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Intervista esclusiva a Fabrizio Ferrigno: «Noto è l’unico che può portare il Catanzaro in B»

Il “sindaco”: “Riprenderà solo la Serie A perché ci sono troppi interessi. Per giocare con le aquile servono gli attributi. Braglia? Non deve essere fantacalcio un suo ritorno”

Nella Catanzaro sportiva se si pronuncia la parola “sindaco” il riferimento è uno solo: Fabrizio Ferrigno. Con alle spalle la numero 8 ha guidato alla conquista della Serie B i giallorossi nel 2003-2004. Dapprima nel tridente con Toledo e Corona, poi in un 4-4-2 in seguito all’acquisto di Morello, Ferrigno era un calciatore che faceva la differenza. Gol, assist, sacrificio ed un carattere da vero leader. Sei le reti in quel campionato di C1 con in panchina Piero Braglia. Torneo vinto sul campo dai giallorossi ma che non fu l’unico di Ferrigno con il Catanzaro. Acquistato l’anno prima realizzò, ad esempio, il gol decisivo nel doppio confronto ai playoff con la Nocerina. Tornò in Serie B nel 2005-2006 per sei mesi. Concluse la stagione da calciatore proprio in Calabria nel 2007-2008. Ferrigno verrà sempre ricordato come uno degli eroi della promozione in B ed in seguito all’infortunio di Ciardiello, divenne il capitano di quella magica squadra. Noi di uscatanzaro.net lo abbiamo raggiunto telefonicamente per porgli qualche domanda sull’emergenza Coronavirus e per parlare, naturalmente, di Catanzaro.

Ferrigno, grazie per la disponibilità. Le chiedo, immediatamente, come sta passando questi giorni difficili dettati dal Coronavirus?

Siamo sempre in casa con i miei figli e mia moglie. Mangiamo abbastanza avendo riscoperto la cucina. Si sta bene, ma è passato troppo tempo. Manca la quotidianità. Questo Coronavirus è stato un nemico invisibile che facciamo ancora oggi fatica a combatterlo. Mi auguro che presto sparirà, anche se non la vedo così semplice. Mi guardo un po’ di partite su Sky, osservo un po’ di giocatori per non perdere l’occhio perché bisogna essere sempre aggiornati.

Si è fatto un’idea sulla ripresa dei campionati? Ci sono i presupposti per ritornare in campo?

Per me i presupposti, anche se sono un virologo, non ci sono. La Serie A dovrà riprendere per forza perché è un business. Speriamo che non accada una ricaduta perché il primo caso infetto chiuderanno di nuovo tutto. Serie B e Serie C assegneranno dei titoli a Benevento, Monza, Vicenza e Reggina perché lo meritano. È il momento giusto per tagliare tante squadre che non hanno soldi correndo dietro ai soldi. Soffrono loro, fanno soffrire calciatori che non vengono pagati. Mi auguro che la Serie C diventi semiprofessionistica. Non ci sono più i presidenti che quando giocavo io erano tifosi ed avevano disponibilità.

Ha parlato di promozioni. Riguardo alla quarta squadra che accederà alla B si è paventata la possibilità di un sorteggio. Cosa ne pensa?

Significherebbe che i capi del calcio non hanno idea di quello che fanno. Non si può vincere un campionato con la monetina. Secondo me bisogna prendere la miglior seconda, il Bari e promuoverla.

Sembra, però, che il calcio non stia prendendo troppa in considerazione i tifosi. Troppi interessi economici?

Anche per me è uno scandalo pensare ad una ripresa. C’è una guerra con morti e si pensa al calcio. Non esiste ma girano troppo soldi. Proveranno e secondo me richiuderanno. Il calcio è fatto di contatti.

Cosa non è andato nella stagione del Catanzaro?

Per dare un giudizio completo dovrei sapere tante cose successe dentro lo spogliatoio. È una squadra forte eppure nelle ultime quattro ha fatto 1 solo punto. Contano la parte atletica e la gestione, ma se non si hanno gli attributi non si può giocare a Catanzaro. Se al primo schiaffo cadi a terra è finita. Catanzaro è come Catania, Bologna, Firenze. Ha un seguito incredibile, è una malattia. Io mi emoziono ancora per tutta la gente che veniva al campo a sostenerci e sono i calciatori a fare in modo che ciò avvenga. La società costruisce la squadra ma sono i giocatori che devono assumersi le proprie responsabilità insieme agli allenatori. Mi dispiace che va di mezzo la società quando le cose non girano. Secondo me Noto può portare la squadra in B e mi auguro che non venga mai contestato. È l’unico che può riportare il Catanzaro dove merita anche se non è facile.

Cosa ricorda della stagione 2003-2004?

Ricordo quel fantastico gol alla Sambenedettese da centrocampo e la gara di Ascoli. Vedere tutta quella gente è stata una gioia immensa e ho compreso veramente cosa avevamo fatto. Poi ci fu una farsa con varie squalifiche tra cui la mia. La società, però, era cambiata. Non era più quella con cui avevo vinto il campionato ed, infatti, l’anno dopo fu disastroso per i giallorossi. Io penso che contro il Chieti è nato e rimorto il Catanzaro.

Domani è il 25 aprile, sedici anni fa battevate l’Acireale.

Che partita quella! Ricordo lo schiaffo di Pulvirenti all’arbitro che rimane nella mia memoria. Ma lui era un vero presidente, uno di quelli che non ti facevano mancare niente. Diedi la palla ad Ascoli con il tacco e lui la crossò in mezzo per Corona. Che giocatore Giorgio! A tirare al volo era uno dei più forti che abbia mai visto. Poi noi eravamo abituati a soffrire. Facevamo il nostro gol e lo difendevamo.

È puro fantacalcio rivedere Braglia a Catanzaro? Come lo vedrebbe nuovamente ad allenare i giallorossi?

Io lo vedrei benissimo un ritorno di Braglia e non deve essere fantacalcio. È legato alla piazza di Catanzaro. Non credo tanto ai ritorni ma se si crea un bell’ambiente penso possa fare bene perché in Serie C è un vincente.

Autore

Ferdinando Capicotto

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