La Striscia

Dritti verso la D

Società in disimpegno ma serve una scossa almeno a livello tecnico dopo la sfida a “porta romana” di Benevento
 
catanzaro_casertana_16

Massimo D’Urso è un allenatore tecnologico. Chi assiste agli allenamenti sa benissimo che quando svolge le sedute settimanali utilizza di tutto e di più: tablet, gps, videocamere. Giocando alla play station o alla fine di una partita in tv, il quadro delle statistiche ci offre un riassunto numerico delle gare. Se ciò accadesse anche in Lega Pro, le caselle che riguardano i numeri del Catanzaro supererebbero a fatica il valore dello zero.

Siamo sicuri che il tecnico avrà esaminato tutte le partite giocate fino ad oggi e avrà contato i tiri in porta, i passaggi riusciti, i contrasti vinti, i cross dalle fasce, le penetrazioni offensive, i triangoli effettuati. Se escludiamo calci piazzati e qualche corner, le azioni di gioco possono contarsi sulle dita di una mano. In una situazione normale, D’Urso non sarebbe più l’allenatore del Catanzaro, forse già da un pezzo. Cinque punti in otto partite sono una miseria. La classifica, sì, anche la classifica piange e piange di brutto. Con i suoi numeri inesorabili che sono più di una sentenza.

Ads336x280

Il Benevento non è una squadra trascendentale, come tutte le squadre di questo girone. Sorprendente, perché le squadre allenate da Auteri giocano un calcio bello e spettacolare, ma comunque sufficiente per chiudere il Catanzaro nella sua area. Si gioca a “porta romana”.

I cameraman televisivi di Sportube a fine partita avranno il torcicollo perché per più di un’ora sono stati sempre rivolti verso una sola area di rigore. Una gran giocata di Melara condanna il Catanzaro. Il Benevento conquista tre punti che alla vigilia erano prevedibili e lo sono diventati ancor di più per come si è svolta la partita. Puoi fare tutte le barricate che vuoi, ma se non hai la forza di di ribattere colpo su colpo, prima o poi il goal lo prendi. Questa è una di quelle regole non scritte nel calcio, che però 99 volte su 100 trova conferma.

Chi ha assistito alla partita dal vivo (i trenta presenti che hanno dimostrato solidarietà alla città di Benevento con uno striscione), ma anche attraverso il piccolo schermo, non poteva certo sperare di uscire imbattuti dal “Ciro Vigorito”. Serviva solo un miracolo, quell’evento soprannaturale a cui si era affidato mister Gicos a inizio stagione, scegliendo l’allenatore che a sua volta aveva scelto il DG. Affidare le sorti di una squadra gloriosa come lo è il Catanzaro a degli eventi del genere è stata una vera scommessa, come se qualcuno chiamasse il banco a poker senza avere nulla fra le carte in mano.

Si, il nulla. Perché con tutto l’impegno che possono metterci gli undici che indossano la casacca giallorossa in questa stagione, senza una sterzata forte la serie D è lì dietro l’angolo. I segnali del calcio d’agosto, le amichevoli sofferte, la partita di coppa Italia a Lecce e i limiti evidenti emersi nell’esordio di campionato con la Casertana, quando  e dicevamo che con questa squadra si va dritti dritti in D, non sono bastati.

Soffermarci oggi sul disimpegno societario non serve a nulla. Lo sanno ormai tutti, dal tifoso più vicino a quello più lontano. E lo sa anche l’amministrazione che ha già in mano questa patata bollente e non potrà lavarsene le mani, soprattutto dopo aver sbandierato sugli opuscoli elettorali che questa società è arrivata grazie all’impegno politico della coalizione che amministra la città.

Il Catanzaro è in vendita, Cosentino l’ha annunciato pubblicamente e l’ha confermato anche il vice presidente. Dobbiamo prenderne atto e sperare che accada qualcosa. Il progetto Carlo Diana? L’imprenditore di Biella? La cordata romana? I coreani? Un ritorno di fiamma di Cosentino? Tutti sono i benevenuti al tavolo giallorosso. L’essenziale è che ci sia un progetto serio, che siano credibili gli interlocutori e che abbiano la forza economica di garantire ciò che, nonostante tutti i difetti e gli errori di gestione, ha garantito mister Gicos in questi anni.

catanzaro_cotronei_37Alla fine conta ciò che sentenzia la classifica. Oggi è giunto il momento di dire basta a questa corsa verso il baratro. Il presidente è fuori sede per lavoro, sul posto con grande impegno agisce la figlia Gessica che segue gli allenamenti, vede le partite e sta in contatto con calciatori, staff tecnico e direttore. Vive l’ambiente in pratica. A lei ci rivolgiamo adesso. Il cambio in panchina è sempre un punto interrogativo, ma oggi è più che mai necessario se si vuole tentare di salvare il salvabile in attesa del mercato di riparazione.

Saranno tante le falle da tappare per errori di presunzione, proprio da parte di chi doveva “battersi” con la proprietà per confermare calciatori come Zappacosta, Ghosheh, Giandonato e Bernardo (cercato dopo). Alla luce di quanto sta accadendo è lecito il dubbio che la conduzione tecnica non li abbia voluti, non perché non validi ma perché parte del gruppo “Sanderra-Ortoli”. Non stiamo parlando di campioni ma di calciatori di categoria che, viste le squadre dove militano adesso, non crediamo potessero pesare eccessivamente sulle casse societarie, tanto da portare il bilancio in rosso.

