Bar Mangialavori

C’era una volta…

Quattro sberle e una realtà che supera l’orrore.
di Giuseppe Mangialavori

C’era una volta… tanto tanto, ma proprio tanto tempo fa…, una città di nome Catanzaro ed una squadra di calcio che portava lo stesso nome. Cinque consonanti più quattro vocali che infiammavano i cuori di intere generazioni e facevano straripare l’entusiasmo anche oltre i confini regionali. Un nome importante che tra un “dirindindì” e un “dirindindà” conquistava il titolo di capitale di Calabria e la serie “A”. 

Nessuno sbandierava al vento “cuori” giallorossi. Ma nei fatti la città dei tre colli era diventata un punto di riferimento, un modello da seguire che oltrepassava la botanica da peperoncino e la classe politico/imprenditoriale aveva capito che il calcio in Italia era ed è strumento traino per altre cose… 

Personaggi in cerca d’autore? Zero. Arrivisti senza né arte né parte? Catanzaro sembrava invulnerabile anche a questi ultimi. Ma un giorno lo specchio magico sottolineò a qualcuno: non sei più il più bello/bella del reame!!! Da allora le mele avvelenate sono state prodotte in quantità industriale tanto da far diventare l’F.C. Catanzaro la peggiore Babele d’Europa.

Tutto questo non c’è più e la memoria viene rimossa sistematicamente soprattutto da coloro i quali hanno vissuto quegli eventi che sembrano appartenere alla preistoria. C’è solo una S.p.A. vestita di nulla e coperta da un “F.C.” che settimanalmente umilia il nome che gli viene posposto.

Il principe che baci quello che purtroppo è diventato cadavere, nella speranza di un riscontro lazzariano dallo stesso, non arriva mai. I falsi innamorati dopo essersi avvicinati alla “bella” hanno provveduto a pugnalarla a sangue, sfregiandone il volto in modo che non fosse più appetibile da nessuno. Le origini dei falsi principi? Le più disparate. Le promesse? Le più belle. I mantelli? I più marci intrisi da mediocrità pura, la stessa con la quale di volta in volta viene affidata la “bella”. 

Se un giorno qualcuno fosse venuto a dirmi che l’obiettivo del Catanzaro sarebbe stato quello di arrivare al penultimo posto del limbo targato seconda divisione (C2), in attesa di una riforma, gli avrei vomitato in faccia anche perché da “ripescati pentiti” diventare “riformati” (senza dignità alcuna), non credo sia una cosa edificante. 

Proteste? Al momento tranne la lodevole e concreta iniziativa della raccolta firme solo qualche striscione qua e là. Nulla più. La penalizzazione? Quella sempre e possibilmente con una posologia di almeno –3 a campionato dopo i pasti… ovviamente questi ultimi di natura pubblica.

E tutti vissero felici e contenti? Al momento solo coloro i quali si ostinano a giocare alla roulette russa mirando alla tempia del Catanzaro magari in attesa di una riforma e ponendosi come obiettivo la conquista del penultimo posto in classifica. 

I tavoli istituzionali sono oramai sparecchiati. Tribuna Gianna (che brutto nome!!!) si è già affrettata a vestirsi da Pilato diffondendo la buona novella. L’obiettivo è stato raggiunto. La squadra è stata iscritta, ora si può essere anche schiaffeggiati con quattro sberle dagli amici rossoblu tirrenici. 

E allora? Forza e Coraggio…! No, non è un incoraggiamento, è solo un nome al quale dovremmo iniziare ad allenare il nostro futuro in attesa di ricevere altre sberle biancoverdi il prossimo weekend,  con prospettive ancora più piccanti. 

Giuseppe Mangialavori

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Giuseppe Mangialavori

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