Intervistiamo

Carcere di Catanzaro: inadeguato e sovraffollato

La relazione è stata inoltrata al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria dal segretario generale della Uil Pa penitenziaria, Eugenio Sarno 

Il segretario generale della Uil Pa penitenziari, Eugenio Sarno, ha inoltrato ai vertici del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) e del provveditorato Regionale (PRAP) una relazione sugli esiti della visita effettuata nel carcere di Catanzaro il 18 maggio scorso. “Il penitenziario – scrive Sarno – sorge nel circondario cittadino, collocato in una conca che amplia gli effetti delle condizioni climatiche, in special modo nelle stagioni estive. Edificato negli anni ‘80, e’ collocabile nel novero delle cc.dd. “carceri d’oro” e presenta tutte le criticita’ strutturali gia’ riscontrate in analoghi plessi penitenziari. Il primo impatto con la struttura (anche da distanza notevole) – sostiene – e’ molto negativo in quanto e’ possibile scorgere gli inequivocabili segni del degrado, dovuti allo scorrere del tempo ed alla mancata manutenzione del fabbricato per l’insufficienza delle risorse economiche. Il block-House ( a suo tempo realizzato in economia) – scrive – offre immediatamente uno spaccato delle condizioni che la delegazione visitante riscontrera’ in quasi tutti gli ambienti : inadeguatezza , insalubrita’, spazi ridotti e assenza di servizi igienici. La portineria non appare adeguata (per spazi ed arredi). Come in molti altre strutture il passaggio pedonale della portineria per l’accesso all’istituto condivide spazi in comune con la porta carraia. Pertanto il transito degli automezzi e la mancanza degli impianti di aspirazione espone gli operatori penitenziari e tutti coloro che accedono all’interno ai rischi derivanti dall’inspirazione, in alta concentrazione, dei gas di scarico e delle polveri sottili. Singolarmente ( ed in barba ad ogni procedura di sicurezza) nella stessa porta carraia, senza alcuna delimitazione, transitano e sostano anche i familiari dei detenuti che si recano a colloquio. Appena giunti in prossimita’ delle aree detentive – fa rilevare – l’attenzione e’ attratta sull’inadatta recinzione, quasi di fortuna, realizzata per delimitare il cantiere dov’ e’ in costruzione un nuovo padiglione. Facilmente superabile, rappresenta un serio rischio per l’incolumita’ per indebiti avventori. Tra l’altro la sua inconsistenza abbatte notevolmente i livelli di sicurezza e , come recentemente accaduto in altra sede, potrebbe favorire tentativi di evasione. Gli uffici destinati alle varie attivita’ istituzionali e gestionali ( Matricola, ufficio comando, conti correnti, ecc.) – prosegue – sono allocati in spazi originariamente destinati alla detenzione (celle), tant’e’ che le porte di tali uffici non sono altro che i cancelli “blindati” con tanto di spioncino. L’ufficio smistamento posta dei detenuti e’ destinato (impropriamente) anche ad archivio cartaceo”. (AGI) 

Autore

Salvatore Ferragina

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