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L’ultimo miglio

Scritto da Francesco Panza

Un’analisi ragionata su ciò che resta dell’ultimo campionato e ciò che invece sarebbe lecito aspettarsi all’alba del prossimo

Minuto 97 di Padova-Catanzaro. Il pallone calciato da Chiricò sta per finire alle spalle di Branduani. In quella traiettoria beffarda c’è il racconto di un ventennio abbondante di partecipazione ai playoff. Speranze, illusioni e sistematiche delusioni vestite il più delle volte da psicodrammi collettivi mai del tutto metabolizzati.

Una sequenza incredibile di cicatrici diventate parte integrante della nostra storia. Una sistematica alternanza di cadute e nuovi inizi alla quale è mancato sempre e solo il lieto fine.

Ecco, all’alba di una nuova stagione è proprio da qui che vogliamo ripartire. Dal tentativo di comprendere cosa manchi al Catanzaro per percorrere l’ultimo miglio, quello che porta dritto alla serie B. Nulla più di un’analisi ragionata su ciò che resta dell’ultimo campionato e ciò che invece sarebbe lecito aspettarsi per il prossimo.

LE SQUADRE VINCENTI SI COSTRUISCONO IN ESTATE

Iniziamo dalla lezione numero uno della stagione 21/22: le squadre vincenti si costruiscono in estate. Ripetiamo insieme per fissare meglio il concetto: le squadre vincenti si costruiscono in estate.

Se c’è un grande insegnamento che l’ultimo torneo ci ha lasciato in eredità, è che il mercato invernale è definito “di riparazione” per un motivo semplice. A gennaio se n’è andato via già metà campionato e la tendenza del girone C è che in genere lo vince chi a quel punto della stagione ha messo fra sé e le inseguitrici un cospicuo numero di punti.

Sia chiaro, nell’ultima sessione invernale il Catanzaro ha fatto un ca-po-la-vo-ro, ma se siamo ancora qui in Serie C a leccarci le ferite dell’ennesima eliminazione play-off, vuol dire che comunque non è stato sufficiente.

E allora di cosa c’è bisogno? Banalmente di non sbagliare le scelte in alcuni ruoli chiave, dal tecnico ai giocatori che fanno la differenza fino agli equilibri di potere nei ruoli dirigenziali. In questo senso la stagione appena andata in archivio è un ottimo campionario di tutto ciò che sarebbe meglio evitare. Dalla conferma di Calabro scaricato alle prime difficoltà, alla scelta di alcuni calciatori in ruoli chiave che hanno totalmente floppato la stagione, passando per il ds Pelliccioni poco più di un cerimoniere all’interno di un Catanzaro sempre più Foresticentrico.

In altre parole, c’è bisogno di un’attenta riflessione su tutto ciò che può trasformare una buona squadra in una vincente. Particolare tutt’altro che scontato dal momento che finora il Catanzaro ha sempre dilapidato il vantaggio accumulato nella stagione precedente.

LA SINDROME DEL SECONDO ANNO

Questo fenomeno si ripete con una certa ciclicità da qualche stagione, di sicuro le ultime quattro. Da Auteri a Calabro passando per Logiudice, Foresti, Cerri e Pelliccioni. Tutte le convinzioni sulla forza di una squadra che “dev’essere solo puntellata” non sono mai coincise con quanto accaduto all’inizio di una nuova stagione, in particolare la seconda di un ciclo.

Squadre smantellate e ricostruite, dirigenti ai saluti prima ancora prima di aver assaporato un morzello, allenatori confermati che non mangeranno mai il panettone. La storia recente del Catanzaro indica chiaramente che il secondo anno è sempre il più difficile, ma non racconta proprio tutto.

