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Bari: il primo crocevia stagionale

Scritto da Redazione

La favorita per la promozione diretta ospita le aquile in un sabato pomeriggio di fuoco al “San Nicola”

Bari-Catanzaro sarà per distacco la più importante partita della dodicesima giornata di Serie C. Un match che si preannuncia spettacolare, carico di significato per entrambe le squadre. Ci saranno i padroni di casa che proveranno ad allungare sulle inseguitrici e le aquile che invece vogliono restare in scia e magari provare ad accorciare le distanze.

Tutte e due le squadre, arrivano al match dopo un weekend che le ha viste uscire sconfitte. I giallorossi hanno perso tra le mura del “Ceravolo” contro il Monopoli, in una partita all’insegna della sfortuna per via dei diversi legni colpiti da Carlini e compagni. Il Bari invece, dopo aver assistito alla prima sconfitta stagionale del Catanzaro, perde in malo modo contro la Virtus Francavilla nel derby pugliese.

Sia Mignani che Calabro avranno avuto una settimana difficile. Ritrovarsi ad inizio settimana con quella sensazione di chance persa e con un big match da preparare, immaginiamo avrà aumentato di molto il carico di tensione, in primis sui due tecnici. Il lavoro sulla testa oltre che sulle gambe dei giocatori risulterà più che mai importante per una partita del calibro di Bari-Catanzaro. Servirà poco tempo di gioco e un pò di attenzione per capire la bontà del lavoro psicologico fatto in settimana. Approcciare al match in maniera giusta sarà importantissimo per cercare di portare a casa punti pesanti.

Sarà il primo solco significativo della stagione. Sarà lo scontro tra la superfavorita e una tra le squadre più accreditate per rompere il pronostico della preseason. Sarà la prima vera trasferta del tifo giallorosso post pandemia. Sarà la sfida tra le due squadre al vertice, sarà Bari-Catanzaro. E noi non vediamo l’ora.

L’ANALISI TECNICO-TATICA

Mignani sembra aver ridato certezze al Bari a partire da difesa a quattro e rombo di centrocampo. Il 4-3-1-2 è un modulo insolito per il girone C di Serie C, dove la fanno da padrone difesa a tre ed esterni a tutto campo. In Serie B, però, il 4-3-1-2 è tra i sistemi di gioco più diffusi, adottato spesso proprio dalle squadre che hanno vinto il campionato cadetto, non ultimo l’Empoli di Dionisi. 

I moduli, come disse una volta Guardiola, sono solo numeri di telefono, fotografie statiche che non dicono nulla dell’atteggiamento di una squadra. La preferenza per un centrocampo stretto ed un rifinitore, però, rivela la qualità e la ricchezza della rosa di Mignani. Giocare col rombo per il Bari significa moltiplicare le linee di passaggio che, in diagonale, collegano centrocampo e attacco. Per percorrere quelle tracce di gioco, però, servono tecnica nei passaggi e intelligenza nell’occupare gli spazi, doti non comuni in Serie C. Senza smarcamenti, infatti, il sistema di gioco del Bari rischia di soffocare nel corridoio centrale del campo. I movimenti delle mezzali, sia per aprirsi e dare ampiezza, sia per alzarsi alle spalle del centrocampo avversario, sono fondamentali. Senza movimenti adeguati intorno, non ci sarebbero gli spazi per servire Ruben Botta, il faro dei galletti, un giocatore sicuramente con piedi da categoria superiore. L’ex San Lorenzo ha già firmato cinque assist ed è scomodo quando si piazza tra le linee, dove i difensori hanno il dubbio se uscire su di lui. Il rombo sta esaltando anche un centrocampista di tocco come Maita, mentre D’Errico, mezzala sinistra, è l’interno che più spesso si prodiga a dare ampiezza con i movimenti. In alternativa, se non ci sono sbocchi col palleggio, le punte devono muoversi verso la fascia per chiamare il passaggio in verticale ai terzini, oppure devono muoversi in profondità per attirare i lanci alla cieca dei centrocampisti. Antenucci e Cheddira sono due punte davvero intelligenti senza palla e capiscono quali sono le esigenze della squadra, sia quando il palleggio è fluido, sia nei momenti di difficoltà. Simeri rispetto a loro è un po’ più statico, ma legge meglio i cross e si muove bene in area di rigore. 

In fase di non possesso, l’ovvio svantaggio del 4-3-1-2 è la copertura dell’ampiezza. Se le scalate del Bari non sono puntuali, i galletti rischiano di scoprire il lato debole, che il Catanzaro potrebbe raggiungere se fosse veloce e preciso nei cambi gioco. Il leader della difesa è Emanuele Terranova, classe ’87 e vecchio Baluardo del Sassuolo di Di Francesco che nel 2012/13 stupì tutti e raggiunse la Serie A. In quella stagione Terranova segnò undici reti, numeri straordinari per un difensore centrale. Il fiuto del gol non sembra averlo perso, visto che quest’anno ne ha già segnati tre. Contro il Monopoli il Catanzaro, pur in maniera non del tutto trasparente, ha sofferto i terzi tempi su calcio piazzato. Terranova meriterà di certo un occhio di riguardo. 

Catanzaro e Bari, per motivi diversi, si trovano davanti ad un’occasione quasi irripetibile, i pugliesi per dare una spallata al campionato, i giallorossi per avvicinarsi al primo posto e demoralizzare i diretti rivali. In sfide come queste, oltre a tecnica e tattica, è sempre bene osservare chi in campo avrà meno paura.

Samuele Cardamone e Emanuele Mongiardo

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