Lasciamola passare per una scelta tecnica, ma le scelte tecniche sbagliate ora si pagano. La stima, l’amicizia e il rispetto per il mister rimarranno lo stesso, ma non si può continuare a rischiare. Serve una scossa: lo capiranno i tifosi e lo capirà mister D’Urso, che ad oggi non ha presentato le dimissioni, mentre il Catanzaro sta viaggiando dritto dritto verso la D.

Salvatore Ferragina

Autore

Salvatore Ferragina

20 Commenti

  • dopo 8 giornate di nulla….. si può tranquillamente affermare senza paura di smentite che questo è veramente scarso come allenatore!!! difesa inchiodata al limite dell’area…. centrocampisti che girano senza meta in campo ….. punte non vedono mai una palla in area

  • Ma io vorrei chiedere a Simma o a toronto, vecchi tifosi come me se e’ mai esistito un tifoso ultras senza che mai ha avuto in mano un biglietto o un abbonamento del ceravolo? Tifoso che ora agogna la serie D. Ferragina butta fuori straniero, senza pieta’

    • Ti ricordi quando Gabriele, con il catanzaro in piena lotta per la promozione, propose D’Urso al posto di brevi? Non ti nascondo che per un istante ho sperato che la societa’ ne accogliesse l’appello. Elementi come te e come Gabriele per 4 anni non hanno fatto altro che contestare l’allenatore del catanzaro a prescindere dalla classifica e a prescindere dal nome. Sai cosa c’è di nuovo? Di nuovo c’è che c’è ne andiamo tutti in serie D. Sono convinto che un po di vitamina D farà bene a tutta la piazza. Avanti con D’Urso fino alla fine… Indietro tutta presidente!!

  • Ognuno è libero di esprimere il proprio pensiero, non per questo degli IMBECILLI debbono dare dei titoli e offese varie. <br> Detto questo, se vi brucia perché abbiamo una squadra che sta scivolando in serie D, prendetevela con i veri responsabili perché di responsabilità i tifosi non ne hanno. COSENTINO ci porterà dove non siamo mai stati, IN SERIE D. adesso scaricate la vostra rabbia con chi non ha colpe ma l’unica colpa e di aver contribuito con biglietti ed abbonamenti. COSENTINO, sarai ricordato come il peggiore dei PRESIDENTI. <br />

  • Si dimetta o non si dimetta, lo licenzino o non licenzino, la squadra, così come è, rimane tra le peggiori del girone. Anche con Mourinho in panchina i play-out (bene che ci vada) non ce li leva nessuno

  • Ma lo straniero non sarà mica per caso l’ambulante giallorosso fuori dallo stadio? Quello che settimana scorsa diceva che avremmo vinto il campionato? L’unica cosa che vinceremo quest’anno sarà la Lega Dilettanti se non si esonera l’incapace dalla panca.

  • La storia dei presidenti di calcio e’ molto srandard. Si arriva a comprare una squadra perche’ si e’ appassionati ma soprattutto alla ricerca di maggiore visibilita’ per un riflesso positivo nei propri affari o per preparare il consenso pilitico necessario per una discesa in campo. Si mette a disposizione una certa somma e la si investe a costo di perderla. Chi la spende programmando e dotandosi di collaboeatori adeguati e ben pagati arriva all’obiettivo. A quel punto sul carro del vincente salgono sponsor, politici anzi politicanti e interessi vari. Se la spesa mira ad ottenere famelicamente tutto e subito solo basandosi sulle proprie capacita imprenditoriali espresse in altri campi il progetto fallisce. Ma fallusce miseramente e viene intaccato il ricordo della persona e dell’imprenditore. A quel punto tutti lasciano il carro e si sprofonda. Chi si brucia il dito sono i veri tifosi che seguono la squadra per amore e non per interesse. Striscianti, nei momenti di tensione e difficolta’, tifosini e quaquaraqua ( come diceva sciascia) che non amano la squadra quanto la ribalta e continuano a polemizzare dando il colpo finale a tutto l’ambiente. fondamentale in questi periodi e’ il lavoro di redattori e capiredattiri di tagliare senza pieta’ la voce a questa gente.

  • Mi dispiace ma credo che la societa’ andra ancora verso la conferma dell allenatore e non vorrei fare l uccello del malaugurio ma dopo la prox partita saremo nuovamente ultimi …da soli!!!<br />
    La societa ha chiuso il portafoglio non arrivera’ nex ne’ a ne’ ora ne’ a Gennaio a meno di un ripensamento di Mister G sul cambio di proprieta o nella speranza che qlcuno si faccia avanti prima che il tempo scada

    • D’Urso resta! Il portafoglio è chiuso! A gennaio non arriva nessuno! Non c’è nessun ripensamento del presidente! Nessuno si farà avanti! La patata bollente è in mano, come chiesto da Gabriele, al sindaco. Come vedi rimane solo una cosa da fare: TIFARE!!!! BASTA CONTESTARE TUTTI ALLO STADIOOO!!!!

Scrivi un commento