Rassegna stampa

Rassegna stampa di sabato 16 novembre

Moscelli chiede ai tifosi di aiutare il Catanzaro


Gazzetta del Sud

L’attaccante spera di tornare a segnare e si affida all’indispensabile sostegno del pubblico
Moscelli chiede ai tifosi di aiutare il Catanzaro

Vito Macrìna

CATANZARO – Cura fisica, ma anche psicologica al Catanzaro che si appresta ad altro turno casalingo con il solito proposito: quello di sfruttarlo anche per interrompere il digiuno di vittorie che dura ormai, si potrebbe dire, da tempo immemore. Troppo anche per una squadra che si continua a definire incompleta, ma non sino al punto da giustificare un cammino in campionato così affannoso o, se si vuole, deficitario quando si parla di punti. Comunque sia in questa vigilia rifiorisce la speranza appunto di sfruttare appieno la partita casalinga: la squadra giallorossa oltre al vantaggio di giocare in casa, deve affrontare un avversario che sembra alla sua portata, anche se contare sulla debolezza di una Fidelis Andria in difficoltà peggio del Catanzaro è cosa problematica. Anzi di fronte a un’antagonista apparentemente così poco in arcione, come indica la classifica, è meglio non fidarsi: sarebbe più opportuno, anzi, tenere le antenne alzate. Insomma il Catanzaro deve proporsi di farsi valere e, quindi, deve contare sulle proprie forze, magari proponendosi di esporle sul supporto di una rabbia agonistica che nel senso vero del termine non sembra essere nel suo dna. Quella rabbia agonistica che alla squadra giallorossa dovrebbe derivare dal desiderio di rivalutazione, visto appunto che strutturalmente le manca qualcosa, ma non da giustificare risultati molto stentati e, conseguentemente, un curriculum da compagine di terza fascia. Non per nulla l’allenatore Dellisanti fa appello al carattere della squadra avendo constatato certi cali di tensione, al punto da far definire il Catanzaro squadra dai due volti in quanto se gioca il primo tempo con una certa intensità, cala nel secondo ed è capitato qualche volta, viceversa. Intanto in vista della nuova partita casalinga non molti i contrattempi. Si riducono a un paio: il più importante è il forzato forfait di Ciardiello per squalifica e per le ancora non perfette condizioni di Folino, sebbene il giovane centrocampista si sia liberato dell’infortunio alla caviglia. Ma si gioca in casa, per cui in particolare l’assenza di Ciardiello dovrebbe «pesare» relativamente anche perché sarà sostituito al centro della difesa da Milone che si adatta meglio nel ruolo. Domani si ricompone il tandem d’attacco Ingenito-Moscelli, con quest’ultimo che, anche senza segnare, è una spina nel fianco della retroguardia avversaria con il suo movimento e la sua velocità. Moscelli conta di riprendere a segnare: «È il compito, ha dichiarato, che spetta in particolare a noi attaccanti, anche se ultimamente non siamo riusciti a svolgerlo compiutamente». Ma l’attaccante ha detto che non sa spiegarsi i motivi non soltanto della scarsa produzione offensiva, ma del brutto rendimento della squadra. Per Moscelli, tuttavia, un buon presupposto per il cambiamento è il calore dei tifosi: «Domenica – ha precisato – ne vorrei vedere tanti, anche perché il loro supporto è essenziale. Naturalmente capisco le loro prese di posizione, visto che il Catanzaro di questa prima parte della stagione non li ha incoraggiati, tuttavia sentirli vicini in un momento così delicato sarebbe importante». Moscelli, quindi, si è appellato in particolare agli ultrà, «coloro – ha detto – che vengono allo stadio per incitarci». Il piccolo attaccante ha, quindi, espresso fiducia nella ripresa della squadra: «Squadra – ha precisato – che vale molto di più di quello che indica la classifica. Gli è che in questa prima parte di campionato ci ha girato proprio male, ma speriamo che il periodo negativo sia terminato e ne cominci uno diverso». La premessa potrebbe essere appunto il ritorno al successo domani contro la Fidelis Andria.


Stadio Giallorosso

L’apprezzato tecnico catanzarese, stante la squalifica di Dellisanti, siederà in panchina fino al prossimo 3 dicembre

 

Alla scoperta di Franco Cittadino

 

Partiamo dalla stretta attualità, facendo un passo indietro a domenica scorsa. A Giugliano la squadra che impressione le ha fatto?

“Sicuramente positiva. Per tre quarti di partita siamo andati bene, poi, come avviene nel calcio, ci sono anche gli avversari… Sicuramente una prestazione che fa ben sperare per il futuro”.

Qual è, a suo avviso, il male del Catanzaro?

“Penso che si tratti di un problema mentale e non tecnico-tattico. Ritengo che il periodo negativo sia ormai passato e lo stesso Dellisanti si sta adoperando in tal senso, per far sì che questo male venga eliminato del tutto”.

Anche perché la squadra, dopotutto, ha una sua identità ben definita…

“E’ sicuramente una formazione ben messa in campo, quadra, compatta e che ha una sua fisionomia. Ripeto per me è solo un problema mentale”.

Lei, domenica, è stato a diretto contatto con i calciatori prima, durante e dopo il match. Che sensazioni ha avvertito?

