Avversario di turno

Foggia: neopromossa da scoprire

Scritto da Redazione

Dopo il doppio impegno casalingo, prima trasferta di campionato per i pugliesi. Al “Ceravolo” l’identità dei satanelli sarà tutta da svelare

Domenica alle 17:30 Catanzaro e Foggia torneranno a sfidarsi dopo 3 anni dall’ultimo incontro. L’ultimo incrocio tra le due compagini è datato 5 aprile 2017 quando i pugliesi portarono a casa i tre punti grazie al 1-2 firmato da Fabio Mazzeo e dall’attuale attaccante delle aquile, Matteo Di Piazza.

Dopo 42 mesi e diversi sali e scendi tra le categorie, la squadra di Calabro accoglierà tra le mura amiche il nuovo Foggia targato Marco Marchionni, alla prima esperienza da allenatore dopo essere stato per due stagioni il vice di Silvio Baldini alla Carrarese.

L’ex laterale di Juventus, Fiorentina, Parma e per 6 volte della Nazionale arriva alla trasferta calabrese circondato da sensazioni contrastanti figlie delle prime due partite, entrambe disputate in casa. Infatti dopo la bella vittoria all’esordio contro il Potenza, squadra assolutamente non facile da battere, è arrivato il KO contro il Bisceglie di Giovanni Bucaro che espugna lo “Zaccheria” con il risultato di 1-3.

Nella conferenza della vigilia il mister dei pugliesi ha dichiarato: “Ripartiamo dalla voglia mostrata nei primi 10’ col Bisceglie, dobbiamo riscattarci subito. Stiamo lavorando bene, con attenzione e questo è fondamentale per far bene. Il Catanzaro è una squadra forte ed esperta, costruita per ambire a qualcosa di importante ma sarà il campo a giudicare. Ho già in mente la formazione, ma le scelte le farò domani”.

L’ANALISI TECNICO-TATTICA

Per giudicare le idee e l’atteggiamento del Foggia di Marchionni possiamo fare riferimento solo al match di settimana scorsa contro il Potenza, in cui, peraltro, il nuovo allenatore non ha potuto sedersi in panchina per questioni burocratiche. La proposta di calcio dei satanelli è sembrata tutt’altro che innovativa, ma di sicuro peculiare.

Anche in Serie C, infatti, si vedono poche squadre usufruire del lancio lungo come il Foggia nella sua ultima uscita. Il Potenza, lo abbiamo imparato sulla nostra pelle, preferisce chiudersi nella propria metà campo piuttosto che aggredire gli avversari. I pugliesi, nonostante l’assenza di pressione, non ci hanno neanche provato a costruire palla a terra per stanare i lucani. Senza costruzione bassa, né fasi di possesso intermedie, si incaricava direttamente il portiere Fumagalli di alzare il pallone e spedirlo sulle punte. L’uomo chiave, in questo senso, è stato il centravanti D’Andrea, autore di un vero e proprio clinic su come agire spalle alla porta, ripulire i palloni alti e rigiocarli sui compagni.

Fumagalli o i difensori non erano precipitosi nei lanci. Approfittavano dell’attendismo del Potenza per far avanzare esterni e centrocampisti nella zona dei due attaccanti. Il 3-5-2 insomma mutava le sue posizioni: a seconda del lato del rinvio una delle mezzali si alzava alla stessa altezza delle punte, così come l’esterno più vicino alla zona palla. Solo a quel punto si cercava il lancio su D’Andrea, con tanti uomini già disposti sulla trequarti avversaria pronti ad accaparrarsi il rimbalzo. Il lavoro aereo dell’attaccante, infatti, serviva a generare seconde palle che innescassero subito i compagni più vicini, in particolare Curcio – la seconda punta – e Gentile, la mezzala più propensa ad appoggiare gli attacchi.

Messa palla a terra, le combinazioni puntavano a liberare l’esterno più vicino per il cross, mentre le due punte, una mezzala e a volte l’esterno opposto occupavano l’area.

Vincere i duelli aerei con D’Andrea significherebbe paralizzare il sistema offensivo del Foggia, per come si sviluppavano domenica scorsa gli attacchi dei pugliesi. Grandi responsabilità dunque per il centrale della difesa a tre di Calabro (Fazio?), incaricato di contrastare il numero undici rossonero. Potrebbe essere altresì utile non concedere rinvii comodi alla difesa e al portiere: mettergli fretta, insomma, per impedire al resto dei compagni di occupare in tempo la nostra trequarti.

Portare tanti uomini sulla seconda palla era vitale per il Foggia. Una strategia comunque rischiosa, soprattutto per la tendenza ad alzare gli esterni: se la seconda palla, difficile da controllare, cade sui piedi degli avversari, si rischia di esporre i difensori centrali a transizioni pericolose. Il Potenza ha costruito le sue occasioni proprio in questo modo, soprattutto sul lato di Kalombo (quello destro del Foggia), il più offensivo dei due tornanti.

Foto: www.gianlucadimarzio.com

Emanuele Mongiardo & Samuele Cardamone

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