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Il Catanzaro a metà del guado (Parte 1)

Scritto da Davide Greco

Dall’attacco più prolifico al possesso palla più sterile. I giallorossi steccano l’andata, non ci sono con la testa e nel gioco

Doveva essere l’anno della svolta, la stagione che chiude un progetto biennale con la conquista del traguardo più ambito. E invece è andato tutto storto o quasi.

È ancora viva la fiammella della speranza di disputare una seconda parte di stagione a buoni livelli. Ma sono in pochi a crederci, solo dal campo può e deve arrivare un segnale forte.

Quattro ritocchi

Al Catanzaro servivano quattro ritocchi. Quanta eco per questa amara constatazione che è costata moltissimo in termini economici e di credibilità alla società giallorossa.

A finire sul banco degli imputati è stata l’area tecnica, con le discutibili scelte del mercato agostano quando ci si aspettava che maturassero i frutti della programmazione biennale, ma non di meno il presidente in persona che ha attirato su di se diverse critiche per i risvolti negativi della stagione in corso.

Serviva una saggia calibrazione delle risorse, un irrobustimento dell’organigramma societario, una sapiente individuazione delle pedine mancanti, un lavoro a più mani che rendesse più forte una squadra già fortissima.

Peraltro avendo avuto tutto il tempo di prepararsi e ben consci che l’unica cessione eccellente sarebbe stata quella di D’Ursi. Dopo la partenza di Eugenio era necessario individuare un finalizzatore, qualcuno capace di stare nel tridente auteriano con precise caratteristiche ormai note ai più.

Rientrare, far movimento, cambiare posizione, dialogare nello stretto, superare l’avversario facendo correre più la palla che le gambe. Il tormentone del ci vò a punta non è mai del tutto passato di moda, tornando puntualmente a bomba all’indomani di quelle (poche) partite che nessun attaccante riusciva a decidere in favore dei giallorossi.

La cessione di Infantino si era trasformata in un paradosso quando l’ex ariete giallorosso arrivò a collezionare più gol che presenze nella nuova squadra, dopo una lunghissima sequela di infortuni nella città sui tre colli.

Al suo posto Bianchimano, capace di vedere la porta come pochi, ma fragile fisicamente, dannatamente troppo esile per resistere agli urti della terza serie. Il suo atto finale va in scena ai playoff contro la Feralpi, dolorante a terra con il passaggio del turno appeso a un filo e la tifoseria esasperata da tanta iattura.

Nel segno di Auteri

Nelle geometrie di mister Auteri c’era poco spazio per le individualità, come i moschettieri si era tutti per uno e uno per tutti. E lo stesso principio valeva in tutti i reparti, in attacco come in mezzo al campo dove le doti tecniche erano un valore aggiunto.

La capacità di giocare in ampiezza premiava le doti da velocista di Kanoutè, ma anche le qualità tecniche di Fischnaller che era stato reinventato nel ruolo di esterno d’attacco. E poi c’era quel D’Ursi che non ne sbagliava una, sempre pronto a muoversi su tutto il fronte offensivo a fine stagione totalizzerà ben 16 reti complessive.

La circolazione della palla, la capacità di break, l’apertura nello spazio, l’uno-due corto e la palla lunga, infine le coperture preventive avevano promosso a pieni voti capitan Maita, il motorino Iuliano e il mastino De Risio.

Statella si era conquistato la fama di giocatore di categoria superiore, la corsia destra era cosa sua. Come poteva essere altrimenti? Il suo dialogo con Kanoutè rappresentava l’essenza stessa del gioco del calcio. Che binomio quei due! Che sinergia!

 

A sinistra Favalli non era riuscito a esprimersi a pari livelli pur avendo come compagno d’armi un certo Fischnaller. Meno costante sul piano della tenuta atletica, Favalli difendeva meglio di come attaccava, sottigliezze se si considera che l’attacco aveva battuto tutti i record.

L’arrivo di Casoli non diede i frutti sperati, ma averlo in rosa significava poter contare su un jolly a tutto campo e col tempo si sarebbe trasformato nell’uomo in più che serviva ai giallorossi nei momenti di difficoltà.

