Bar Mangialavori

Quando il Catanzaro e’ l’ultimo dei problemi, ma l’unico mio amore

La politica, le poltrone, il futuro dei giovani disoccupati, una città con molti sussulti istantanei di vita ed idee ma con pochi mezzi per attuarli e renderli concreti e continui nel tempo, lo specchio di quanto succede nella nostra “UESSE”

Catanzaro è lo specchio del nostro tempo, noi la amiamo con tutte le sue contraddizioni, gli angusti vicoli del centro storico, i suoi poco curati “vialoni” che scendono a valle e lasciati in balia del tempo, i suoi quartieri abbarbicati sui colli e la sua fiera propaggine marinara. Non ci fermiamo dinanzi le mille difficoltà che derivano dal confrontarsi con la realtà di questa landa ventosa.
Gli interessi politici legati alle poltrone che contano non ci appartengono. Le beghe da anticamera del potere che oscurano i veri problemi di questo tempo nella citta’ dei due mari, sono lontani dal nostro modo di concepire una crescita costruttiva sia nell’ambiente sociale sia sportivo.
Non è del sociale che oggi si desidera trattare, pur riconoscendo che la disoccupazione (specie quella giovanile ed in particolar modo delle donne) nella nostra terra natale è uno dei problemi rilevanti; tant’e’ che la migrazione continua e spezzare le famiglie allontanando molte forze, anche intellettuali, dalla terra natia. Non ci si occupa nemmeno della lontananza dei politici locali dai problemi reali del territorio e dei “mostri incompiuti”; infrastrutture promesse e mai realizzate o peggio iniziate e lasciate li a marcire ed ancora realizzate in disaccordo con le reali funzionalità previste ed in disaccordo con il territorio.

Ci si occuperà invece di un problema meno serio dal punto di vista sociale ma emblematico per il modo con cui si sta gestendo;
il continuo declino e la conseguente perdita di credibilità di una delle poche “Società per Azioni” della città capoluogo di regione, l’Uesse 1929.

Uesse” rappresenta un patrimonio di cultura sportiva, d’orgoglio e di comunanza di valori per moltissimi cittadini della nostra regione ed emigrati calabresi sparsi per il Mondo. Essa è un motivo di “radicalizzazione” al territorio alle tradizioni, fornisce lustro e merito all’intera città essendo uno dei pochi sodalizi sportivi del meridione a non essere mai fallito. Nelle innumerevoli gare disputate fuori sede si ricongiungono affetti. Nei luoghi dove scendono in campo le Aquile, si tessono nuove amicizie specie con i tifosi corregionali che si recano a Catanzaro per vedere il mito raccontato dei loro padri. Innumerevoli iniziative sociali, dal benefico al promozionale, scaturiscono partendo da questo comune “amore” e punto d’aggregazione chiamato “US Catanzaro 1929”. In breve l’Uesse rappresenta uno dei punti fermi per molti calabresi sia “indigeni” sia “d’importazione”, come tale farla ricadere in un misero limbo gestionale/sportivo sarebbe una colpevole mancanza di sensibilità ed un’occasione di crescita sociale e sportiva persa senza motivo alcuno.

Senza dimenticare il passato, ringrazio personalmente l’ex presidente Parente per i buoni risultati ottenuti ma ormai trascorsi ed abbondantemente archiviati dagli insuccessi attuali.
Evitiamo insieme per quanto ritenuto opportuno da ciascuno, di fossilizzarci sugli allori conquistati, ma correttamente valutiamo il recente passato per analizzare il presente e pianificare il futuro.
Da due anni si falliscono gli obiettivi sportivi ed anche quelli dirigenziali. Si erano promesse due salvezze tranquille ed un assetto societario stabile, mentre abbiamo subito una prima retrocessione sportivamente vergognosa ed una seconda in atto; si sono susseguiti un centinaio di calciatori, ben sei (6) allenatori e quattro (4) responsabili dell’area tecnica, per non parlare dell’incapacità di trovare uno sponsor stabile che in serie B non è difficile da ottenere quando si dimostra di avere una struttura societaria valida e competente.
Si era promesso con gratuite glorificazioni, un rifacimento dello stadio adeguandolo a standard Europei, addirittura erano state promesse le date d’inizio lavori (estate 2004).
Di fatto, il Ceravolo è sempre lo stesso a meno di qualche marginale adeguamento rispetto quanto promesso; anzi purtroppo è peggiorato come terreno di gioco non certo paragonabile a quello invidiato degli anni ottanta.
Paradossalmente raggiunta la B si e’ verificata la non disponibilita’ di un centro sportivo cittadino dedicato agli allenamenti ed alla crescita e cura di un settore giovanile fonte di soddisfazioni nel passato
Il tutto per un terribile mix di mancanze della gestione societaria e mancanze politiche da parte degli amministratori locali, la solita povera storia del nostro sud che si perde nei meandri degli interessi di poltrona invece di SERVIRE la collettività in modo disinteressato.