“Prima della partita notavo una grande voglia di far bene. I ragazzi avevano l’espressione di chi voleva portare a casa l’intera posta in palio. A fine gara erano un po’ rammaricati, perché, con un po’ più di fortuna come nel caso della traversa, si poteva tornare con due punti in più”.

Nella sua carriera ha conosciuto ed è stato a diretto contatto, come assistente, di tanti allenatori. Chi l’ha maggiormente impressionata per qualità tecniche, senza contare, naturalmente, i rapporti interpersonali?

“Su tutti, non posso che fare il nome di Fausto Silipo. A lui mi lega un’amicizia più che fraterna. Approfitto della circostanza per dire che non riesco a capire come un tecnico del suo valore sia finito in serie D. Penso di conoscere i motivi di ciò e non sono sicuramente di natura tecnico-tattica. Lui non condivide alcune cose del calcio di oggi, perché è una persona troppo perbene. Oltre a Silipo, faccio anche il nome di Dellisanti e non certo perché ora è qui a Catanzaro. Infatti, lo conosco da oltre un decennio, abbiamo fatto insieme il supercorso di Coverciano. E’ una persona preparata, di valore e soprattutto perbene”.

Lei lo scorso anno ha collaborato prima con Bitetto e poi con Morgia. Diciamo due tecnici agli antipodi, completamente diversi…

“Vero, pacato il primo e vulcanico il secondo, ognuno con le sue idee tattiche. Con entrambi non ho avuto alcun problema, anche perché facevo solo e soltanto il mio lavoro”.

A livello professionistico ha sempre fatto il “secondo”, non ha mai pensato di fare il grande salto? Senza contare, poi, la decisione di questa estate di tornare a lavorare nel settore giovanile?

“Sì, ci ho pensato, eccome. A monte però ci sono due motivi: il fatto di essere legato da una vecchia amicizia a Fausto Silipo, con il quale, collaborando, abbiamo condiviso gioie e dolori e poi la mia è stata, anche, una scelta di vita dettata da motivi famigliari. Mia moglie non si è voluto spostare da Catanzaro e poi abbiamo un bambino piccolo. Credo molto in alcuni valori e metto la famiglia al rimo posto. Aggiungo, inoltre, che mi riempie d’orgoglio occuparmi nuovamente dei giovani”.

Parliamo adesso del settore giovanile giallorosso. Attualmente in che stato di salute versa?

“E’ in una  buona situazione. E’ decisamente in ripresa. Stiamo lavorando per il futuro. Ad esempio, dopo molti anni, abbiamo allestito anche la rappresentativa degli allievi nazionali, rischiando molto, magari anche qualche sconfitta pesante, ma con la consapevolezza di poterci togliere grandi soddisfazioni già dal prossimo anno. Stiamo disputando un campionato berretti con diversi elementi che si stanno mettendo in evidenza, molti dei quali, addirittura, classe 85′ e 86′. Alcuni hanno già esordito in Coppa Italia a Nocera Inferiore, facendo un’ottima figura. Molti li abbiamo scovati in giro per la Calabria. Stiamo, infatti, cercando di riallacciare i rapporti un po’ con tutta la regione, come del resto si faceva in passato quando tutte le piccole società erano onorate di mandare i loro atleti nel settore giovanile del Catanzaro”.

Insomma, si sta riscoprendo l’importanza del vivaio?

“Sicuramente. Se stiamo svolgendo un certo tipo di lavoro, ciò è possibile grazie all’impegno della società che crede molto nei giovani. Al riguardo vorrei, però, aggiungere che c’è qualcosa che sta alla base di ciò e che noi, purtroppo, non abbiamo: vale a dire le strutture. Sarà pure una frase fatta e ci sono problemi ben più gravi, però è importante che i nostri ragazzi li agevoliamo nel fare sport, contribuendo a farli finire su una cattiva strada”.

Insieme con Silipo lei fu uno degli artefici di quel memorabile vivaio sotto la presidenza Albano.

“E’ stato un periodo eccezionale, del quale conservo uno splendido ricordo. Lanciammo gente del calibro di Fontana, Criniti, Esposito per citarne solo alcuni, ma molti furono quelli che finirono in club importanti”.

A suo avviso, qual è stato il giocatore che avrebbe potuto fare una carriera importante e che, magari anche per sfortuna, non ha avuto quel che meritava?

“Ce ne sono stati diversi. Tuttavia, penso che il caso più eclatante sia quello di Francesco Procopio. L’ho conosciuto quando aveva 14 anni e vi garantisco che, come si dice in gergo, era nato calciatore. Se non sbaglio, ricordo che lui nella rappresentativa under 16 era titolare con un certo Ganz che gli faceva da riserva. Vederlo giocare all’età di 16-17 anni era un piacere, purtroppo, non è stato molto fortunato”. 

Con la Fidelis Andria andrà di nuovo in panchina al posto dello squalificato Dellisanti. Speriamo che sia la volta buona…

“Sostituire il mister per me è un motivo d’orgoglio. Sono catanzarese e quindi a questa squadra sono legatissimo. La speranza è quella di far bene, conquistando la vittoria”.

 

Vittorio Ranieri

Autore

God

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