In difesa l’elemento cardine era Celiento, che con innata scioglievolezza dettava i tempi della retroguardia, arginava gli avversari e in più sapeva farsi trovare pronto in area avversaria collezionando ben 5 reti a fine stagione. Difensore arcigno, deciso, risoluto ma soprattutto corretto: solo 7 cartellini gialli, qualcuno per proteste.

La prolungata assenza di Pambianchi e Signorini aveva costretto Riggio e Figliomeni agli straordinari, l’impiego prolungato di Nicoletti non aveva convinto del tutto. In difesa spesso era emergenza vera, ma quello dell’infermeria piena sarebbe stata una costante di tutta la stagione.

A gennaio Signorini tornerà disponibile, mentre Figliomeni continuerà a guidare con autorevolezza un reparto non irresistibile ma coeso, che aveva bisogno anche di Riggio e nel quale il giovane giallorosso aveva dato prova di sapersi destreggiare pur senza eccellere.

Scarsi di numero e con poche soluzioni in molti ruoli, il Catanzaro di Auteri si guadagnò con grinta la palma di squadra che esprimeva il miglior gioco. Il clamoroso rigore di Giannone sancì l’inizio della resa. Le gambe e la testa mollarono di schianto la rincorsa alla vetta.

Il Catanzaro arrivò terzo dopo una stagione esaltante, conscio di una rosa ben allenata e pronta a giocarsela contro chiunque.

La legge di Murphy

Tutto quello che poteva andare storto è andato storto. A cominciare dall’esonero di Auteri che ha letteralmente stravolto la tifoseria e ridisegnato una formazione che non ha fin qui convinto né per lo spirito né per il gioco.

Quei famosi quattro ritocchi erano arrivati o almeno così sembrava. Urso a centrocampo in luogo di Iuliano, Nicastro in attacco al posto di D’Ursi, Martinelli in difesa al posto di Pambianchi e poi Di Livio, un altro figlio d’arte alla corte di Auteri.

Ma la lista dei rinforzi era stata pensata molto più folta con gli arrivi del talentuoso Mangni, delle giovani scommesse Elizalde Bayeye Novello e Calì, passando per Quaranta e l’esperto Pinna senza dimenticare Risolo e Tascone.

Una corazzata? Purtroppo no. Nonostante le premesse la rosa del Catanzaro veniva ignorata dagli opinionisti, relegata ad un quinto posto dietro Bari, Ternana, Catania e Reggina.

Quasi un funesto presagio, poi rivelatosi purtroppo veritiero.

Catanzaro, atto primo

Il Catanzaro si è presentato ai nastri di partenza con una condizione atletica non al top, ma forte di meccanismi ben collaudati che hanno consentito alle aquile di avere la meglio sul Teramo, sul Monopoli e sulla Sicula Leonzio con l’intoppo del pareggio di Bisceglie.

La vittoria sul Teramo è arrivata grazie alla splendida prova di Kanoutè, Statella e DeRisio che hanno dettato legge davanti a una bella cornice di pubblico. Il pari di Bisceglie è merito della giornata di grazia del portiere Casadei che nega la vittoria ai giallorossi ridisegnati da Auteri con il 4-3-3 dopo l’ingresso in campo di Di Livio.

A Viterbo il Catanzaro rimedia la prima sconfitta, sulle corsie laterali mancano Statella e Favalli cosi Auteri decide di schierare Di Livio e Celiento che non hanno nelle corde quel tipo di posizione e i giallorossi capitolano di fronte alla rabberciata ma volenterosa squadra laziale.

Contro il Rieti è ancora emergenza sulle corsie laterali, ma questa volta Casoli e Nicoletti non fanno rimpiangere gli assenti. Il piccolo turnover deciso da Auteri premia le aquile che conquistano i tre punti con una doppietta di Bianchimano.

A Caserta arriva la seconda sconfitta. Un Catanzaro rimaneggiato, Casoli e Nicoletti ai lati con Risolo al fianco di Maita e Fischnaller in panchina, rinuncia a giocare per tutto il primo tempo andando negli spogliatoi sotto di due reti grazie alla splendida prova di Castaldo.

Siamo solo all’inizio del campionato eppure qualcosa non torna. Perdere si può anche perdere, ma è il tono delle prestazioni a non convincere. La tifoseria inizia a chiedere maggior determinazione, viene esposto il primo striscione con un chiaro invito a tirare fuori gli attributi.

