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Juve Stabia, i dubbi del post-Colucci

Scritto da Emanuele Mongiardo

Il mese di febbraio, fino ad adesso, è stato il più cupo di tutta la stagione per la Juve Stabia. Alla fine di gennaio, dopo il successo di misura in casa della Viterbese, le vespe sembravano in piena corsa per aggiudicarsi il quarto posto. Poi, però, dopo quella vittoria, è accaduto l’imponderabile: Giuseppe Colucci, l’allenatore, ha rassegnato le dimissioni, dando inizio ad una spirale negativa che, per i campani, ha fruttato un solo punto nelle ultime quattro gare. Alla base della decisione di Colucci, ci sarebbe l’immobilismo della società sul mercato. Il tecnico, probabilmente, riteneva che con pochi innesti la squadra avrebbe potuto competere per il miglior piazzamento playoff possibile. La dirigenza, però, non lo ha accontentato e così, nonostante gli ottimi risultati conseguiti fino a gennaio, la Juve Stabia si è ritrovata a dover stravolgere la propria stagione.

Una situazione simile, in parte, a quella del Foggia negli ultimi giorni, dove Gallo ha preferito farsi da parte dopo un mercato non all’altezza. In effetti, la Juve Stabia si è limitata a cedere Christian Santos, per il resto non ha mosso nulla. Il presidente Langella, per difendersi, ha dichiarato che l’obiettivo di inizio anno era la salvezza. Ha anche raccontato di aver messo a disposizione dei soldi extra per comprare una punta, forse attaccando velatamente il ds Di Bari.

Se per la salvezza la rosa attuale poteva essere sufficiente, è vero pure che con Colucci la Juve Stabia aveva dimostrato di poter dare filo da torcere quasi a chiunque: con qualche innesto, magari, le vespe avrebbero potuto disputare dei playoff interessanti. Non che la prospettiva della post-season sia sfumata. Ma col passaggio da Colucci a Pochesci la squadra ha mutato pelle e non sembra aver metabolizzato il cambio di gestione. I gialloblu occupano ancora il sesto posto, ma è vero pure che, per la classifica corta, i playout distano solo sette punti: ecco che, forse, la salvezza diretta torna ad essere la prima urgenza.

Come gioca la Juve Stabia

Dopo simili stravolgimenti, che Juve Stabia dobbiamo aspettarci? Colucci aveva costruito una squadra solida, capace di incassare pochissimi gol. Magari la fase offensiva non era proprio famelica, ma le vespe col vecchio allenatore avevano idee chiare su come colpire, soprattutto in ripartenza. Insomma, la base per la squadra di Colucci era subire il meno possibile, da lì si sarebbero costruite le possibilità di vittoria.

Pochesci, invece, vorrebbe impostare una squadra più propositiva. Per adesso, però, i risultati non sono stati dei migliori. Paradossalmente, la prestazione più convincente è stata quella col Crotone, al suo esordio in panchina, dove nonostante l’inferiorità numerica i gialloblu avevano dimostrato grande spirito. Dopodiché, sono arrivati una sconfitta per 1-0 in casa del Picerno, uno 0-0 al “Menti” contro il Taranto e un secco 3-0 subito dal Foggia allo “Zaccheria”. In questi impegni, Pochesci ha alternato il 3-5-2 al 3-4-2-1. Nel primo caso, si è affidato a una coppia d’attacco pesante, composta da Zigoni e Pandolfi. Nel secondo, invece, ha preferito supportare la punta con due trequartisti come Silipo e D’Agostino.

Ovviamente, a seconda degli uomini, cambia il modo di sviluppare: con le due punte si cerca in maniera più diretta la verticalizzazione, mentre con i trequartisti si prova a innescare di più il gioco tra le linee. In entrambi i casi, si cerca di costruire il cross per poi attaccare l’area con le punte e almeno un centrocampista.

Se la fase offensiva non ha dato i risultati sperati, il problema è che anche la difesa è sembrata più fragile. I centrali si sono dimostrati troppo passivi e spesso Picerno e Foggia si sono ritrovati ad attaccare la porta di Barosi con tanti uomini senza adeguate marcature.

Insomma, la Juve Stabia arriva alla partita col Catanzaro di certo non nel suo periodo migliore. Tuttavia, il “Menti” ha sempre rappresentato uno stadio sfortunato per i giallorossi quando hanno dovuto giocarsi la vittoria di un campionato (sconfitti per 1-0 nel 2010 durante la prima gestione Auteri e fermati sullo 0-0 dal disgraziato cucchiaio di Giannone nel 2019, sempre con Auteri). La speranza è che Vivarini sia in grado di invertire la cabala.

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Emanuele Mongiardo

1 Commento

  • Il Catanzaro quando incassa inaspettatamente un goal tende a rendere la manovra frenetica per rimettere le cose a posto prima possibile con la conseguenza che le conclusioni in attacco diventano imprecise è in questi frangenti che invece la squadra deve mantenere lucidità perché ha impostazione di gioco e individualità tali da poter andare in goal con estrema facilità se Viterbo ha insegnato veramente qualcosa non dovrebbe succedere ed il successo è alla portata

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