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Nessuna tregua: domenica c’è l’Avellino

Catanzaro in ritiro punitivo da ieri sera. Prima Braglia, poi il Teramo ed infine la Virtus Francavilla per continuare il ciclo terribile

Altro day after negativo per il Catanzaro. Il pareggio contro il Palermo ha dato continuità alle già brutte sensazioni del post Terni. Ai cinque schiaffoni ricevuti al “Liberati” ha fatto seguito un punto conquistato tra le mura amiche in doppia superiorità numerica e con un gol di vantaggio. L’aspetto disarmante della gara di ieri riguarda un atteggiamento passivo, remissivo e a tratti anche snervante da parte degli uomini di un mister Calabro che sembra non avere nemmeno lontanamente salde le redini della situazione.

L’intervento del direttore generale Foresti che ha tuonato contro la squadra ne è, sotto un certo aspetto, anche la dimostrazione. Tra mercato da poco finito, giocatori arrivati tardi e partite ogni tre giorni, ancora il Catanzaro non ha una sua identità ed è lontano dal potersi definire squadra.

11 CONTRO 9: LA STORIA INSEGNA

Non è la prima volta dagli anni 2000 che il Catanzaro si ritrova ad avere una doppia superiorità numerica. E non sempre è andata bene, quasi come se fosse una specie di condanna. Il 22 aprile 2007, si gioca la trentunesima giornata al “Ceravolo” tra il primo FC post Parente-Poggi ed il Benevento.

Gli uomini di Domenicali devono assolutamente vincere per restare in scia dei playoff che si sono allontanati. Le streghe sono secondo in classifica a cercare di impensierire il Sorrento. Al 32’ Benevento in vantaggio: cross dalla sinistra di Palermo, liscio di Gimmelli, Marasco tutto solo insacca a due passi dalla porta. Sul finire di primo tempo pareggia Bueno sfruttando una respinta del portiere Gori. Poco dopo gli ospiti rimangono in dieci per il rosso a Vagnati per un’entrata su Morleo. In apertura di ripresa Bueno trasforma un calcio di rigore. Al 79’ altra espulsione per gli ospiti che rimangono in nove per il rosso a Carloto. All’84’ pareggia incredibilmente Imbriani.

Qualche mese più tardi, il 23 settembre 2007, sempre al “Ceravolo” si presenta la Scafatese. Nonostante i proclami di inizio campionato con l’acquisto, tra l’altro, di Ferrigno, il Catanzaro non parte bene, perdendo tra l’altro il derby con il Lamezia per 1-2. In quattro partite i giallorossi hanno altrettanti punti e vengono da due sconfitte consecutive. Gli uomini di Fausto Silipo chiudono il primo tempo sull’1-0 per gol di Frisenda. Nella ripresa con la Scafatese in nove giunge il pareggio di Perna.

Il 13 settembre 2004 andò un po’ meglio al Catanzaro di Cosentino che vinse 1-0 con il Martina grazie alla rete di Russotto su rigore al 62’. Erano i giallorossi di Moriero ed i pugliesi rimasero in dieci per i rossi a Caso e Samnick. Ma nonostante la doppia superiorità numerica non mancarono le sofferenze nel finale.

ED ORA AD AVELLINO

Il Catanzaro da ieri sera è in ritiro punitivo. Non sono piaciute alla società, che ha parlato nel nome di Foresti, le prestazioni fornite da Corapi e compagni. Il direttore generale è stato molto chiaro affermando che la performance fornita dai calabresi è stata addirittura peggiore rispetto a quella di Terni. Una squadra con calciatori esperti come quella giallorossa non può permettersi di essere raggiunta in casa da una compagine ridotta in nove. Non c’è tempo per leccarsi le ferite o riflettere più di tanto perché domenica i giallorossi saranno nuovamente in campo in un altro scontro molto delicato.

Ad attendere il Catanzaro c’è mister Braglia con il suo Avellino avanti di cinque lunghezze rispetto all’US. Non è un alibi ma un dato oggettivo il fatto che i biancoverdi non giocano da mercoledì 28 ottobre e quindi giungeranno al match con dieci giorni nei quali si sono concentrati esclusivamente sulle Aquile. Il Catanzaro, invece, proprio dal 28 ottobre non si ferma più tra Genoa, Ternana, Palermo e quindi Avellino per poi rigiocare mercoledì 11 novembre con il Teramo (altro scontro complicato) e finire il 15 in casa della Virtus Francavilla.

Un ciclo terribile. Questa è la realtà ed in questa realtà Calabro deve trovare al più presto la quadratura del cerchio. Se il Catanzaro non dovesse tornare da Avellino con un risultato utile, non è così scontata la presenza del tecnico con il Teramo. La situazione, in casa giallorossa, è al dir poco delicata e la tensione si può tagliare a fette.

Autore

Ferdinando Capicotto

3 Commenti

  • Ho visto giocare sia l’Avellino che il Teramo, non penso ci siano speranze per il Catanzaro. L’Avellino è squadra potente che no lascia niente di intentato per vincere e ha un certo Braglia in panchina. Il Teramo secondo me gioca il miglior calcio della serie C, movimenti veloci, smarcamenti e tagli in area perfetti, agonismo e tecnica insieme. Tra l’altro un certo Ilari, da noi un cesso, sta giocando da Dio e fa pure gol. Per la regola fissa “lontano da Catanzaro tutti diventano Pelè”. Auguriamoci solo molta fortuna e una giornata MOLTO storta degli avversari, sempre che ne sappiamo approfittare, con il Palermo non è stato così !!!

  • La mia domanda è semplice.
    Se mister Calabro non è riuscito in due mesi a dare una sembianza di gioco o come si usa dire uno schema di gioco, riuscirà a darlo in tre giorni?
    Rassegniamoci anche domenica palloni alla viva il parroco

  • Domenica Calabro va via. Ma purtroppo dopo gli ennesimi 3 punti lasciati sul campo. Con il nuovo allenatore dovremo sperare di salvare la pelle (le palle sono, ormai, irrimediabilmente perdute), sperando che gli zombi abbiano un sussulto di dignità.

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