Io dico seguitando

L’erba del vicino è sempre più verde!

Seconda puntata della rubrica settimanale curata da Gennaro Maria Amoruso

Dopo una settimana di stop dovuta
ad una “simpatica”influenza riparte la rubrica settimanale “Io dico
seguitando…”

Oggi andiamo a commentare un
tipico vizio della gente che vive sui tre colli ed in particolare della
tifoseria catanzarese,  il difetto in questione
è quello di stare, troppo spesso, a guardare nel prato del vicino ed a
trascurare il proprio. Il tutto sintetizzato con il detto l’erba del vicino è sempre più verde.

Gli effetti collaterali di questo
problema sono quello di trascurare i propri problemi, di gloriarsi delle
miserie altrui ed ultimamente quello di schernire soggetti non degni di
attenzione. Tale fenomeno non conosce tempo e luogo e si diffonde in maniera
improvvisa colpendo senza alcuna distinzione di fascia d’età.

Vediamo nello specifico alcuni
esempi di questa “patologia”.

Il bubbone è esploso dopo la
sfortunata prova di Lanciano, i più audaci rimpiangevano la coppia di
attaccanti dello scorso anno, con i più puntuali e precisi che segnalavano le
marcature dei vari Moscelli, Falco e Giglio. Si elaboravano i primi teoremi e
si esprimevano le prime condanne senza valutare appieno il senso della
sconfitta

Vi dirò di più, le avvisaglie di
questo fenomeno si erano già viste durante la partita di coppa contro il
Taranto, un tizio, probabilmente in preda a sostanze proibite, osava dire dopo
l’unico tiro errato di Corona: “era mejju Moscelli!”

Lasciamo perdere questi eccessi e
torniamo alla nostra analisi.

Immagino dopo il pareggio contro i sanniti con
quanta furia i nostri “guardoni dell’erba del vicino” si siano accaniti su
Piero Braglia, sulle sue qualità tecniche e sul suo modulo di gioco. Penso a
frasi del tipo “…era meglio Seghedoni, lui si che sapeva coprire la squadra”
oppure “Dellisanti si che sapeva far giocare la squadra”, questi sono gli stessi soggetti che qualche mese fa crocifiggevano il tecnico tarantino.

Sempre dopo l’incontro di domenica ed
a seguito delle “normali” amnesie difensive si racconta di gente affranta alla
ricerca, sui tabellini dei giornali, delle prestazione di Marco Masi o di Gino Maldera, senza
contare poi i nostalgici di Paolo Petrullo o di Werner Seeber.

Ma signori miei cari, amici
giallorossi di ogni dove, non ci/vi sono bastati dodici anni di inferno? Non
sono serviti incontri “abominevoli” con squadre di parrocchia?

In ogni luogo della pedata prima
di partire con accuse, processi e condanne, le tifoserie si esprimono con
giudizi equilibrati e cercano di esaminare le gesta dei propri calciatori con
occhio critico.

Dovunque i giocatori sono
coccolati, rispettati e stimolati, perché da noi non esistono queste mezze
misure? Un ragazzo o viene idolatrato oppure viene sistematicamente massacrato.
La promozioni in C1 deve servire a migliorare anche questo aspetto. Abbiamo idea di
cosa sia la cultura sportiva? Tutti questi anni di semi dilettantismo, a tutti i
livelli, hanno creato dei guasti e dobbiamo con la nostra intelligenza evitare marchiani errori e indirizzarci verso la retta via. Cominciamo a vedere ed giudicare il Nostro Catanzaro
con serenità ed obiettività, lo sappiamo benissimo che questa non è una grande
squadra, ma non può essere, a domeniche alterne, da serie A e da serie D.

A proposito di serie D, vorrei
fare una tiratina di orecchie ai navigatori di questo sito, lo sappiamo che
laggiù milita qualcuno, lasciamolo militare, lasciamogli disputare quel
campionato e chissenefrega. Ho provato per scherzo a confrontare i palmares, mi
sono fermato quasi subito perché mi scappava da ridere.

Una cosa che da molto fastidio è
la loro personale pay-tv, ovvero la televisione a pagamento. Vi risulta che Rai
Tre regionale sia una pay-tv? Il cittadino catanzarese paga il canone ed in
riva al Crati cosa fanno: continuano a trasmettere sagre paesane con dieci
spettatori, la nonnina che ricama ad uncinetto e poi si permettono il lusso di
snobbare cinquemilaottocento portafogli. Vergogna!

Se da una parte i media sbandano
clamorosamente a Catanzaro le cose cominciano a marciare sul giusto binario.

Per dovere di cronaca vi
comunichiamo che ieri il nostro redattore ha avuto libero accesso alla tribuna
stampa dello Stadio Ceravolo ed ha potuto raccontarvi le gesta dei giallorossi.
Non possiamo che apprezzare il buon senso dell’Ussi e la fattiva
collaborazione della Uesse Catanzaro.

Adesso ci aspettano due trasferte
importanti, stiamo vicini a questi ragazzi, ai Nostri Ragazzi e dipingiamo con
i Nostri colori la Capitanata e l’alto Lazio.

 

 

Giallorosso per Sempre!

Gennaro Maria Amoruso (Harp)

 

Chi volesse suggerirmi argomenti, segnalarmi temi o
dissentire sulle mie parole può farlo all’indirizzo e.mail
gennaro@uscatanzaro.net

 

 

 

Autore

Redazione

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