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Pisa, l’ambizione di entrare ai playoff

Scritto da Emanuele Mongiardo

PisaCatanzaro può essere una sfida chiave in ottica playoff. Giunti alla trentacinquesima giornata, infatti, i giallorossi hanno la possibilità di consolidare la classifica o di accorciare sulle squadre che la precedono, visto che allo stesso orario andrà in scena lo scontro diretto tra la terza e la quarta in classifica, VeneziaCremonese. Il Pisa, invece, vuole assolutamente mettere la testa nella zona valevole per la post-season. Al momento, infatti, i nerazzurri si trovano di un punto fuori dalla zona playoff, a una sola lunghezza dalla Sampdoria di Pirlo, impegnata in casa contro il Como secondo in classifica.

L’occasione, pertanto è ghiotta per entrambe le squadre. Nelle ultime settimane è tornato il sereno nell’ambiente Pisa. La capienza della curva è stata nuovamente aumentata e così gli ultras sono tornati a cantare. Soprattutto, però, la squadra di Aquilani ha trovato continuità di risultati. Non è stato un campionato facile per l’ex centrocampista della Roma. Il Pisa, infatti, ha faticato ad ingranare e alla ventisettesima giornata, dopo una sconfitta contro il Venezia, era arrivato a lambire la zona playout. I sei risultati utili nelle ultime otto gare, però, hanno permesso di trovare la retta via.

Rispetto alla gara d’andata i toscani hanno perso Ettore Gliozzi, ceduto al Modena, ed Emanuel Vignato, girato in prestito alla Salernitana. Aquilani, comunque, è rimasto fedele alle sue idee, alternando 4-2-3-1 e 3-2-4-1: una squadra mutevole, proprio come il Catanzaro, per cui esiste la possibilità che le due squadre possano giocare a specchio.

Come gioca il Pisa

I semplici numeri, comunque, contano poco. Il Pisa effettua diverse rotazioni in campo, seguendo alcuni principi cardine. Due giocatori devono occupare l’ampiezza, in modo da smagliare la difesa avversaria, mentre almeno altri due devono occupare i corridoi interni del campo, cercando le ricezioni alle spalle della mediana avversaria: occhio, in particolare, alla qualità di Mattia Valoti, capace di fare la differenza tra le linee e attaccando l’area da dietro.

In un sistema del genere è naturale che abbia grande importanza la costruzione ordinata dell’azione, già a partire da portiere e difensori. Aquilani alla vigilia dell’andata si era dichiarato grande estimatore di Vivarini e anche lui, in effetti, cerca di inserirsi nel solco del gioco di posizione. Alcune statistiche, a ben vedere, mostrano dei punti di contatto tra Catanzaro e Pisa.

Ad esempio si tratta delle squadre che effettuano il maggior numero di passaggi ogni 90’ in Serie B: il Catanzaro è primo con 454.6, il Pisa secondo con 421.1 (dati FBref). Si tratta delle prime due squadre anche per l’esecuzione di passaggi corti (tra i 4 e i 12 metri, cioè) ogni 90’. Giunte sulla trequarti, poi, nessuna delle due ama particolarmente ricorrere al cross. Il Catanzaro, infatti, è diciannovesimo in B per cross tentati ogni 90’ (15.3), il Pisa quindicesimo (17.9).

Un altro dato particolare riguardo la fase offensiva dei nerazzurri è il ricorso ai dribbling. La squadra di Aquilani cerca sì di amministrare attraverso gli scambi, ma per velocizzare l’azione e creare pericoli nell’ultimo terzo di campo si affida allo spunto dei suoi giocatori migliori. In particolare, i fratelli Tramoni, Arena e D’Alessandro sono tutte ali capaci di saltare l’uomo e creare superiorità numerica.

Per quanto riguarda la fase difensiva, il fatto di coinvolgere tanti uomini negli attacchi fa sì che il Pisa sia portato a cercare il recupero immediato del pallone per non farsi cogliere in contropiede. I giocatori vicini alla zona in cui la palla è stata persa cercano di riaggredire immediatamente gli avversari per tamponare sul nascere la ripartenza. In questo senso, il Pisa è terzo per contrasti vinti sulla trequarti offensiva (77).

Insomma, Pisa e Catanzaro condividono alcuni principi. I giallorossi, però, in questo girone di ritorno hanno dimostrato di sapersi adattare, lasciando il pallone agli avversari quando necessario. Vedremo lo stesso copione all’Arena Garibaldi?

Autore

Emanuele Mongiardo

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