È cosentino il presunto stupratore di una 16enne a Roma

L’uomo, 31 anni, appartenente al ministero della Difesa, in forza presso l’Arsenale della Marina, è stato riconosciuto dalla vittima

È cosentino il presunto stupratore di una 16enne a RomaÈ stato arrestato dalla polizia il presunto stupratore della ragazza di 16 anni violentata due notti fa a Roma. Si tratta di Giuseppe Franco, un trentunenne originario di Cassano allo Jonio, appartenente al ministero della Difesa, in forza presso l’Arsenale della Marina.

L’uomo è stato fermato in casa del fratello, denunciato per favoreggiamento, dove sono stati trovati un paio di pantaloncini appena lavati che corrispondevano alla descrizione dell’abbigliamento data dalla vittima.

Al responsabile dello stupro gli uomini della squadra Mobile sono arrivati dopo indagini che hanno ricostruito il percorso dell’uomo, che aveva lasciato la sua bicicletta legata a un palo dopo aver avvicinato la ragazza e le sue amiche.

Un appostamento ha permesso di individuare il fratello del presunto stupratore, che poco dopo l’una di notte era andato a recuperare la bici. Il trentunenne è stato riconosciuto dalla vittima. Ad incastrare l’uomo anche le immagini delle telecamere di alcuni negozi della zona e diverse testimonianze.

«Siamo dispiaciuti per quello che è successo, ma siamo soddisfatti perché i nostri investigatori hanno individuato subito l’autore del fatto. Hanno lavorato bene e velocemente. Gli elementi a carico dell’indagato sono pregnanti», ha commentato il questore di Roma, Nicolò D’Angelo.

La caccia al finto poliziotto, che con una scusa, e forse esibendo i suoi documenti di militare, aveva adescato e trascinato in un prato abbandonato accanto a piazzale Clodio la 15enne, era scattata immediatamente in tutta la città dopo la denuncia della giovanissima.

Ieri era stato fornito un identikit dello stupratore: un uomo alto, snello, capelli corti e chiari, tra i 30 e i 40 anni. Gli investigatori della squadra mobile si erano messi al lavoro sui filmati delle telecamere del quartiere che lo avevano ripreso in fuga dopo la violenza. Incrociati anche i tabulati telefonici, precedenti denunce nella zona e le tracce biologiche lasciate sul corpo della ragazzina. 

Lei, barese, è sotto shock, come la sua famiglia arrivata dalla Puglia appena saputo, le amiche che hanno capito troppo tardi cosa stesse accadendo, la madre della ragazza che la ospitava e che le aveva permesso di scendere in strada a vedere i fuochi d’artificio di Castel sant’Angelo sparati nel giorno dei santi Pietro e Paolo. «Dopo la violenza – ha raccontato la giovane – quell’uomo mi ha minacciato: o taci o ti uccido», prima di scappare nel buio. Oggi la svolta delle indagini.

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Redazione

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