OPERAZIONE REVENGE: I Particolari

Un imprenditore edile azionista del Catanzaro calcio, un avvocato, un impiegato del Comune del capoluogo ed un dipendente dell’ ospedale Pugliese figurano tra i destinatari delle informazioni di garanzia emesse dal sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, Gerardo Dominijanni, nell’ ambito dell’ inchiesta Revenge che ieri ha portato all’ arresto di 30 presunti affiliati alla cosca dei gaglianesi accusati di associazione per delinquere di tipo mafioso finalizzata ad estorsioni, usura e traffico di armi e stupefacenti.
Complessivamente le informazioni di garanzia notificate sono state 33. Contestualmente la squadra mobile ha eseguito perquisizioni domiciliari nelle abitazioni degli indagati. Si tratta, in prevalenza, di nomadi e persone legate agli arrestati da rapporti di amicizia che avrebbero compiuto fatti specifici.
L’ accusa ipotizzata per tutti e’ di associazione per delinquere di tipo mafioso tranne che per il legale coinvolto nell’ inchiesta, difensore, secondo quanto si e’ appreso, di uno degli arrestati, nei confronti del quale viene ipotizzato il concorso esterno in associazione mafiosa.
L’ imprenditore e azionista del Catanzaro, che fino a poco tempo fa ricopriva un incarico dirigenziale all’ interno della societa’, aveva rapporti, secondo quanto si e’ appreso, con Antonio Comito, allo stato irreperibile, ritenuto dagli investigatori il referente per il quartiere Sala della cosca dei Gaglianesi. Nella sua attivita’ di imprenditore, l’ indagato avrebbe beneficiato della collaborazione di Comito che lo avrebbe favorito nell’ aggiudicazione di alcuni appalti, impedendo la partecipazione alle gare di altre imprese.
Successivamente, l’ imprenditore avrebbe favorito l’ intrusione di Comito nel servizio di vigilanza alle porte dello stadio Ceravolo in occasione delle gare interne del Catanzaro intercedendo con la dirigenza della societa’, che risulta parte offesa in quanto vittima di estorsione.
Su questo aspetto della vicenda, comunque, le indagini proseguono. In particolare, secondo quanto si e’ appreso, gli inquirenti dovranno sentire la dirigenza del Catanzaro.
Per quanto riguarda il legale, secondo quanto emerge da alcune intercettazioni, avrebbe avuto colloqui con il suo assistito e con altri nel corso dei quali si parlava di fatti che sarebbero andati al di la’ del mandato difensivo. Il dipendente dell’ ospedale, invece, avrebbe fatto favori ad alcuni degli affiliati alla cosca per ricoveri e visite mediche.
Dalle indagini e’ stato escluso che vi fossero interessi dei gaglianesi nelle attivita’ dell’ ospedale.
Il dipendente comunale, infine, avrebbe fornito ad alcune delle persone successivamente arrestate informazioni sulle indagini anagrafiche condotte dalla squadra mobile catanzarese nel corso dell’ inchiesta.
I nomi dei quattro non figuravano tra i 79 per i quali il pm Dominijanni aveva chiesto l’ arresto. Il gip, poi, ha accolto la richiesta per 44 persone.

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Redazione

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