Bar Mangialavori

Punto e a capo in attesa che il cerchio “quadri”…

Scritto da Redazione
Secondo stop consecutivo per il Catanzaro tra nuovi e vecchi problemi

Si può anche perdere, ma farlo in questo modo fa veramente male. Eppure qualcosa era cambiato nella formazione allestita da Mister Cozza. Una formazione messa meglio in campo rispetto alle due uscite precedenti, al cospetto di un Benevento serio candidato alla vittoria finale ma quello che più conta, oltremodo esperto in fatto di Prima Divisione. Nessuno a questo punto vuole sparare sul singolo ma è sacrosanto non omettere alcunché in merito all’assoluta mediocrità palesata in campo da un Quadri lontano parente dell’atleta visto l’anno scorso. Un vero e proprio arcano per un atleta che ha già più che balbettato con Barletta e Latina insieme ad uno Squillace e Mariotti in netta fase calante.

Soprattutto dopo il primo gol degli ospiti tutta la squadra ha accusato oltremodo il colpo denotando una pericolosa carenza caratteriale, plusvalore della scorsa stagione e fattore determinante soprattutto nelle gare casalinghe. Malgrado un organico ricco di atleti a disposizione del mister, il 3-4-3 si è arreso alla distanza quando sul punteggio di parità (1-1) le aquile non hanno finalizzato gli sforzi profusi, malgrado il possesso palla e la conquista del pallino del gioco. Fioretti, troppo solo e ancora peggio mal servito dai compagni, non ha inciso come avrebbe potuto. Manca qualità a centrocampo, è solo una constatazione serena ed è evidente che a nulla servono le attestazioni ed i riconoscimenti verso i giallorossi campani che anche in occasione del primo gol hanno beneficiato di una dormita collettiva di una difesa certamente perfettibile.

È vero che si tratta di Prima Divisione, ma è giusto rispettare e non temere nessun avversario. Non c’è mai una sola verità, in questo caso i problemi sono (come spesso accade) compositi e da leggere attraverso l’analisi di varie concause. Cozza ha continuato ad essere purista del suo 3-4-3. Molto spesso in anni che furono si condannavano i mister perché si “accontentavano”. Cozza non è tipo che si accontenta e lo ha dimostrato nelle interviste post gara, difendendo i propri uomini a spada tratta e lodandoli per l’impegno profuso in campo. Il Presidente Cosentino ha parlato di un momento difficile, il più difficile della sua presidenza a Catanzaro. Forse Giuseppe Cosentino (e questo non è di certo un mistero) non si riferisce solo al doppio stop consecutivo.

La conferma arriva dai chiari messaggi dedicati ad un tessuto imprenditoriale locale che non gli dedica alcun supporto. Eppure quando si promette… bisognerebbe essere “uomini” di parola, e il buon Totò in fatto di “uomini” stilò la famosa classifica nella quale all’ultimo posto inseriva i famigerati “quaquaraquà”. Anche per quanto riguarda la questione-stadio, la settimana scorsa sono rimbalzati ping pong non proprio positivi dal Comune del capoluogo di Regione. Ma allora a che gioco giochiamo? A quello del calcio e allora Cosentino è stato costretto a tuonare: andremo avanti anche da soli”. Una frase che letta insieme alle altre esplicita come forse attualmente la Catanzaro che conta (o meglio dovrebbe e potrebbe “contare”) sta lasciando volutamente e incoscientemente solo Giuseppe Cosentino. Chiedere lo spostamento di un container per avere riprese più decenti e avere dal comune riscontri come quelli ottenuti, è scandaloso. Forse gli attuali amministratori avrebbero preferito rapportarsi ai precedenti cavalier serventi che con l’FC hanno gettato fango sul nome Catanzaro e continuano a farlo anche attualmente?

Quanto sopra non può e non deve fare dormire sonni tranquilli alla tifoseria giallorossa. La società di Giuseppe Cosentino è più che motivata e le sconfitte non si addicono al DNA di un imprenditore che vuole vincere e ad un allenatore che non conosce compromessi. E poi anche una sconfitta può godere  di note positive come il riscontro a fine gara della Capraro, splendida all’inizio del match con la coreografia impreziosita dal gigantesco simbolo della città, ancor più splendida dopo il triplice fischio finale per un tributo che, ne siamo certi, non cadrà nel vuoto. Il portierone giallorosso Pisseri ha dimostrato tutto il proprio valore e anche D’Agostino e Benedetti hanno bene impressionato. Certo è che nel calcio quello che conta e contribuisce molto spesso ad infettare oltremodo le analisi, sono i gol. Il Catanzaro domenica ne ha subito uno in più su palla inattiva, con un’incornata imprendibile di Montini, giunto proprio dopo un gol di Sirignano annullato per fuorigioco (passivo) di Fioretti. Questo è il calcio.

Cozza non si è “accontentato”? Vuol dire che sostanzierà questo non accontentarsi facendo meglio in futuro. I “suoi” calciatori (“suoi” perché fortemente voluti dallo stesso mister) non potranno che sposare in toto i suoi desiderata ed impegnarsi maggiormente anche dal punto di vista agonistico. Dopo Barletta e Latina abbiamo detto che c’è ancora molto lavoro da fare e la classifica impone rivisitazioni urgenti e tanta umiltà. I competitors opposti in fase di preparazione estiva, ahinoi, forse sono stati troppo “morbidi” per testare al meglio valori e disvalori dei giallorossi. Anche per questa ragione l’impatto con la nuova categoria è stato più problematico del previsto. La squadra messa in campo contro il Benevento è stata migliore di quella vista a Latina e questo fa ben sperare per il futuro perché Cozza (ne siamo convinti) non lascerà, ma raddoppierà il proprio impegno per tappare anche le falle lasciate da qualche singolo che ha fornito prestazioni non all’altezza. Sarà opportuno far quadrato intorno ai nostri eroi perché ancora si è all’inizio e tutto è migliorabile. A cominciare da Pagani, per riprendere il cammino e magari tentare (ancora il tempo c’è) di riprendere il volo. Avanti Catanzaro!

Giuseppe Mangialavori

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