone B di serie C e ritorna sull’annata che lo ha visto protagonista del play out salvezza contro la Vibonese.

Ospite telefonico a NetClub, la trasmissione su DB Radio condotta da Matteo Pirritano e Francesco Panza, parla dell’esperienza emiliana e del suo passato tra giallorossi e biancoazzurri svelando alcune curiosità.

Ecco le sue dichiarazioni:

Come sta andando la tua esperienza a Cesena e che differenze hai notato tra il girone del sud e quello del centro?

“Mi trovo benissimo in Emilia, mi ha accolto una piazza che veramente vive di calcio. Ho trovato il mister Modesto che pretende tanto da tutti per riuscire a proporre la sua idea di gioco che è molto propositiva. Spero di riuscire a rendere i tifosi sempre più felici. I gironi B e C sono molto simili, ritrovo lo stesso livello di difficoltà. La differenza maggiore forse la noto sul piano della logistica, qui sono più preparati.”

Sarao aggiunge quali, per lui, sono le squadre migliori del girone B:

“Fino ad adesso il Padova è la squadra che più mi è piaciuta. Il Vicenza, nostro prossimo avversario, si giocherà il campionato fino alla fine. A queste aggiungo proprio il Cesena perchè noi ci siamo e vogliamo continuare a far bene.”

Partita speciale per te quella di domani al Ceravolo, che idea ti sei fatto sulle due compagini dopo queste prime 7 giornate?

“Il Catanzaro ha perso l’ultima partita, ma è una squadra fortissima che se la giocherà fino alla fine con Reggina, Bari e Ternana. I giallorossi possono dire la propria in ottica campionato e spero che riescano a togliersi delle soddisfazioni.”

“Quando sono stato tra le fila delle aquile si era creato un forte legame con la città. Sarei rimasto volentieri, purtroppo quando arrivò la società nuova dopo il play out qualcosa è andato storto. Il calcio è fatto di momenti e in quel frangente è andata così.”

Giocare in piazze importanti è sempre un punto a favore o può rappresentare un problema?

“Ogni calciatore ha un carattere diverso, qualcuno preferisce la tranquillità mentre a me piace stare sotto pressione. Ho sempre voglia di prendermi questo tipo di responsabilità trasformando la pressione a proprio favore per tirare fuori il meglio. In alcune situazioni bisogna pensare da tifoso e non da calciatore, ognuno di noi che scende in campo deve cercare di mettere da parte i pensieri egoistici sulla propria carriera per tirare fuori tutta la passione per la maglia che si indossa come fanno i tifosi.”

In estate ci sono state delle voci sul tuo ritorno a Catanzaro. C’è stata davvero una possibilità di rivestire la maglia giallorossa?

“Si, c’è stata qualcosa ma oggettivamente nulla di concreto. Quando si è interessato il Cesena lo ha fatto in modo deciso e si è chiusa in pochi giorni. Mi sarebbe piaciuto giocare nell’attacco di Auteri, è un mister preparatissimo ed uno dei migliori della categoria. Ha molte possibilità di variare le opzioni offensive grazie all’abbondanza. Io sono un tifoso catanzarese, quando la squadra va bene sono felicissimo. È una città che merita tanto, speriamo riesca a conquistare qualcosa di importante.”

“Mi è dispiaciuto andare via, è stata un’annata particolare dove ho avuto un infortunio serio che mi ha tenuto ai box per quattro mesi. È stato difficile giocare in situazioni di tensione pesante ma alla fine ci siamo salvati ed è stato emozionante, spero che a Cesena possa emozionarmi per qualcosa in più.”

“Ogni tanto sento il mister Erra, quella salvezza è stata toccante. A fine partita contro la Vibonese ci siamo sciolti in abbracci e lacrime con il mister e con gli altri ragazzi che si sono presi la responsabilità di risollevare il Catanzaro, non sarà stato eccezionale ma abbiamo raggiunto il nostro obiettivo.”

“Col senno di poi sarebbe andata meglio se Erra fosse rimasto tutta la stagione, se è andato via qualcosa non andava. Non so se con la società era naufragato il rapporto, non penso sia stata colpa di noi giocatori. Quando è tornato non ha rimuginato su quanto successo ma si è rimboccato le maniche e ci ha portato alla salvezza con grande professionalità, non so in quanti l’avrebbero fatto.”

“La cosa che porterò sempre nel cuore è l’affetto che la gente ti da quando vieni apprezzato non solo come calciatore ma anche come uomo, questo è motivo di orgoglio. Sono contento di aver lasciato un segno.”

Ad Aprile sei stato l’artefice di una doppietta al Ceravolo nella vittoria della Virtus Francavilla per 2-3. Che emozioni ti ha regalato quella partita?

“Ho provato una sensazione strana, ero felice a metà. È stata una giornata di rivincita nei confronti della gente che non ha creduto in me.”

Quali sono i compagni che porteresti sempre in campo con te e quale difensore ti ha fatto più faticare in carriera?

“Ce ne sono tanti che vorrei al mio fianco, non faccio nomi perché non vorrei offendere gli esclusi (ride,ndr). Ciccio Cosenza è stato un difensore che ho affrontato più volte e mi ha sempre fatto soffrire.”

Il tuo goal con la maschera è diventato iconico, ci racconti il retroscena di quella partita “mascherata”?

“Io mi ero rotto il naso in rifinitura la mattina prima rischiando di non giocare, solo grazie a Carmelo Moro che è andato a Reggio Calabria a prendere una maschera protettiva sono riuscito a scendere in campo. Appena sono andato a fare le visite in ospedale si è adoperato per risolvere la situazione insieme al dottor Caglioti. Non era proprio della mia misura però alla fine è andata bene.”

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Autore

Samuele Cardamone

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