La Striscia

Vacanze campane

Un Catanzaro senza stimoli perde a Caserta timbrando solo il cartellino della presenza

Casertana con il sogno play off e Catanzaro in vacanza. Era questo il tema che si poteva paventare alla vigilia di ieri per la sfida del “Pinto” e così è stato.

Nessuna smentita, tutto si è consumato secondo quanto si temeva, almeno fra i tifosi di fede giallorossa, a nulla sono valse le parole di Sanderra che nella conferenza stampa pre-partita, aveva detto: «Andiamo a Caserta per giocarcela a viso aperto senza tatticismi, è inutile difendersi a questo punto.»
Sull’altra sponda i duemilacinquecento presenti per sostenere i falchetti campani, hanno in pratica assistito a una sfida senza alcun patema d’animo e in totale tranquillità, come spesso accade nella stragrande maggior parte dei tornei che si disputano nel Bel Paese, quando una delle due compagini non ha alcun obiettivo.
La Casertana conquista i tre punti e continua a coltivare il sogno play off, mantenendo inalterato il distacco dal Matera in attesa del recupero con il Martina di mercoledì prossimo.

Il Catanzaro conferma invece che il suo torneo è da qualche tempo andato in archivio.
Le Aquile si erano presentate a Caserta con la migliore formazione possibile, uno schieramento di tutto rispetto almeno sulla carta.

Sin dai primi minuti la Casertana ha dominato la scena e dopo ventotto minuti di gioco, i due colored, Cisse e Agrodin, archiviavano la pratica senza colpo ferire.
Troppi sbandamenti in difesa per i giallorossi, troppo lunghi i reparti, troppo spazio sulla corsia di destra, dove Calvarese e Giampà non trovano le giuste misure per arginare, Bianco, Mancosu e Mancino.
In tale marasma spiccano pure alcuni individualismi personali (che Sanderra, sempre  in conferenza stampa aveva chiesto di evitare) di Russotto, confermando che il gioco corale di squadra, quello che servirebbe in tutte le categorie, non è nel dna del Catanzaro di ieri, di quello visto nella città della Reggia e in tutte le altre trasferte in Campania targate Sanderra.

Il dominio dei padroni di casa è assoluto in ogni zona del campo, il Catanzaro è dominato nel mezzo, in lungo e in largo, è impreciso nella trasmissione del pallone e quando è in possesso palla, non sfrutta mai le corsie esterne.

Si affida solo a noiosissime giocate per vie centrali, sperando in Razzitti, abbandonato da solo contro gli arcigni difensori rossoblù.
Potrebbe esserci un rigore nella prima frazione di gioco proprio ai danni di Razzitti per riaprire la partita nel primo tempo, ma l’arbitro sorvola e lo assegna nella ripresa.

I giallorossi dimezzano lo svantaggio segnando con l’ex attaccante bresciano il penalty, ma la partita, anche se ci sono ancora venti minuti è in archivio sin da quando le squadre sono scese in campo.
Archiviata Caserta restano ancora tre partite da disputare, poi finalmente il campionato terminerà e bisognerà necessariamente tirare le somme.
Al momento attorno al Catanzaro ci sono solo voci, nulla è certo a iniziare dalla conferma del tecnico, dei calciatori e dell’eventuale organigramma societario.
Il presidente (sarebbe bello rivederlo come nella foto a fianco che proponiamo) rientrerà nei primi giorni di Maggio e sembra che abbia indetto una serie d’incontri per valutare le situazioni di ognuno e dettare le linee guide in ottica futura.
Rimarcare e riaffermare le pecche di quest’anonima stagione è ormai inutile, serve adesso guardare avanti sperando che si faccia tesoro degli errori commessi e di come intervenire per evitarli.
Il calcio non è una scienza esatta, questo è arcinoto, ma senza quell’ingrediente essenziale che è l’entusiasmo, sia della società sia della tifoseria è difficile raggiungere qualsiasi obiettivo, che per una piazza, intesa come blasone e tifoseria qual è Catanzaro, non può di certo essere una tranquilla salvezza in un campionato di Lega Pro.
A proposito di Lega Pro, è anche giusto aggiungere quanto sia stata fallimentare la nuova riforma dei campionati, che ha contribuito ad assistere a spettacoli indecorosi come quello visto ieri.
Delle sessanta squadre suddivise nei tre gironi, più della metà hanno archiviato il proprio torneo in primavera, proprio quando di norma si decidono i campionati.
Le classifiche sono falsate da penalizzazioni che variano da giornata in giornata; il calcio spezzatino, gli orari assurdi delle partite e gli spalti vuoti chiudono il cerchio.
I vertici federali, ascoltati da noi personalmente in un noto programma radiofonico, parlano di un gran successo.
Ma mi faccia il piacere” parafrasando Totò è il minimo che ci viene da dire.

Salvatore Ferragina  

Autore

Salvatore Ferragina

8 Commenti

Scrivi un commento