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Taranto, una rosa giovane sotto la guida di Di Costanzo

Scritto da Emanuele Mongiardo

Il secondo anno in C del Taranto sotto la presidenza Giove è iniziato col piede sbagliato. Gli ionici hanno subito una brutta sconfitta per 4-1 contro il Monopoli dell’ex Laterza. Una partita decisa nel secondo tempo, anche a causa di errori individuali della difesa, dopo una prima frazione in cui i rossoblu hanno tenuto testa ai gabbiani. La stagione, quindi, si preannuncia impegnativa per il Taranto, chiamato in estate ad una vera e propria rifondazione dopo il quindicesimo posto dello scorso anno. una sessione di mercato piena d’addii per i pugliesi. La partenza più importante è stata senza dubbio in panchina: Laterza è stato il principale artefice sia della promozione dalla D, sia di una stagione tutto sommato tranquilla come la 2021/22. L’allenatore di Fasano, poco più che quarantenne, aveva impostato una squadra di grande intelligenza pratica, estremamente efficace in entrambe le fasi: il rendimento dello scorso anno non poteva non richiamare l’attenzione di club di fascia più alta e l’ingaggio da parte di una squadra da playoff come il Monopoli è pienamente meritato.

Il problema per il Taranto, però, è che non è andato via solo Laterza. La squadra dello scorso anno è stata in gran parte smantellata. Soprattutto, sono andati via gli uomini più esperti, a partire dalla coppia d’attacco. Andrea Saraniti e Giuseppe Giovinco sono stati spesso trascinatori dei rossoblu. Un binomio complementare, il classico mix tra punta di peso e seconda punta con inventiva. I due non solo erano il cuore della manovra pugliese, ma sono stati anche i finalizzatori principali: dieci i gol per Saraniti, nove per Giovinco. Dietro di loro, ha lasciato l’”Erasmo Iacovone” anche Davide Di Gennaro, giunto alla fine del mercato invernale, autore di poche presenze ma decisivo nella parte finale di stagione con la qualità del suo sinistro in mezzo al campo. Per ricostruire, il Taranto ha puntato sui giovani, con uno svecchiamento radicale della rosa. L’età media è passata dai 24,4 anni del 2021/22 ai 22,8 di questa stagione, la seconda rosa più giovane del girone C dopo quella del Messina.

Amalgamare giocatori così verdi non è mai facile. Il pubblico tarantino sembra esserne consapevole e infatti, nonostante i quattro gol subiti, i tifosi giunti al “Veneziani” di Monopoli hanno applaudito la squadra, segno che comunque c’è fiducia nell’ambiente per il prosieguo della stagione. Un’altra salvezza tranquilla, quindi, passa necessariamente dalla capacità del nuovo allenatore, Nello Di Costanzo, di trovare subito una struttura di gioco che dia sicurezze ai ragazzi e permetta di esprimere i talenti migliori.

Come gioca il Taranto
Nello Di Costanzo torna ad allenare in Serie C dopo sette stagioni. L’ultima panchina tra i professionisti risale al 2015/16. Poi una serie di campionati di Serie D, tra cui l’ultimo a Brindisi, preso in corsa e guidato alla salvezza grazie ad un eccellente girone di ritorno, dove i pugliesi hanno conquistato meno punti solo del Cerignola poi promosso con largo anticipo in Serie C.

Di Costanzo si è dichiarato in parte soddisfatto della prestazione di Monopoli: «Abbiamo affrontato col piglio giusto questa squadra. Abbiamo reso loro la vita difficile e costruito anche delle situazioni importanti». Se il tecnico dovesse confermare la squadra vista al “Vito Veneziani”, il Taranto potrebbe allora affrontare il Catanzaro con un 3-4-1-2.

Lecito aspettarsi particolare attenzione, da parte degli ionici, alla fase difensiva, per poi provare a ripartire. Lo scorso anno per i ragazzi di Vivarini fu una partita ostica, dove il pallone rimbalzava in maniera irregolare sul terreno di gioco accidentato, ed era anche difficile costruire in maniera ragionata. Al momento il Taranto non sembra al livello dello scorso anno e si dovrà provare a sfruttare le ingenuità tipiche delle squadre più giovani. Nel secondo tempo di Monopoli, come detto, sono arrivati una serie di errori difensivi, sia individuali che di reparto, che hanno spianato la strada a Simeri e Starita. Il Catanzaro ha l’esperienza, il talento e la furbizia per provare a giocare sulle insicurezze degli ionici, soprattutto con attaccanti come Iemmello e Biasci – e magari bisognerà sprecare qualche occasione di meno rispetto al primo tempo della passata stagione.

Per quanto riguarda la fase offensiva, sono due i nomi da segnalare: il centrocampista Valerio Labriola e il trequartista Michele Guida. Labriola è il faro della squadra. Napoletano di nascita, numero dieci, è un classe 2001 ma in campo dimostra ben più dei suoi ventun anni, sia per il carattere che per il contributo con il pallone. È lui a prendersi la sfera dalla difesa e a gestire i tempi di gioco del Taranto, anche nelle ripartenze. Guida invece è stato l’autore del gol nel 4-1 di Monopoli. Anche lui napoletano – di Torre Annunziata – è la classica mezzapunta da girone C, che frequenta per la prima volta: fisico minuto – un metro e sessantacinque – sgusciante in dribbling e con un’ottima capacità di rientrare sul piede forte per calciare. Viene dalla Serie D e ha giocato anche da ala. A lui il compito di raccordare i reparti.

Siamo solo alla seconda giornata, ma questo turno potrebbe essere una buona iniezione di fiducia per il Catanzaro. Le dirette concorrenti – Crotone e Pescara – affronteranno due avversari scomodi come Monopoli e Latina. I tre punti sono l’unico risultato ammesso, anche se non bisognerà sottovalutare il Taranto. Le trasferte all’”Erasmo Iacovone” sono sempre speciali, e anche se non ha portato a niente, persino il gol di Fazio dello scorso anno è stato un momento di particolare gioia. Ai ragazzi di Vivarini il compito di continuare a vincere contro un avversario dalla grande tradizione.

Autore

Emanuele Mongiardo

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