Avversario di turno

Albinoleffe: un miracolo fatto in casa

La squadra di Esposito a caccia di un’altra salvezza dopo l’addio di Gustinetti

ROMA – L’anno scorso una sprint fenomenale in avvio
prima di una solida salvezza. In questa stagione una partenza stentata ma ora
un lento decollo. Non finisce più di stupire l’Albinoleffe,
una società delle vallate bergamasche nata
dalla fusione di Albinese e Leffe
che ha raggiunto e affrontato alla pari i cugini dell’Atalanta.
Come non levarsi il cappello davanti a questa piccola realtà lombarda
che in pochi anni con serietà e programmazione è riuscita a
costruirsi un solido futuro a buoni livelli?

TRADIZIONE BERGAMASCA – Il sogno di milioni di tifosi del pallone è
quello di vedere la maglia della propria squadra del cuore indossata da
calciatori “indigeni”. Ecco un altro dei fattori determinanti del
miracolo Albinoleffe. Il 90% dei ragazzi di Esposito
è nato tra Bergamo e le valli orobiche. Fino allo scorso anno, prima
della chiamata dell’Arezzo, anche l’allenatore era bergamasco: Elio Gustinetti.
Alcuni giocatori hanno vissuto l’intera scalata dell’Albinoleffe, dai tempi dell’Albinese.
Altri sono cresciuti nelle scuole calcio della Val Seriana.
Il calcio pulito degli oratori e di piccole società convenzionate con
quella del Presidente Andreoletti. Altri ancora
arrivano in prestito dalla casa madre dell’Atalanta,
notoriamente uno dei migliori vivai italiani. E poi l’acquisto più
importante del mercato, Matteo Beretta, arriva dalla
“lontanissima” Monza, con un bagaglio di 18 gol all’attivo
grazie alla strepitosa stagione tra Crotone e Teramo. E pure l’unico
straniero in squadra, il brasiliano Joelson, è
cresciuto a Pavia!

DA GUSTINETTI A ESPOSITO – Peccato che il tecnico sia torinese, il
43enne Vincenzo Esposito, arrivato a Bergamo dopo sei stagioni al Prato.
Esposito, discreto centrocampista (ex Lazio e Cesena) si è seduto sulla
panchina toscana dopo esserne stato la guida in campo negli ultimi quattro anni
della sua carriera da calciatore. Il tecnico ha avuto il grande merito di non
stravolgere i meccanismi collaudati dell’Albinoleffe,
ereditati da Gustinetti. Neanche dopo un avvio di
stagione non troppo brillante, iniziato con l’eliminazione estiva dalla
Coppa Italia per mano del Manfredonia e culminato con un inizio di stagione tutt’altro che semplice. Nove partite senza successi.
Poi, perso il derby con l’Atalanta, la scossa
è venuta da un doppio scontro diretto casalingo, sfruttato al meglio. Un
duplice 2-0 ad Avellino e Pescara ha rilanciato l’asfittica classifica
dei bergamaschi che martedì hanno dimostrato
di essere in buona condizione fisica, dominando ma non riuscendo a schiodare lo
0-0 sul campo del Verona.

COME L’ANNO SCORSO – La crisi tecnica del Catanzaro, il più che
probabile esonero di Buso, la condizione dell’Albinoleffe sono tutti elementi che riportano alla mente la
partita dello scorso anno, turno infrasettimanale, prima partita di Cagni sulla panchina giallo-rossa. Anche in quel caso
l’Albinoleffe veniva da un periodo d’oro
che durava da inizio campionato. Secondo posto in classifica, calcio brioso e
offensivo: sembrava la seconda puntata della favola Chievo.
Invece la squadra si sgonfiò proprio a partire da quel pareggio col
Catanzaro: un 1-1 siglato da un colpo di testa di Possanzini
e da un’autorete di Minelli, intento ad
anticipare Corona lanciato da Carbone.

L’ORCHESTRA NON È
CAMBIATA –
Esposito ha
confermato anche il modulo preferito da Gustinetti,
un 4-4-2 con le ali molto offensive. Anche gli interpreti sono quasi gli stessi
dello scorso anno. Invariata la difesa, con Colombo a destra (preferito a Sonzogni nelle ultime partite) e lo spostamento di Teani al centro a far coppia con Minelli.
A sinistra gioca invece Regonesi, temibile mancino. Coser è stato promosso titolare rispetto alla scorsa
stagione, dopo lo scambio di prestiti che ha portato Acerbis
al Livorno in cambio di Ginestra. A centrocampo il
faro Carobbio è stato tentato dalle sirene
della Reggina. Al suo posto è arrivato dall’Ascoli Belingheri, che si alterna con Poloni
accanto a Del Prato. Ai lati giostrano Gori a destra
e Testini a sinistra, molto veloci e spesso
affiancati alle due punte che sono Bonazzi e Joelson. Beretta, per ora,
è finito in naftalina insieme ad Araboni.
Niente a che vedere con Davide Possanzini, che per un
anno e mezzo ha guidato la squadra prima della sua cessione al Palermo a
gennaio. Non ha lasciato traccia, invece, l’ex della partita Valerio Di
Cesare. Nessun problema per Esposito in vista della sfida di domani.
L’unico indisponibile è il 19enne Madonna. Resta da decidere il
ballottaggio perpetuo tra Belingheri e Poloni, col primo favorito.

UNO SPETTACOLO PER POCHI – Così come a Chievo,
lo spettacolo Albinoleffe è destinato a pochi
intimi. Una squadra simpatica ma senza seguito. Un migliaio i paganti medi,
quasi tutti abbonati. Un’ulteriore dimostrazione (se ancora ce ne fosse
bisogno) che per fare buon calcio servono serietà e programmazione.
L’amore dei tifosi, purtroppo, non basta.

PROBABILE FORMAZIONE (4-4-2): Coser; Colombo, Teani, Minelli, Regonesi; Gori, Belingheri (Poloni), Del Prato, Testini; Bonazzi, Joelson. All.: Esposito.

Ivan Pugliese

ivan@uscatanzaro.net

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