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Uno spettacolo in giallorosso: regia di G.B. Fabbri. Anzi, Piero Braglia

L’editoriale di Francesco Ceniti

Ci stiamo divertendo. Sì, scriviamolo pure senza problemi. La cosa non è di poco conto per una tifoseria abituata da molti anni (troppi) a spettacoli indecorosi (persino per la quarta serie), anche quando il Catanzaro lottava per vincere il campionato. Perché, giusto per fare un paragone recente, nessuno può negare che nell’ultima parte della passata stagione i giallorossi abbiano conseguito risultati eccellenti, ma è altrettanto vero che, nonostante le molte vittorie, il gioco era – passateci questo termine – stiracchiato e affidato più che altro ai singoli. Il Catanzaro targato Braglia, invece, ha una sua fisionomia: cerca d’imporre il proprio passo agli avversari, li aggredisce a costo di scoprirsi con tanto di pressing sui difensori, costruisce gioco senza paura. Ma la cosa più bella è che in tutto questo meccanismo le individualità non sono schiacciate, ma esaltate (più modello Mancini che Sacchi e Zeman). Così i vari Toledo (tenuto in panchina in C2, come Kamarà che adesso folleggia in serie A), Ferrigno e Corona – miglior cannoniere dei campionati professionistici: grazie – sono liberi di far benissimo il loro mestiere. E noi, tifosi innamorati, ci stiamo divertendo.
Non lo diciamo solo ora, dopo un bellissimo 3-1 conquistato a Foggia (sarebbe troppo facile). E’ da un po’ di tempo che pensiamo queste cose, tanto che dopo un pari interno (successivo a un rovescio in trasferta) avevamo invitato i tifosi “passivi” (quelli che…preferiscono guardare “quelli che…” alla televisione) a lasciare le poltrone e trasferire le loro pantofole al “Ceravolo”. E’ un suggerimento che ripetiamo: tra l’altro questa settimana i giallorossi giocano in trasferta e pertanto il vostro riposo è assicurato (però un bel week end nel Lazio per ammirare gli splendori di Roma, farsi una pantagruelica mangiata ai castelli per poi trasferirsi nella bella città dei papi e godersi come dessert Viterbese-Catanzaro non è mica una cattiva idea…), ma dalla prossima gara non avrete più scuse. E poi una cosa è vedere dal vivo come nascono i gol di Corona (uno spettacolo), un’altra è accontentarsi dei filmati televisivi (che vanno bene per chi non ha altre possibilità). Quindi…
Torniamo al calcio giocato. Parlavamo di una squadra che diverte, segna e subisce gol (è il leit motiv delle quattro gare disputate). Partiamo dal punto che ci preoccupa di più: le reti incassate. Braglia ha più volte ricordato che non si può mettere sotto accusa soltanto la difesa. Evitare le marcature è compito di tutta la squadra. Giusto. Noi aggiungiamo (e questo il tecnico toscano non lo può dire apertamente) che però ci preoccupa un po’ la coperta corta in quel reparto. Di solito a Catanzaro eravamo abituati ad avere penuria d’attaccanti, mentre in questa stagione accade il contrario. In organico ci sono: Ciardiello, Corazzini, Pastore, Zappella, Milone e Vatalaro. Quest’ultimo non ha nessun’esperienza e gioca nella berretti, mentre i primi due sono infortunati. E’ vero che all’occorrenza possono giocare dietro pure Ascoli, Dei e Caterino, ma si tratterebbe di un ripiego. Per questa ragione avremmo preferito un acquisto in meno tra centrocampo e attacco (anche quando si è trattato di prendere giovani di belle speranze si è andati a scegliere giocatori utili dalla cintola in su) facendo cambio con una pedina per la difesa. Per molto tempo si è inseguito De Martis senza poi quagliare il tutto. Ora la situazione è più complicata e forse bisognerà attendere gennaio sempre che non si riesca a trovare qualche svincolato di valore (a noi viene in mente Colle: veloce, giovane e forse ancora svincolato).
In ogni caso Braglia saprà trovare gli equilibri giusti. E poi non è mica detto che prendere gol sia sinonimo d’insuccesso. Come direbbe Boskov “importante è farne uno in più avversario”. E da questo punto di vista siamo messi bene tanto che azzardiamo un parallelo: la promozione più bella conquistata dal Catanzaro (non certo per valore assoluto, ma soltanto per il modo in cui è stata conquistata) è forse quella che dalla C1 ci riportò in B con G.B. Fabbri allenatore. Una squadra spumeggiante che realizzava moltissimi gol (allora Lorenzo era il nostro Corona, Bagnato e Gregorio Mauro gli esterni dalle caratteristiche simili a Toledo e Ferrigno), cercava la vittoria su ogni campo e di conseguenza offriva opportunità agli avversari. Quel Catanzaro faceva divertire molto i suoi tifosi. L’augurio è che la squadra condotta da Braglia ripercorra la stessa strada. Classifica finale compresa.

Autore

Francesco Ceniti

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