Il Catanzaro si in…Corona alla C1

Uno stadio in delirio saluta la prima vittoria delle Aquile.

Venuti da ogni dove a salutare la ritrovata C1, in ottomila a gridare la propria felicità. Molti (soprattutto i fuori sede) hanno programmato il rientro nella sede di lavoro in relazione a cosa sarebbe accaduto. Chi lo ha già fatto si prodiga a chiedere news al telefonino. Ma neanche il più ottimista avrebbe osato chiedere tanto. Eppure è così. A volte (ma non sempre) il tempo ti restituisce con gli interessi ciò che ti ha tolto. E ritrovi il “tuo” Catanzaro in C1. L’aria è diversa. Anche gli addetti alla distribuzione di bevande e patatine, nel consegnare le bottigliette privano le stesse dei tappetti. “Attenzione! – sembravano dire con il loro sguardo eloquente – siamo in C1, non si scherza!” . E dalle piccole cose si evincono le grandi. Tutti i presenti, ubriachi di felicità con i tifosi ospiti accolti in modo impeccabile dagli ultras locali che li accompagnano al bar offrendo loro di tutto di più. D’accordo che è C1, ma non dimentichiamo che siamo figli della serie “A”! Insomma tutto, anche il ritrovato manto erboso sembrano voler sottolineare a tutta l’Italia calcistica (e non solo):”Eccoci, siamo tornati”. Giornata di sole ma con un vento “made in Catanzaro” che soffia simpaticamente sul Ceravolo e la curva stracolma rimbombante di cori ( a proposito di cori non si è sentito neanche una sola volta: “ma quando c…. vincerà….ecc ecc.). E si, qualcuno direbbe :”c’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d’antico…”. La squadra inizia il riscaldamento a bordo campo avvolta dall’affetto e dalle coccole dei presenti e il buon Braglia? Non fa una grinza. Si avvicina (ma non troppo) alla curva, solo per dare le istruzioni agli interessati che , dopo il soliti esercizi di riscaldamento, si impegnano in un nuovo “esercizio” a dire il vero mai visto, fino ad ora nel pre-partita al Ceravolo: gli undici che scendono in campo si dividono in due “squadrette” e si sfidano in scambi veloci per provare l’intesa ed i riflessi, sotto gli occhi attenti di Mister Braglia (in jeans e maglietta rosso-amaranto). Avrà proprio un bel caratterino il mister, un toscanaccio D.O.C., ma se la sua determinazione porta a quello che si è visto ieri, bando alle chiacchere (poco amate da “Perino la peste”) ed evviva la concretezza.
Inizia tutto tra cori e applausi. Si possono ammirare in campo i nuovi arrivati: in difesa Morelli e Dei e il ritrovato Zappella e in attacco “RE Giorgio Corona”. Gentili, Ciardiello, Pastore, Ambrosino, Alfieri, Ascoli e Ferrigno completano il quadro degli undici giallorossi. Neanche il tempo di iniziare che al terzo minuto Alfieri dalla sinistra batte un calcio di punizione, Ginestra si oppone di piede ma la sfera si alza e Corona mette nel sacco di testa. Lo stadio esplode e lo stesso bomber viene sommerso dai compagni di squadra e dagli applausi dei tifosi giallorossi. Tutti si guardano come per dirsi:”Finalmente dopo anni e anni abbiamo un vero attaccante” . La difesa giallorossa inizia a tre ma con il passare del tempo passa a cinque. Il modulo di Braglia, infatti cambia assetto in corsa a seconda delle esigenze del momento. Le azioni dei pesaresi vengono bloccate sin dal nascere. Ottimo a tal proposito il lavoro svolto da Nicola Ascoli, che si vede ovunque: in difesa , a centrocampo e anche a ridosso delle linee avanzate. Morelli e Dei svolgono diligentemente il proprio compito. Ciardiello, Zappella e Pastore non fanno passare una sola palla e Alfieri a centrocampo costruisce. In avanti un ritrovato Ambrosino, un generosissimo Ferrigno