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La fame contro la storia e i tabù

Scritto da Redazione

Battuta anche la Juve Stabia, il Catanzaro di Calabro mette l’Avellino nel mirino. Fame e cuore per riconquistare la tifoseria

Il Catanzaro non si ferma più. Vince al “Menti” di Castellammare di Stabia, nel recupero della sedicesima giornata di ritorno, e consolida il terzo posto che ormai sembra a un passo. La sfida era in programma 10 giorni fa, ma il focolaio Covid scoppiato nello spogliatoio ha costretto il Catanzaro a chiedere il rinvio.

Corsi e ricorsi storici

Il “Menti” è da sempre un terreno difficile per i giallorossi. Per i precedenti poco lusinghieri, ma soprattuto per due cocenti ricordi. In tutte e due le sfide sulla panchina del Catanzaro c’era Gaetano Auteri. In tutte e due le partite, la curva Ferrovia destinata ai tifosi ospiti era gremita da tifosi catanzaresi.

Il 21 febbraio 2010 era uno scontro al vertice dell’allora C2. Il Catanzaro, malgrado il -3 in classifica, stava dominando il campionato e anche quella partita contro la Juve Stabia di Rastelli. Dopo aver sfiorato il vantaggio in diverse occasioni, la doccia fredda arrivò a venti minuti dal termine. Una punizione dal limite di Moretti costrinse Vono alla respinta corta. Ottobre segnò il gol della vittoria e condannò il Catanzaro a cedere il primo posto ai campani. Quel torneo si concluse con la promozione delle vespe e con la disfatta del Catanzaro nei play off contro la Cisco Roma.

L’altro episodio è più recente col Catanzaro ancora una volta costretto ad abbandonare i sogni di gloria e regalare primo posto e campionato alla Juve Stabia. Anche in questo caso era un giorno di febbraio, il 13 del 2019. Solita partita. Catanzaro che domina ma spreca la più ghiotta delle occasioni a cinque minuti dal termine con l’ormai famoso rigore “cucchiaio” di Giannone.

La Juve Stabia attacca, il Catanzaro controlla

Quando le squadre entrano in campo la mente va ai precedenti alla splendida forma dei ragazzi di Paladino, reduci da una serie incredibile di vittorie, alle tante assenze a cui deve far fronte Calabro. Il Catanzaro entra in campo con gli stessi undici che tre giorni prima hanno battuto il Catania. La Juve Stabia di Padalino cerca d’imporre il suo gioco fatto di verticalizzazioni immediate.

Il gioco delle vespe si sviluppa in particolare sulle corsie laterali (in particolare a sinistra). Orlando crea qualche difficoltà a Riccardi che ha un passo diverso dall’attaccante di proprietà della Salernitana. I ragazzi di Calabro in maglia bianca non vanno mai in sofferenza e controllano agevolmente la Juve Stabia che non crea grandi pericoli. Il Catanzaro non disdegna di attaccare e si fa vivo nell’area stabiese ma senza tirare in porta. Rientrato in C nel mercato di gennaio, Marotta è sempre uno spauracchio. Una sua accentuata caduta in area con conseguente protesta, non inganna l’arbitro che con ampi gesti spiega all’attaccante di essersi buttato da solo. Il risultato ad occhiali della prima frazione di gioco è giusto.

Il guizzo di Pierno

La ripresa inizia con un Catanzaro che sembra leggermente sulle gambe. La spinta dei calciatori della Juve Stabia è più costante. Marotta da due passi sbaglia un gol che sembrava fatto. Dopo pochi minuti, però, l’episodio decisivo. Il più giovane dei 22 in campo, Pierno, converge da destra, approfitta dell’intelligente movimento senza palla di Di Massimo e con un sinistro precisissimo gonfia la rete alle spalle dell’incolpevole Farroni proteso in volo. Un incredibile eurogol.

Adesso bisogna serrare le fila. Il vantaggio regala verve al Catanzaro. Nonostante le assenze e la stanchezza di quei pochi uomini disponibili, la squadra di Calabro ha alcune armi in più che mancavano da tempo nell’ambiente giallorosso: il cuore, la fame, l’appartenenza e la voglia di regalare un sogno ai tifosi giallorossi.

La sofferenza finale

Verna in gol a Palermo

C’è da soffrire nei restanti minuti di gioco. Elizalde, l’ex di turno e oggetto misterioso nel suo breve trascorso catanzarese, colpisce la traversa con un colpo di testa strano. Di Gennaro dimostra di essere una sicurezza quando respinge una botta di Fantacci da fuori e quando esce sui piedi di Marotta.

Padalino getta in campo tutti gli attaccanti a disposizione in panchina ma il Catanzaro è stoico, regge e potrebbe addirittura raddoppiare ma sbaglia un paio di volte l’ultimo passaggio. Calabro ripresenta prima Porcino e poi Verna, recuperati dal Covid. I quattro minuti di recupero scorrono piano ma non succede più nulla prima della solita festa giallorossa a centrocampo.

A un passo dall’Avellino

Il Catanzaro conquista tre punti. Consolida il terzo posto a due giornate dal termine, distanzia il Bari e allontana definitivamente in tre giorni Catania e Juve Stabia. Adesso nel mirino c’è l’Avellino, ma serviranno due vittorie e un passo falso degli irpini per raggiungere quel secondo posto che fino a un mese fa sembrava un’utopia. Domenica i giallorossi saranno a Viterbo, altro campo storicamente ostico e avaro di soddisfazioni. Poi chiuderà in casa con il Monopoli e guarderà la griglia play off per capire quando tornare in campo per la post season.

Una certezza c’è già. Il Catanzaro non ha ancora vinto nulla. Solo dopo i play off sapremo di più. Ma, comunque andrà, questa squadra e questo gruppo, hanno riconquistato un’intera città. Nonostante un anno così difficile, con la gente obbligata a stare lontana, mai come oggi il Catanzaro e la sua tifoseria sono così vicini.

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Redazione

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