Ad esempio, c’è ormai la piena consapevolezza di quanto le dinamiche di calciomercato incidano su una squadra di serie C, soprattutto quando una manciata di procuratori determinano la costruzione di una rosa piazzando i propri assistiti in ragione di logiche tutt’altro che limpide. Allo stesso tempo è tangibile la difficoltà di una provinciale del Sud nel trattenere di anno in anno i migliori elementi e accaparrarsi quelli che possono alzare l’asticella del tasso tecnico.

Da questo equivoco se ne esce in un modo solo: scegliere un progetto e seguirlo senza condizionamenti esterni. Si punta sui giovani con un allenatore che possa valorizzarli insieme ad una manciata di senatori nell’ottica di un programma pluriennale, oppure si prova a vincere subito con un instant team e uno staff tecnico di assoluto rilievo?

La sensazione è che finora il Catanzaro abbia scelto una via di mezzo che da un lato ha consentito di crescere un passo alla volta senza generare troppe aspettative, ma dall’altro ha precluso la possibilità di competere seriamente ai massimi livelli. Qualcosa però è cambiato negli ultimi sei mesi. Lo spunto è arrivato dal mercato di gennaio, uno spartiacque in termini di volontà rispetto al recente passato che apre nuovi scenari e obbliga tutti ad essere resilienti, anche davanti alle sconfitte più dolorose.

ORA O MAI PIÙ (A QUESTE CONDIZIONI)

L’ultima beffa play-off con annessa polemica su arbitro e var, può essere gestita in due modi: alimentando l’idea del complotto ordito dal sistema, dal palazzo e dalla classe arbitrale oppure convogliando quella cocente delusione nel combustibile per ripartire con ancora più slancio e convinzione.

L’assist arriva dall’esito dell’ultima stagione e dalla probabile composizione del prossimo Girone C. Senza troppi fronzoli: il Catanzaro ha tutto quello che serve per vincere da protagonista senza spendere una fortuna per rincorrere corazzate come Bari o Ternana. È questa la novità sostanziale rispetto agli anni precedenti. Una condizione non da poco considerato che il Catanzaro a guida Noto ha sempre posto la sostenibilità economica davanti al raggiungimento del risultato sportivo. Una scelta comprensibile intorno alla quale però non può esaurirsi l’esperienza della proprietà che tutti hanno sognato per decenni alla guida del Catanzaro.

In altre parole: il momento è ora!

UN PATTO GENERAZIONALE

Sullo sfondo resta una questione mai del tutto affrontata ma con la quale è arrivato il momento di fare i conti. Al di là di alcune sparute esperienze non replicabili dalle nostre parti, il peso specifico di una piazza si misura da alcuni fattori:

  • Una società economicamente forte e organizzata (ce l’abbiamo);
  • Una squadra di qualità che possa ambire ai massimi traguardi sportivi (ci stiamo attrezzando);
  • Una tifoseria impegnata, appassionata, numerosa e inclusiva (parliamone).

È proprio sull’ultimo punto che tutti, senza distinzione, dovremmo ragionare liberandoci delle convinzioni stratificate da anni di storytelling del “grande popolo giallorosso”, come dicono quelli bravi. Lo siamo stati sul serio un grande popolo unito sotto due colori a prescindere dalla categoria e dai risultati sportivi. Quei tempi però sono finiti, sepolti probabilmente da un calcio che ha smesso di essere fenomeno di massa e da una Catanzaro che ha imboccato la lenta e inesorabile via del declino sociale, economico e culturale.

In questo contesto oggi si confrontano tre generazioni di tifosi incapaci di comunicare e di influenzarsi positivamente a vicenda. Ad un estremo troviamo i Boomer, quelli che masticano di calcio per ragioni anagrafiche o perché hanno visto la serie A. All’estremo opposto c’è la Generazione Z, quelli troppo giovani per sapere come gira il mondo figurarsi per avere voce in capitolo su qualsiasi argomento, calcio compreso. Nel mezzo troviamo i Millennial (eccomi, presente), quelli cresciuti a pane e C2 che devono ancora superare la finale contro il Sora.