Così il match successivo contro la Virtus Francavilla vede le aquile tornare al successo con Statella e De Risio in campo e Bianchimano al centro dell’attacco.

Nonostante i tre punti si percepisce che qualcosa non gira per il verso giusto. Fischnaller appare a tratti irriconoscibile, Nicastro non ha ancora infiammato il cuore dei tifosi, l’infermeria è un continuo andirivieni e a centrocampo si soffre troppo, soprattutto l’assenza di chi doveva fare la differenza come Urso.

Il derby contro la Reggina e la successiva sconfitta interna contro il Potenza determinano l’esonero di mister Auteri.

Ah! se quel palo fosse entrato…

Un gol è un gol, un quasi gol non è nulla. Il palo di Fischnaller nella sfida contro la Reggina assume i contorni del classico spartiacque così come era stato per il rigore di Giannone a Castellamare. Il Catanzaro esce sconfitto da un derby infuocato con una lunga coda di polemiche per quanto avvenuto negli spogliatoi e per la goliardia del presidente reggino.

Piovono comunque molte critiche sulle scelte di Auteri per via di alcuni cambi non azzeccati e per alcuni accorgimenti tattici non esattamente funzionali. Ci sono poi altre questioni non del tutto chiare come il perdurare di Pinna in tribuna o le prestazioni poco convincenti di altri.

Il match casalingo contro il Potenza sancisce definitivamente la crisi in casa giallorossa. I lucani passeggiano sui resti del Catanzaro di Auteri che verrà poi esonerato. I giocatori non seguono più il mister e poi ci sono quei famosi motivi extracalcistici che ancora fanno discutere.

Il progetto biennale si conclude nel peggiore dei modi con la tifoseria che addossa la maggior parte delle colpe al direttore sportivo, poi riconfermato, e con la presidenza che decide per il clamoroso esonero di uno degli allenatori più forti della serie C.

Catanzaro, atto secondo

Il dado è tratto! Alla vigilia del turno infrasettimanale contro il Bari, Grassadonia viene chiamato alla guida delle aquile. La sconfitta in terra pugliese appare quasi certa, ineluttabile, come uno scomodo dazio da pagare in virtù del repentino cambio tecnico.

Il nuovo mister non ha materialmente il tempo di impartire nuove direttive e si limita a presiedere in panchina assistendo a uno spettacolo indecoroso. I giallorossi non tirano nemmeno una volta nello specchio della porta.

Il Catanzaro sembra una barca alla deriva che ha appena perso il suo capitano e che ha deciso di invertire rotta, ma il vento è ancora decisamente contrario.

Digerita la sconfitta contro il Bari c’è da vedersela con il fanalino Rende, ancora una volta Grassadonia ha pochissimo tempo a disposizione. Si fa affidamento nella volontà dei calciatori di riscattarsi, anche alla luce delle parole del presidente Noto che aveva dichiarato “non avranno più scuse”.

Finisce 1-1 fra i fischi sonori di un Ceravolo ancora incredulo. Una settimana più tardi arriva l’Avellino del neo tecnico Capuano, i giallorossi ritornano alla vittoria con il nuovo assetto tattico (il 3-5-2) e Pinna che fa il suo esordio in campionato.

A Cava de’ Tirreni il Catanzaro racimola un modesto punticino grazie a una prodezza di Fischnaller, che insieme a Maita era partito dalla panchina fra l’incredulità generale.

Grassadonia vince facilmente e con merito contro il Catania con un rotondo 3-0, poi però tracolla fra le mure amiche contro la Ternana che nel frattempo è cresciuta moltissimo come squadra. Il feeling con il nuovo tecnico non decolla, la tifoseria ancora non digerisce l’involuzione negli schemi e uno strano approccio alle gare.

Il nuovo mister si lancia in avventurosi comunicati stampa parlando di spareggi e di finali, ma il pubblico giallorosso veniva da progetti e dichiarazioni di ben altra portata che stridono inevitabilmente con le dichiarazioni di Grassadonia.

Nelle ultime tre gare del 2019 il Catanzaro racimola un modesto pari contro la Paganese e una striminzita vittoria contro il Picerno. In mezzo c’era stato il recupero della sfida contro la Vibonese dove la sorte non ha sorriso ai giallorossi che non sono andati oltre il risultato ad occhiali.

