Intervistiamo

Al Galluppi una mostra sull’Olocausto dei Rom

I primi ad aver preso visione della mostra fotografica “Porrajmos, a forza di essere vento” che si ispira al dramma degli zingari sterminati nei campi di concentramento – 21mila dei quali solo ad Auschwitz – sono stati gli alunni del classi IV H, V G e V I del liceo scientifico.

Ma per tutta la settimana allievi e semplici visitatori potranno ripassare un po’ di storia tra i corridoi del liceo classico “Galluppi”, grazie all’iniziativa con cui Maria Gabriella De Luca dell’associazione “Terra di Confine” ha voluto porre l’accento sull’Olocausto dimenticato dei Rom e dei Sinti.

Più che di un ripasso, per molti studenti si è trattato forse di una scoperta: tra le minoranze massacrate, infatti, quella degli zingari passa di solito in secondo piano sui libri di storia. E se i registri, sui quali i nazisti annotavano la presenza di migliaia di rom, non fossero stati nascosti dai prigionieri per essere poi ritrovati dopo la liberazione, non si sarebbe mai saputo niente di loro, né degli atroci esperimenti che il dottor Mengele (definito l’angelo della morte) era solito eseguire sui rom più piccoli.

C’è poi una sezione dedicata all’ “Olocausto mai finito” degli zingari di oggi, con cui alcuni giovani rom (Mirko, Giuseppe R., Giuseppe S., Gaetano, Carmelo, Francesco T., Francesco M. e Alessandro) – per mesi impegnati nel programma “Convergenze” che “Terra di Confine” ha portato avanti all’interno dell’Istituto Penale Minorile – hanno intitolato la rappresentazione, su dei cartelloni, della storia del loro popolo di appartenenza, dalla partenza dall’India intorno al 1400 fino alle attuali disposizioni intolleranti che hanno caratterizzato la politica italiana nei loro confronti.

I 150mila Rom e Sinti che vivono oggi in Italia sono ormai stanziali, ma continuano ad essere mal visti, a Milano (dove, tra il 2007 ed il 2010, si contano trecento sgomberi dei campi rom) come a Catanzaro.

Qui, in particolare, l’integrazione tra i rom e gli “italiani” che abitano nelle stesse palazzine rappresenta una questione ancora aperta.

La Settimana della Memoria di “Terra di Confine”, che si inserisce all’interno del progetto “A più voci: una rete per la prevenzione”, finanziato con le risorse derivanti dal Bando di Perequazione Sociale, e che si concluderà venerdì 27 con un seminario di approfondimento a cui parteciperà Carla Osella, presidente dell’Associazione Italiana Zingari Oggi, mira, pertanto, a un solo intento: far affiorare le pagine mancanti al periodo storico più abietto che l’umanità ricordi. 

Autore

Salvatore Ferragina

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