Con le dovute variazioni sul tema, ognuno vive l’appartenenza ad una di queste categorie quasi come una rendita da mantenere senza alcuna apertura all’inclusione. Gli effetti di questo atteggiamento si sono tradotti nella desertificazione di tutto ciò che ha a che fare con la partecipazione attiva alla vita della squadra e della società.

I pochi club rimasti attivi si sono trasformati in sigle autoreferenziali che comunicano con l’esterno a botta di comunicati. Il movimento Ultras, nonostante gli sforzi e la presenza in casa e in trasferta, non è riuscito ad intraprendere la strada del rinnovamento preferendo arroccarsi su posizioni che a conti fatti hanno generato una barriera con il resto della tifoseria.

Del popolo giallorosso è rimasta nient’altro che una massa informe e scoordinata di singoli che si ritrova nelle partite di cartello oppure quando ci si gioca qualcosa d’importante. Tutto appiattito verso la mediocrità e l’apatia.

Ma tutto questo non deve necessariamente restare cristallizzato, anzi può e deve cambiare. La parola chiave è partecipazione. Gaber la identificava con la libertà, noi possiamo iniziare molto più semplicemente dal tifare per novanta minuti, dal portare allo stadio una sciarpa e una bandiera, dall’esaltare chiunque indossi e onori la maglia giallorossa. In parole più semplici, dal tornare ad essere tifosi in nome di un patto generazionale che ci unisca di nuovo sotto lo stesso obiettivo: sostenere le Aquile!

Buona fortuna Catanzaro.

Autore

Francesco Panza

17 Commenti

  • Disamina perfetta.
    Ma sono pessimista, e tra non molto discuteremo sul perchè una squadra da puntellare si presenterà ai nastri di partenza con 7, 8 undicesimi nuovi…
    Bravo Francesco, articolo fantastico e crudele, spero di sbagliarmi, ma sarà l’ennesimo reset.

  • Caro Francesco, disamina perfetta, ma dove c’è scritto che non si possa finalmente cambiare tutti? Dopo lo scempio dei boss della lega a Padova, abbiamo potuto constatare rispetto ai precedenti playoff persi diverse novità:
    Un patto d’acciaio tra i calciatori, non ricordo sia mai accaduto;
    Una società che ha capito come tu scrivi giustamente che i campionati si vincono a luglio e non a gennaio;
    Una tifoseria consapevole che la presenza costante del singolo ad ogni singola partita, porta punti in classifica!
    Solo un auspicio: gli ultras capiscano che per il bene del Catanzaro non bisogna considerarsi un gruppo a se stante, ma, se vogliamo, un gruppo guida, un gruppo trascinatore sia durante le partite, che durante le giornate che precedono le partite. Agli altri tifosi, quelli come me che per fortuna sono nati in serie A, dico: volete una società che investa e vi porti in serie B? Bene. Iniziamo a garantire la presenza allo stadio. Sottoscrivendo l’abbonamento, al buio! Sulla fiducia. Altrimenti è inutile chiedere questo o quel calciatore importante se poi preferiamo rimanere seduti in poltrona, anziché prendere un po’ di vento gelido andando alle partite del magico!
    Un’ultima cosa: nella tua eccellente disamina, hai trascurato un’altra figura basilare del nostro mondo giallorosso…voi giornalisti! Trovate un accordo, tracciate una linea e cercate anche voi di trascinare, facendo da filtro società, dirigenza, staff tecnico, squadra e tifosi. Non è il tuo caso, chiaramente, ma cercate di essere più professionali, meno servi del potere o meno “schierati contro” per dimostrare all’ambiente di essere dei “cani sciolti”. Si cerchi, un po’ tutti, di remare verso lo stesso obiettivo perché quest’anno si può, è possibile. Serve la buona volontà di tutte le componenti, nessuno escluso.

