Il turno infrasettimanale vede impegnate le Aquile ad attestare l’efficacia del deciso cambio di rotta visto nella convincente prestazione al Ceravolo contro la corazzata Palermo.
Una trasferta, quella di Mantova, che però non nasconde delle insidie perché i lombardi sono feriti dalla immeritata sconfitta di Bari, che li ha relegati all’ultimo posto solitario in classifica.
I biancorossi, tornati in B dopo 14 anni, la scorsa stagione erano partiti bene per poi subire un tracollo che li aveva portati a una salvezza tribolata all’ultima partita di campionato, quel punto conquistato in casa proprio contro il Catanzaro nel recupero della 34esima giornata, non disputata nel giorno di Pasquetta per la morte di Papa Francesco.
Mantova in crisi di risultati
Il Mantova non ha cambiato molto della formazione dello scorso anno. In estate, dopo una buona plusvalenza ottenuta con la cessione di Fabrizio Brignani al Castellon in Liga2 spagnola, sono arrivati dei giocatori di proprietà della Cremonese, l’esperto centrocampista sloveno Zan Majer e l’uruguagio attaccante César Falletti, al Bari nella stagione scorsa.
Altri rinforzi per il settore offensivo si sono concretizzati col prestito dal Pisa del talentuoso Nicholas Bonfanti e dell’ala Maat Daniel Caprini dalla Fiorentina, mentre per la linea difensiva sono giunti l’ex Ascoli Valerio Mantovani e Alessio Castellini in prestito dal Catania.
Come dicevamo, i risultati dopo nove partite sono poco edificanti solo 5 punti frutto di una vittoria e due pareggi. Mai come in questo periodo la panchina di Davide Possanzini è traballante. Il Mister marchigiano guida i biancorossi dalla stagione 2023-24 vincendo subito il girone A della serie C. Una promozione che ha dell’incredibile visto che il Mantova era retrocesso in serie D a giugno e ripescato in Lega Pro per la mancata iscrizione del Pordenone.
Anche l’anno scorso nella serie cadetta i virgiliani avevano dimostrato il loro valore, grazie all’apporto del loro gioco che li ha piazzati al primo posto per percentuale di passaggi riusciti, più alta di quella di Sassuolo e Cremonese.
I maestri del passaggio
Possanzini, fedele discepolo di De Zerbi, fa giocare la sua squadra con un 4 2 3 1 di base. Costruzione dal basso con capitan Festa tra i pali, molto abile con i piedi, che sa alimentare il gioco delle ripartenze dalla linea di difesa – in questo caso i 4 rimangono bassi – oppure superare la prima linea di pressione avversaria con lanci che chiamano uno dei due esterni di difesa ad alzarsi molto.
Superata la prima pressione avversaria la manovra continua con passaggi corti, preferibilmente per vie centrali con un centrocampo scaglionato che cerca di sfruttare gli eventuali spazi lasciati dagli opposti.
Altra caratteristica della squadra di Possanzini è lo sviluppo dell’azione sulle fasce, spesse volte volutamente sovraccaricate con alta densità di giocatori, che ha l’obiettivo di superare la linea difensiva all’esterno per arrivare al cross oppure di cercare un cambio di gioco repentino sull’altro lato più sguarnito.
Il principio cardine della transizione positiva, appena si recupera palla, è l’idea di giocare verticale portando tanti uomini ad attaccare la linea di difesa. Se la squadra avversaria rimane corta, allora si torna al possesso palla con un fraseggio corto anche ripartendo dal portiere.
Ovviamente anche nelle transizioni negative il gioco corale e manovrato del Mantova permette, stando estremamente corti, appena si perde palla, la riconquista immediata del possesso soprattutto per l’abilità dei giocatori sulle preventive.
Avanti così
Vedremo come Aquilani e i suoi ragazzi argineranno questa dinamicità che è il marchio di fabbrica dei biancorossi. Il centrocampo “rinforzato” visto col Palermo ha sicuramente dato i suoi frutti, come l’attento e paziente lavoro della linea difensiva a cinque sugli attacchi avversari.
Quello che ci si aspetta dai giallorossi comunque è che mantengano quella capacità di giocare da squadra e di saper soffrire nei momenti difficili senza scomporsi.
Il cammino è ancora lungo ma la direzione è quella giusta.
Foto US Catanzaro 1929

