Intervistiamo

Il terremoto sul Catania è partito con “Dirty soccer”

La partita con il Crotone era finita nel mirino della Dda di Catanzaro. La denuncia di Vrenna sull’aggressione subìta nell’intervallo al “Massimino”

Il terremoto che ha investito il Catania, con gli arresti del presidente della società, Antonino Pulvirenti, dell’amministratore delegato Pablo Cosentino e dell’ex direttore sportivo Daniele Delli Carri, affonda parte delle sue radici in Calabria.

L’indagine “Dirty Soccer” aveva sfiorato i siciliani. Nei faldoni della Procura di Catanzaro c’è anche il match tra Catania e Crotone dello scorso 16 febbraio.
In quell’occasione, un membro del cartello del “calcio sporco” punta 21mila euro sulla vittoria dei siciliani.

Gli andrà male, perché la partita terminerà sul risultato di 1-1. Un risultato inaspettato, dovuto – spiegherà uno degli artefici della tentata combine – al fatto che, all’ultimo momento, erano venuti meno i finanziatori della frode.
I manovratori occulti della partita del Crotone sarebbero il direttore sportivo de L’Aquila, Ercole Di Nicola, e lo “scommettitore/finanziatore” albanese Edmond Nerjaku.

Era lo stesso ds della squadra che milita in Lega Pro a dichiarare di avere il potere di combinare le partite del calcio professionistico, di Serie B ma anche di campionati inferiori.
Sabato 15 febbraio, Di Nicola chiama Nerjaku per dirgli che sta “lavorando” alla partita di Catania, valida per la 26esima giornata di B. Lo scommettitore, però, non si fida, e spiega al ds che l’accordo può avvenire solo dietro precise condizioni: «Ho capito, ma i miei amici vogliono garanzie. Se no è inutile che ci vediamo. Senza garanzie non lavorano». Cinque ore dopo, Nerjaku – incassato l’ok dei suoi “sodali” – chiede a Di Nicola di conoscere il “costo” dell’affare. Il manager de L’Aquila si allarga: 60mila euro per la vittoria del Catania e 100mila per il successo dei casalinghi associato a un numero totale di gol non inferiore a 3. Di Nicola – scrivono gli inquirenti – «si mostrava pronto ad alterare l’incontro tra il Catania e il Crotone in modo da combinare i due risultati, a seconda del finanziamento disponibile».

Quello che avviene tra i due è un fitto scambio di sms, nei quali Nerjaku esplicita sempre la sua preoccupazione: le garanzie per i suoi soci. Di Nicola ostenta la solita sicurezza: «Ogni settimana in B ne fanno una…».
I soci dell’albanese sono interessati.

Il finanziatore spiega che sono pronti a sborsare 100mila euro: «Non fanno niente senza garanzie. Ti danno 100. Ma se non esce ne vogliono 200.

Senza garanzie loro non li interessa niente. Non dipende da me».

L’AGGRESSIONE NELL’INTERVALLO
La partita tra Catania e Crotone aveva già fatto discutere a febbraio, quando l’ad dei pitagorici Gianni Vrenna aveva denunciato un’aggressione del collega catanese Pablo Cosentino: «Non può e non deve capitare – aveva detto – quello che è successo al “Massimino” contro il Catania ad opera dell’ad Cosentino al rientro delle squadre negli spogliatoi e in chiusura di gara.

Il signor Cosentino non può assumere atteggiamenti minacciosi ed intimidatori nei confronti della nostra dirigenza e penso che avrebbe meritato una sanzione maggiore rispetto a quella che gli è stata conferita».

LE PARTITE SOTTO ACCUSA OGGI

Sono «cinque le partite di Serie B» per cui la Procura di Catania «ritiene accertata la combine» e sulle quale ha indagato la polizia di Stato. Sono: Varese-Catania, del 2 aprile 2015, terminata con il risultato di 0-3; Catania-Trapani dell’11 aprile 2015 terminata 4-1; Latina-Catania del 19 aprile 2015 1-2; Catania-Ternana del 24 aprile 2015 terminata 2-0; e Catania-Livorno del 2 maggio terminata 1-1.

Accertamenti sono in corso anche su Catania-Avellino del 19 marzo 2015 terminata 1-0.

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Redazione

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