  • Secondo me, a differenza degli anni precedenti, stavolta in estate ci si era provato sul serio a fare la squadra (pensiamo solo a Cianci e Cinelli che erano entrambi pezzi pregiati di mercato), poi purtroppo le cose non vanno sempre come ci si aspetta e comunque il Palermo a gennaio navigava a metà classifica.
    Anche sul discorso tifoseria sono d’accordo in parte: è un problema che riguarda tutti dalla A alla C, è sempre più difficile avvicinare i giovani che sono attratti da altre cose, aggiungiamoci che siamo stremati da trent’anni di delusioni cocenti che avrebbero ammazzato qualsiasi tifoseria. Tutto sommato nei momenti che contano siamo ancora capaci di ritrovarci, sono d’accordo però sul fatto che bisogna cercare di fare di più (a cominciare dall’abbonamento).
    Comunque complimenti per l’analisi tutt’altro che banale.
    Sempre forza il MAGICO CATANZARO!

  • Complimenti Francesco articolo sontuoso e disamina perfetta. Aggiungerei due cose: i tifosi di qualsiasi latitudine sono trascinati dalle gesta della squadra, se la squadra è vincente e comanda la classifica fin dalle battute iniziali il tifoso accorre lo stadio in massa. Altra cosa, mi auguro che la squadra venga puntellata, rafforzata nei reparti dove si sono riscontrate le lacune maggiori, mi riferisco al centrocampo, confermando l’intelaiatura della stagione appena conclusa. Forza Catanzaro. Grazie presidente

  • ….Di Rutella e di tutti coloro che per non so quale ragione hanno taciuto dopo lo scempio arbitrale cui abbiamo assistito. Continuiamo a marcire in serie C. Con Cerignola, Giugliano e Gelbison….Immaginate per un attimo i campetti infuocati e luridi che ci attendono…E le giacchette nere che tanto sanno di potere infierire, tanto nessuno parla.

    • D’ACCORDISSIMO . CE L’HO CON LA SOCIETA’ CHE NON HA DENUNCIATO ALLA PROCURA TUTTI QUESTI FIGLI DI GRAN PUTTANA , ALMENO DA QUANTO SE NE SA , NON TUTELANDO NOI TIFOSI CHE SEGUIAMO LA SQUADRA IN OGNI DOVE A COSTO DI ENORMI SACRIFICI E CHE VENIAMO PUNTUALMENTE BEFFATI , DERISI , UMILIATI DAI GIOCHI DI POTERE CHE AVVANTAGGIANO SEMPRE GLI ALTRI . SINCERAMENTE HO PERSO GRAN PARTE DELL’ENTUSIASMO CHE INVECE , NONOSTANTE TUTTO , HO SEMPRE AVUTO . L’ ENNESIMA INCULATA MI HA RESO VUOTO E MOLTO PESSIMISTA PER IL FUTURO . NON CREDO PIU’ IN QUESTO CALCIO MARCIO DI CUI GHIRELLI , RUTELLA , MAZZOLENI E GRAVINA SONO GLI ARTEFICI IMPUNITI E IMPUNIBILI . VEDRETE CHE ORA SUBIREMO L’ ENNESIMA BEFFA CON LA PTOMOZIONE DI QUEL LURIDO ESCREMENTO DI RUTELLA . ERAVAMO A POCHI MINUTI DALLA FINALE SULL’ 1 A 0 E SONO SICURO COME LA MORTE CHE LA FINALE L’ AVREMMO VINTA .

  • ERO RAGAZZINO ED HO VISSUTO LA PRIMA GRANDE , STORICA PROMOZIONE IN A . DELLE NEFANDEZZE ARBITRALI NE HO PIENE LE TASCHE … SIAMO L’ UNICA SQUADRA AL MONDO AD AVERE SUBITO UN GOL CON IL NOSTRO MASSAGGIATORE IN CAMPO A SOCCORRERE UN NOSTRO INFORTUNATO . VERO AGNOLIN LURIDO BASTARDO ? QUANDO SEI CREPATO HO BRINDATO A CHAMPAGNE . SPERO VIVAMENTE TU STIA ANCORA BRUCIANDO TRA LE FIAMME DELL’ INFERNO E COME TE TUTTI GLI ALTRI FIGLI DI GRAN TROIA CHE DAL 1969 ANNO IN CUI HO COMINCIATO A TIFARE PER I NOSTRI COLORI , CI HANNO INFLITTO NEFANDEZZE DI TUTTI I TIPI .

