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Paganese, alla ricerca della salvezza diretta

Scritto da Redazione

Il problema più grave per gli azzurrostellati è l’atteggiamento senza palla

L’ultimo frangente di campionato del Catanzaro somiglia a una lunga seduta di psicanalisi: adesso che la squadra sembra finalmente matura, è il momento di affrontare il proprio passato. Se la scorsa domenica aveva il volto dei tanti ex calciatori in forza alla Fidelis Andria, domani avrà le fattezze di Gianluca Grassadonia, allenatore giallorosso nel periodo più cupo degli ultimi tre anni e oggi sulla panchina della Paganese.

I campani avevano iniziato il campionato puntando le proprie speranze salvezza su giocatori attempati che rappresentavano però la storia recente della Serie C: oltre a Federico Piovaccari, era arrivato anche Gigi Castaldo col suo fedele scudiero Antonio Zito. Dopo un girone, dei tre è rimasto solo il Faraone, con il numero dieci, la fascia di capitano al braccio e l’inconfondibile cresta brizzolata. Zito e Piovaccari sono andati via, ma nonostante ciò le ultime partite hanno lasciato segnali positivi a Grassadonia. Contro il Bari gli azzurrostellati hanno giocato una partita coraggiosa: dopo essere andati sotto per 2-0, hanno quasi completato la rimonta, fallendo il rigore del 2-1 all’ultimo minuto di recupero. Nelle ultime due gare, invece, sono arrivati uno 0-0 con la Vibonese e una vittoria per 2-1 sul Campobasso, che ha rimesso in gioco la Paganese per uscire dai playout e ha trascinato verso la zona calda proprio i molisani.

Oggi la Paganese è in zona playout, sedicesima in classifica a ventisei punti, solo uno in meno di Monterosi Tuscia e Campobasso, le squadre immediatamente fuori dagli slot-spareggi. L’iniezione di fiducia dell’ultima vittoria probabilmente mette la Paganese nelle condizioni migliori per affrontare un avversario in forma come il Catanzaro.

Se dal punto di vista emotivo gli azzurrostellati potrebbero affrontare la partita con l’atteggiamento giusto, i dubbi per Grassadonia riguardano come difendere contro il Catanzaro. Il problema più grave per la Paganese, infatti, è l’atteggiamento senza palla. Con 40 gol subiti i campani sono la quarta peggior difesa del campionato. È una squadra che si allunga facilmente. Il centrocampo, peraltro, ottimo in fase di spinta grazie al contributo delle mezzali Firenze e Bensaja, fa poco filtro, mentre la difesa, nonostante la disposizione a cinque, fatica a difendere l’ampiezza per via del disordine. Le distanze lunghe peraltro potrebbero esporre la Paganese a una delle giocate preferite del Catanzaro: una costante della gestione Vivarini infatti è il cross basso a rimorchio verso il limite dell’area, soluzione difficile da contrastare senza il giusto contributo dei mediani.

Col pallone, invece, la Paganese per essere una squadra in lotta per la salvezza occupa bene l’area. Come detto, fondamentale il contributo delle mezzali, con l’ex Marco Firenze capocannoniere della squadra a cinque gol. Il centro di gravità offensivo è ancora Gigi Castaldo. Certo, l’attaccante di Giugliano non sarà più il miglior giocatore del torneo come qualche anno fa, ma è una punta ancora in grado di condizionare l’atteggiamento dei difensori avversari grazie all’altezza e alla tecnica da trequartista: contro il Bari, al di là del rigore, ha giocato una partita all’altezza di un avversario così impegnativo. Da tenere d’occhio, poi, la catena di sinistra, con le combinazioni tra Firenze e l’esterno Manarelli tra le vie più esplorate per raggiungere il fondo e crossare.

La Paganese non è compatta come ci si aspetterebbe da una squadra di bassa classifica, ma non ha neanche la timidezza di chi lotta per salvarsi: un particolare da tenere a mente per non abbassare la tensione. Il calendario in questa fase dovrebbe favorire il Catanzaro, da domani la pressione del risultato inizierà a sentirsi più forte.

Emanuele Mongiardo & Samuele Cardamone

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Redazione

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