Spareggi e finali validi come un voucer per allontanarsi dalla zona play-out non senza il solito corollario di critiche per quanto visto in campo, soprattutto nell’epilogo stagionale della partita di coppa contro il Catania.

Ancora una sconfitta che non va giù all’ambiente. La società giallorossa si chiude per la seconda volta in silenzio stampa (era già accaduto dopo la sconfitta casalinga contro il Potenza), la tifoseria al Ceravolo è drasticamente scesa di numero. L’entusiasmo è sparito.

 

continua con la seconda parte >>

Autore

Davide Greco

18 Commenti

    • Gli episodi ci stanno, ma non credo miglioravano la situazione. La rovesciata a bisceglie, il palo di Reggio, la traversa contro il Potenza, a mio parere sempre scarsi rimanevano i calciatori. Non puoi campare sugli episodi. Il Potenza è venuto qua e ci ha distrutto, e lo avrebbe fatto anche se fosse entrata quella traversa

  • Mi sembra azzardato paragonare il palo di Reggio al rigore di Castellamare. L’anno scorso venivamo da un periodo impressionante, giocatori in formissima, il publico per la prima volta che remava nella stessa direzione, un calcio che a Catanzaro non si vedeva da 30 anni. A Reggio siamo arrivati dopo due mesi senza mai convincere, malumori anche dopo due domeniche da capolista, gioco che non decollava e nuovi acquisti che non convincevano. Auteri ha fine hanno ha chiesto 3-4 elementi di spessore, perché la squadra l’anno scorso era fortissima, invece ne sono arrivati 15 mediocri…chi ha pagato? Auteri. Se cacci Auteri devi prendere mourinho e no grassadonia, perché se vai a Sala trovi decine di allenatori migliori di lui..Noto se vuoi riconquistare la piazza spendi, ma bene! FORZA MAGICO..

  • stefche’.. da quale fonte hai saputo il fatto che Auteri nn abbia chiesto qui 15 elementi proprio lui.. !?
    La lista della spesa la fa sempre e solo lui dove sia sempre approdato da che mondo è’ Mondo. Mah .. ancora di Auteri santo subito parlate?.. che pochezza .. povero Noto… lol

  • Per salvare la stagione e puntare diritti al 6 posto approfittando della caduta libera del Catania, mandiamo via il DS Lo giudice richiamando Auteri e non avremo paura di nessuno.
    Dei fatti extracalcistici a noi nulla interessa egregio Alberto ,forse interessano solo te e per questo ti nascondi dietro parole fatte,qui si fa e si parla di calcio.
    Altro all’infuori del calcio giocato nulla interessa.
    Facciamo tutti quanti ed in primis il Presidente NOTO un bagno di umiltà e sbundamu a tutti senza aver paura di nulla e nessuno.
    Diffondiamo ottimismo e remiamo tutti insieme per il ritorno di Auteri che tutti ci invidiavano.
    NOI SIAMO IL CATANZARO. SEMPRE

  • Mandare via oltre sti giocatorini da strapazzo tranne fisc e celiento anche mister nessuno alias grassadonia e lo giudice. Programmare per il prossimo campionato, cercando di fare una salvezza tranquilla, perchè con grassadonia anche la salvezza sarà un miraggio. Buon anno a tutti

  • Auteri Auteri ancora Auteri i tifosi quelli stupidi però non hanno capito che a Catanzaro non ritornerà mai più…….Se si sapesse la verità nessuno parlerebbe più di Auteri……Noto un signore d’altri tempi…….Tifosi imbecilli……

  • Nè Auteri né Grassadonia. Per arrivare sesti senza polemiche basta Giampà.
    Invece faremo fare la campagna acquisti a Grassadonia e dopo Teramo lo manderemo via a furor di popolo

  • Ma a causa i Giampa’ c’è l’ha il patentino di Vover hanno x allenare nei campionati prof.. e poi a esperienza come sta ?!..
    ma che vi fumate al lido .. lol

    • Ma scusate il Giampa’ c’è l’ha il patentino di Coverciano..
      abile x allenare nei campionati prof.. e poi a esperienza come sta ?!..
      ma che vi fumate al lido .. lol

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