  • Storico57, capisco e condivido le tue parole, ma a un mese di distanza e ragionando a freddo dico: Rutella e compagnia bella andrebbero bruciati vivi, però riguardano gli highlights di Padova-Catanzaro, mi viene una rabbia assurda a vedere i nostri indietreggiare sull’1-0, lasciando mezz’ora di dominio al Padova, con Vivarini che inserisce un difensore. Branduani che sul primo goal doveva fare di più (sul corner, in area piccola, la palla deve essere sua), per non parlare dell’errore di posizione sul goal di Chiricò. ok, il goal è in fuorigioco e la punizione non c’era…però ora basta parlare di arbitri, sono 30 anni che ricordo i torti arbitrali..
    il silenzio della società non ti dice niente, è stato l’anno del Palermo, punto! e secondo me la società lo sapeva e le stava pure bene, magari ci hanno promesso qualcosa per il prossim’anno… mah..!!

  • Sicuramente Vivarivi ci ha messo del suo nella partita a padova sostituendo un ottimo cinelli con carlini che non ha mai garantito un minimo di copertura rispetto ad un cinelli anche a mezzo servizio. Non dobbiamo tenere giocatori che devono giocare per forza o per gratitudine ( che possiamo sempre riconoscergli per quello che hanno dato e fatto) ma è più importante la squadra, ed in questo contesto che la società si deve muore al mercato. Se vuoi vincere il campionato devi avere una squadra fatta al 99%, per fare eventualmente al secondo mercato qualche ritocco per il futuro, in prospettiva di un campionato nella categoria superiore, senza aspettare la fine del campionato e vedere lievitare i prezzi dei giocatori che possono essere funzionale per la categoria superiore. Speriamo ( ma ne dubito) che il nuovo ds sportivo si possa smarcare dall’onnipresente foresti, altrimenti farà la fine di cerri e di pelliccioni due comparse senza arte ne parte. Personalmente limiterei di molto i pieni poteri a foresti aspettando che gli scada il contratto per fare soluzioni diverse. Oggi ci lecchiamo ancora le ferite per i play off, grazie alle decisioni di una lega inesistente, incapace arrogante e condizionante. Rivolgo ancora alla società l’invito di non accettare eventuali visite di ghirelli e company alla nostra città perchè non sono personaggi graditi, rappresentano con gravina il peggio che il calcio italiano sta vivendo in questi ultimi anni di loro reggenza.

  • Leggevo qualche giorno fa da qualche parte,non ricordo dove,che dobbiamo puntellare la squadre per essere competitivi e giocarci il campionato con le altre pretendenti al primo posto.
    Cosa cosa?????!!!!!????
    Forse non è chiaro una cosa ,lo ripeto come scritto in qualche articolo fa.
    Bisogna fare la ora!!!! E dettare legge
    Fin dalla prima giornata, una squadra ammazza campionato.
    A natale bisogna avere 10/15 punti di vantaggio.
    Se no, non c’è nenta!!!!tutto il resto sono chiacchiere

  • Sarò breve, in quanto tifosotto banana che segue la squadra più leggendo che guardando le partite dei giallorossi (ai ladri della Lega non voglio regalare nemmeno 1 €).
    Sbaglierò, ma sono convinto che sia diventato l’anno del Palermo soltanto dal momento in cui il movimento calcio ha avuto la certezza dell’interessamento del magnate arabo verso i rosanero.
    E’ un grandissimo schifo.

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