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Pescara, la ricerca della svolta con Colombo

Scritto da Emanuele Mongiardo

Per la seconda stagione consecutiva, il Pescara si ritrova ad affrontare la Serie C. Gli ultimi dieci anni sono stati ricchi di gioie per gli abruzzesi, abituati ad altri palcoscenici. Dopo la risalita in B nella stagione 2009/10 sotto la guida di Eusebio Di Francesco, dove iniziava a mostrare il suo talento un imberbe Marco Verratti, per il delfino sono arrivate infatti ben due promozioni in A: la prima nel 2011/12 con Zeman e la seconda nel 2015/16 con Massimo Oddo. Il Pescara in massima serie non è mai riuscito a salvarsi in questo secolo, ma in B ha sempre mantenuto un buon rendimento, almeno fino alla retrocessione del 2020/21. Dopo il fallimento con Auteri della scorsa stagione nel girone B, quest’anno la società del presidente Sebastiani riprova a vincere il campionato con un allenatore in rampa di lancio come Alberto Colombo. Colombo non è più giovanissimo, ha quasi cinquant’anni, ma dopo la splendida stagione a Monopoli si è meritato finalmente la chiamata su una panchina blasonata come quella del Pescara. Per il momento, il tecnico brianzolo sta rispettando le attese: difatti, a dividere la sua squadra dal Catanzaro capolista, c’è solo la sconfitta di inizio campionato contro il Crotone, arrivata in maniera immeritata solo per effetto di una punizione di Cosimo Chiricò.

All’”Adriatico” – dove l’ultima volta che le due squadre si sono affrontate, nel 2006, sulla panchina dei biancazzurri sedeva Maurizio Sarri, che aveva come secondo proprio Vincenzo Vivarini – si presenta dunque una squadra in splendida forma, reduce da cinque vittorie consecutive in campionato. Con ventisette gol segnati e appena dieci subiti, si tratta del secondo miglior attacco e della seconda miglior difesa del girone C.

Rispetto allo scorso anno non è solo cambiata la guida tecnica, ma anche gran parte della rosa. A partire dal “nostro” Pontisso, che a Pescara si è rilanciato con un ottimo girone di ritorno. A centrocampo gli abruzzesi hanno perso anche Marco Pompetti, forse il loro miglior giocatore durante la passata stagione. A rimpiazzarli sono arrivati calciatori esperti come Aloi e Mora, oltre all’ex Cosenza Palmiero che non sta trovando molto spazio. Le variazioni più nette, però, hanno riguardato l’attacco, del tutto rinnovato: Cuppone, Lescano, Vergani, Desogus, Tupta, Kolaj, hanno tutti raggiunto Pescara solo quest’estate. Il loro impatto è stato immediato, merito di una gestione tecnica finora perfetta da parte di Colombo.

COME GIOCA IL PESCARA
Se nell’altro big match col Crotone si era trattato anche di un confronto tra stili opposti – quello offensivo e di controllo del Catanzaro, quello più reattivo di Lerda – stavolta si preannuncia una partita tra due squadre a cui piace sbattere forte i pugni sul tavolo per far capire di essere padroni della partita. Certo, il valore della posta in gioco potrebbe spingere le contendenti ad un atteggiamento più prudente, ma è difficile pensare che Colombo e Vivarini snaturino le loro squadre.

Colombo ha da subito mostrato la propria impronta. I principi di gioco sono rimasti simili a quelli di Monopoli, ma la struttura è cambiata da cima a fondo. Se in Puglia si era distinto per l’uso di un 3-5-2 aggressivo e verticale, il suo Pescara invece si dispone con un 4-3-2-1 o un 4-3-3, a seconda della posizione degli uomini alle spalle della punta. Cambiano i numeri, ma l’atteggiamento rimane simile. Il Pescara vuole recuperare in maniera attiva il pallone, portando un pressing forte soprattutto a centrocampo, ed ha sempre le idee chiare su come avvicinarsi alla porta avversaria.

In difesa potrebbe pesare l’assenza di Crescenzi, già a Pescara in Serie A nel 2012/13 e nell’anno della promozione con Oddo. L’ex Roma, nelle poche partite disputate, ha fatto valere la propria caratura superiore, ma ha dovuto saltare le ultime gare per problemi fisici. Sulla destra occhio invece a Cancellotti, impiegato da braccetto da Auteri e convertito in terzino da Colombo: ha un’ottima tecnica e molte azioni passano dai suoi piedi.

In mezzo, a dettare i tempi di solito ci pensa Aloi, mentre Luca Mora, capitano della Spal in Serie A, si occupa di minacciare le difese con i suoi inserimenti dalla seconda linea: sono già quattro i gol segnati, secondo miglior marcatore per il delfino. In generale, il lavoro delle mezzali è fondamentale, sia a destra con Mora che a sinistra con Kolaj o Gyabuaa. I loro movimenti devono compensare quelli delle ali, per cui lavorano molto sia per accompagnare al centro, sia per aprirsi ad elastico se le ali convergono.

I pericoli più grandi, ovviamente, arriveranno dall’attacco, dove Colombo dispone di un roster davvero lunghissimo. L’unico intoccabile sembra Gigi Cuppone, il resto ruota, anche il capocannoniere Lescano (5 gol per lui). Cuppone si infila nelle difese avversarie come una lama nella carne viva, è velocissimo sia col pallone che senza, si danna l’anima per ricevere ovunque e puntare gli avversari. Dopo Chiricò, è sicuramente lui l’avversario più duro da affrontare del campionato. Lescano, invece, è una punta mobile con buone qualità tecniche, simile in questo al suo alter ego Tupta. Kolaj è forse il più tecnico tra le mezzepunte, mentre i giovani Desogus e Delle Monache offrono brio e intraprendenza in uno contro uno. Insomma, guardare l’undici titolare del Pescara servirà solo fino a un certo punto: molte insidie infatti, arriveranno dalla panchina. A Vivarini piace ripetere che chi porta a casa il risultato spesso è chi subentra. Stavolta si ritroverà davanti un avversario simile, in questo, al suo Catanzaro.

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Emanuele Mongiardo

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