Alla scoperta di mister Grassadonia

Dopo le alterne fortune alla guida di Salernitana Paganese Messina Pro Vercelli e Foggia, Gianluca Grassadonia approda in Calabria subentrando a Gaetano Auteri.

Nel credo del mister nativo di Salerno ci sono il possesso palla, la costruzione della manovra dal basso e la ricerca continua della superiorità numerica che apre la strada alle verticalizzazioni. Concetti molto simili a quelli dell’esonerato mister Auteri, ma che richiedono una certa preparazione a tavolino.

Grassadonia ama studiare gli avversari senza legarsi ad un modulo in particolare anche se nella sua idea di gioco l’impianto iniziale è quello classico del 3-5-2 dove le due mezzali svolgono un ruolo decisivo per aggredire l’avversario senza dare punti di riferimento.

Data la predisposizione offensiva del gioco che ha in mente il mister difficilmente vedremo la figura del play basso a guardia della difesa, ma al contrario il modulo dovrebbe trasformarsi in una sorta di 3-4-1-2 con la presenza di un giocatore che agendo fra le linee consenta di far salire la squadra sparigliando la retroguardia avversaria.

Le alterne fortune di cui si parlava in apertura sono legate ad una certa incostanza di rendimento che vede protagoniste le squadre allenate dal mister. Al netto di eventuali errori di interpretazione della gara, Grassadonia pretende dall’undici in campo una continua e spasmodica applicazione di quelle geometrie che non sempre riescono.

Non predica velocità ma calma, non pretende di sorprendere ma di dominare lucidamente. Una visione empirica che passa da spezzoni di gioco a tratti spettacolari a fasi di stanca dove bisognerà tenere alta la concentrazione.

Un allenatore promettente

Il palmares di Gianluca Grassadonia non è di quelli che impressionano. Come allenatore ha fin qui ottenuto una media punti appena accettabile per un totale di 56 vittorie, 69 pareggi e 86 sconfitte, tuttavia data la giovane età è considerato uno degli allenatori più promettenti per la sua capacità di trasformazione in corsa e di adattamento.

I successi ottenuti con la Paganese nell’ex quarta serie sono un lontano ricordo, l’esperienza in serie B è stata decisamente più probante e non sempre ha portato buoni risultati per la difficile applicazione di meccanismi che richiedono un tasso tecnico decisamente più alto di quello che il calcio nostrano offre.

Dotato di forte personalità, ama spronare le sue squadre conquistando punti e vittorie con la grinta e la determinazione di chi crede che un po’ di cattiveria non guasti. Strano ma vero la sua stella polare è l’ex ct della nazionale Ventura del quale ha sempre parlato con enorme ammirazione.

Cosa cambierà nel Catanzaro?

Data quasi per certa la conferma della difesa a tre e l’irrobustimento della linea mediana, i problemi principali riguarderanno il surplus di giocatori che oggi popolano la rosa giallorossa nel reparto offensivo.

Se mister Grassadonia deciderà di fare a meno di un attaccante quasi sicuramente opterà per mettere a riposo uno fra Fischnaller e Kanoutè puntando sul peso di una prima punta come Bianchimano o Nicastro. Il secondo attaccante dovrà quindi agire più da seconda punta che da esterno, snaturando un po’ il proprio ruolo e trovando spazi di manovra di più ristretti.

Se da un lato è facile individuare in Di Livio e Giannone la figura del trequartista che potrebbe agire fra le linee, più complicato resta il nodo della linea mediana dove è più viva l’emergenza infortuni con Urso non ancora disponibile e la coppia Statella Favalli non esattamente al top della condizione.

Nel 3-5-2 i corridoi esterni sono la chiave di volta ed al momento il Catanzaro non sembra disporre di uomini e mezzi capaci di fare la differenza. A meno di reinventarsi ruoli di per sé molto complicati, il nuovo mister dei giallorossi dovrà dare gli stimoli giusti a una squadra che da qualche tempo a questa parte sembra aver perso le necessarie motivazioni.

In bocca al lupo mister.