e poi lui, Giorgio Corona. Il modulo cambia e gli avversari non hanno a loro disposizione punti di riferimento. La Vis Pesaro , dopo il colpo patito a freddo, subisce ancora la verve ed il buon gioco dei padroni di casa che prima con Ambrosino (stop a seguire di sinistro in area e anticipo del portiere) poi ancora con Corona (splendido cross di Dei e colpo di testa di poco a lato), sfiorano il raddoppio. Il primo tempo si chiude tra gli applausi convinti dei presenti. Il secondo tempo si apre con una Vis Pesaro un po’ più intraprendente e con un Catanzaro che rifiata un po’ troppo e al 15′ Cazzola crossa dalla destra, il pallone scavalca la difesa un po’ dormiente del Catanzaro e sorprende lo stesso Gentili, piatto destro di Giraldi e l’ 1 – 1 è servito! Dopo il pari., la curva Massimo Capraro si risveglia più che mai in cori di incoraggiamento e lo stesso Ferrigno (un vero trascinatore)
, pare essere un tifoso in campo. Dal centrocampo, con applausi eloquenti, chiama alla riscossa e alla reazione tutta la squadra. Braglia al 31′ del secondo tempo sostituisce Morelli (che riceve gli applausi del settore distinti) con Rodrigo Machado. Al 32′ il capolavoro costruito da Ferrigno e capitalizzato da Corona. Il primo si invola e verticalizza per il n.9 che segue la sfera, la addomestica a proprio piacimento e con un tocco da vero fuoriclasse, trafigge nuovamente Ginestra. E’ il 2 -1 e il Nicola Ceravolo è una bolgia indescrivibile. In molti svengono dall’emozione. Anche l’allenatore dei pesaresi Fabbri, parlerà ai cronisti “dell’effetto Ceravolo”, determinante, a suo dire, nello svolgimento della gara. Al 33′ Rovrena rileva Ambrosino e al 48′ Piemontese sostituisce l’osannato Ferrigno. I minuti di recupero assegnati dall’ottimo Stefanini di Prato sono cinque. Due interventi: Alfieri su Giraldi e Pastore su Martini suscitano timide proteste da parte dei biancorossi, ma tutto finisce per il meglio e tutti si abbracciano per festeggiare la prima vittoria nel nuovo campionato di C1.
Il saluto dei giocatori alla curva e si comincia a sognare sul serio. Shhhh, non bisogna dirlo a Mister Braglia. Lui fa del realismo la sua religione. Meglio così.
Sulla Salerno – Reggio Calabria, direzione Nord qua e là si scorgono auto con vessilli giallorossi. Fanno il loro ritorno nelle città del centro e del nord Italia. In uno degli Autogrill incontriamo prima Morelli e Lafuenti. Il primo dice senza alcuna esitazione:” il pubblico catanzarese mi ha fatto venire i brividi, altro che serie C1, un pubblico come questo non lo trovi neanche in serie “B”…..!”, Lafuenti annuisce sorridente con il suo look stile Sandokan. Sia l’uno, che l’altro disponibilissimi salutano il sottoscritto insieme ad altri tifosi stringendo vigorosamente la mano. Un centinaio di chilometri più in là incontriamo Alfieri, Ambrosino, capitan Ciardiello e Pastore. Una signora ferma Ciardiello e gli dice:”ma voi non siete i calciatori del Catanzaro?” . “Si!” , risponde il sorpreso Ciardiello. E la signora:” Forza ragazzi, ricordo ancora quando il Catanzaro giocava in serie “A”…”.
Insomma una domenica dove tutto profuma di giallorosso: il Ceravolo, le strade festose di Catanzaro e dei centri limitrofi e tutto lo stivale via autostrada si colora di nobili speranze.
La serenità trapela dai visi dei protagonisti. Meglio così. Perché con questa serenità e con la determinazione giusta, nessun traguardo sarà precluso. Forza Catanzaro. Avanti Catanzaro!

Giuseppe Mangialavori

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Giuseppe Mangialavori

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