Rassegna stampa

Il Catanzaro liquida il Paterno’

Segnano subito Morello e Corona: i giallorossi liquidano la pratica Paternò
Catanzaro, bastano 20 minuti
Ripresa sotto la pioggia senza particolari emozioni.
Da “IL QUOTIDIANO”

CATANZARO ­ Sono bastati venti minuti al Catanzaro per mettere sotto il Paternò. Una squadra certo generosa, ma incapace di tirare in porta se non grazie a un paio di calci piazzati finiti alle stelle. Merito soprattutto della formazione allenata da Piero Braglia, in rete con Morello alla prima progressione seria e che poi ha sigillato il risultato positivo con un colpo di testa di Corona.
Qualcuno ha paragonato il recupero con i siciliani, giocato per metà sotto una fitta pioggia e quasi costantemente minacciato dalla nebbia, a un buon allenamento in vista della trasferta di L’Aquila. Ma non è andata proprio così, e del resto quello che conta è l’aver conquistato un’altra vittoria che piazza i catanzaresi a tre punti dalla vetta.
Un risultato che soddisfa tutto l’ambiente, giunto a sette giornate dalla fine della stagione regolare, con una partita autoritaria che ha riconfermato motivazioni e qualità dei ragazzi visti in campo tre giorni prima contro il Giulianova. Ieri il Catanzaro ha saggiamente controllato buona parte della gara, rimasta presto orfana di uno dei protagonisti (Tombesi) reo di un fallaccio che ha fatto saltare in piedi tutto il Ceravolo.
Si sono vissute anche fasi di nervosismo, provocati dall’atteggiamento a volte troppo aggressivo dei giocatori rossoblu. Entrate decise, contrasti duri, qualche battibecco tra le panchine. Poi la calma, che nella ripresa diventa via via noia. La partita si è riaccesa qua e là, specie dopo l’ingresso di Caterino, Luiso e Biancone, con l’ex anconetano mobile e volenteroso. Alla fine l’anelato terzo gol non è arrivato, i tre punti sì.
LA CRONACA. Una torciata della “Capraro” illumina l’avvio di gara, che mostra subito i padroni di casa arrembanti. E già al 2′ potrebbero passare se Morello fosse più fortunato su un lunghissimo lancio di Lafuenti, che rimpalla sul corpo di un difensore siciliano prima che l’attaccante possa battere a rete a tu per tu col portiere. Il Paternò, imbottito tra centrocampo e difesa, fa quel che può. Ma deve capitolare al 10′. L’azione è da manuale, una ripartenza velocissima che mette in moto Corona, il centravanti vede Toledo a destra, fuga sul fondo e palla dentro per l’accorrente Morello che di destro insacca. Terzo centro personale per il ventiseienne di Bagnara, sommerso dagli abbracci dei compagni sotto la vecchia curva ovest. Al 17′ c’è una punizione dal limite per i giallorossa, per un “sandwich” di Tombesi e Russo sul brasiliano, che non porta nulla di buono.
Passano tre minuti e il Catanzaro raddoppia con Giorgio Corona, alla sedicesima rete in campionato, con un preciso colpo di testa su altrettanto preciso traversone di De Simone. Al 24′ la partita rischia di trasformarsi in un match pugilistico. Dopo un normale fallo di gioco Konté dà una manata in faccia a Briano che va giù. Mezzo parapiglia, l’arbitro si consulta con l’assistente appostato sotto il settore distinti, ma alla fine giura di non aver visto niente e si prosegue. Non può ripetersi al 29′, quando caccia fuori Tombesi lasciando gli ospiti in dieci. Due minuti prima proprio Briano, con un rasoterra, aveva sfiorato il palo. Al 31′ si blocca il centrale Mendy, per qualcosa di simile a uno strappo. Il ritmo cala un po’ d’intensità, e i ragazzi di Braglia cominciano a controllare. Tranne che al 45′, quando Ferrigno ci prova direttamente su punizione con un destro dal limite che aggira la barriera e per poco non sorprende Saia, bravo a intercettare la sfera e toglierla dall’angolo alla sua sinistra.
La ripresa inizia sotto la pioggia, e con altre nuvole basse che oscurano ancora di più l’uggioso pomeriggio. Il Paternò ricomincia a picchiare duro, almeno nei primi minuti, ma la gara scivola stancamente.
Ferrigno, dopo una testata con Russo, proteso ad anticipare il capitano su un cross di Dei, è costretto a uscire dal campo con un bernoccolo sulla fronte che lo manderà in ospedale per una “Tac” di controllo. Poi Braglia lancia Luiso e Biancone. Fa piacere vedere Ascoli con la fascia di capitano al braccio dopo l’uscita di Corona (vicecapitano), come lo fa rivedere in campo Caterino.
Gli innesti cercano la terza rete, sfiorata al 12′ quando un assist in area di Corona non trova d’un soffio la deviazione di Morello e Toledo. Al 21′ c’è una buona occasione per Luiso, che tuttavia sfuma. Il Catanzaro ci prova ancora, un po’ stancamente, mentre gli ospiti pensano a non prenderne più. Così sarà. Si capisce quando Biancone, alla mezzora, spreca un bell’assist di Luiso da pochi passi con un tiro di destro che termina a lato.
È l’ultima vera azione giallorossa, fino al triplice fischio finale che si conclude con il rituale tuffo sotto la “Capraro” e la felicità collettiva.

Ivan Montesano

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Redazione

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