Un ripescaggio figlio di un’annata sportivamente vergognosa e di un’oculata amministrazione economica dell’Uesse (merito che riconosciamo); ma non poteva essere diversamente visti gli scarsi risultati sportivi ottenuti, se spendi poco ottieni naturalmente meno quando fallisci completamente anche la gestione dello spogliatoio. Altri spendendo poco hanno ottenuto facili salvezze (vedi Pescara); altri hanno saputo scegliere bene i collaboratori, hanno utilizzato le critiche iniziali per costruttive concertazioni ed appropriate mosse di mercato, evitando di reagire alle critiche mosse educatamente e per tempo da molti (tra cui noi stessi), con discutibili accuse che hanno solo colpevolmente avvelenato la piazza.
Anche in questo caso, la solita povera storia del nostro sud, che si perde nei meandri degli interessi di poltrona invece di SERVIRE la collettività in modo disinteressato e costruttivo cogliendo le critiche come stimolo invece che come offesa personale.

In qualsiasi amministrazione societaria moderna, gestita secondo i canoni degli obiettivi aziendali e delle responsabilità oggettive ben delineate di ciascun singolo dirigente; a seguito di due anni di fallimenti degli obiettivi, si attuano dei cambiamenti radicali veri e non fittizi (ci riferiamo a dirigenti senza reali poteri decisionali supportati dalla maggioranza azionaria).

Lo stesso identico discorso lo intavolammo per la gestione Mancuso di 3 anni addietro. Come fatto allora, anche oggi lodiamo con profonda sincerità le opere positive dei rispettivi dirigenti, senza dimenticare quanto di buono fatto, e sottolineando con correttezza i ripetuti risultati negativi recenti.
Se vogliamo essere romantici possiamo ricordare solo i successi del passato e nel rispetto delle opinioni nessuno ha il diritto di insultare od obbligare a cambiare chi desidera mantenere questa personale visione.
Se vogliamo continuare ad esistere anche in futuro e programmare proficuamente per costruire qualcosa da far vivere ancora ai nostri giovani ed ai figli di questa Catanzaro, dobbiamo agire diversamente, ammettendo il fallimento e cambiando totalmente l’attuale proprietà e dirigenza ringraziandoli per quanto fatto fino a qui.
Con questo si vuol sostenere che gli attuali proprietari e dirigenti in tutta onesta’ intellettuale, devono ammettere i dati di fatto che li vedono fallimentari senza scaricare su terzi le proprie responsabilità, e se veramente amano questi colori, dovrebbero cedere il passo. Il tutto vuol significare che in accordo con il loro stesso dire; “la società del Catanzaro e’ in una florida situazione” (ammissione dell’amministratore Delegato “Ierace” fidato collaboratore di Parente nel Domani del 20 Marzo scorso n.d.r.), loro dovrebbero sportivamente facilitare le trattative per la vendita, senza infiltrare condizioni sconvenienti per i nuovi ipotetici acquirenti, tale da non riscontrare situazioni debitorie scoraggianti e non conformi alle dichiarazioni rilasciate ufficialmente dall’amministratore delegato. Sia chiaro che con questo non si sta accusando nessuno, ma solo anticipando quanto in molti si augurano accada al piu’ presto senza l’intrusione di clausole “perniciose” e con il conforto della presenza di nuovi ipotetici appropriati acquirenti, laddove abbiano l’ardire di farsi avanti.

E’ nostro auspicio che questo accada realmente per il bene del Catanzaro e del suo futuro, indipendentemente dalla politica che a noi non interessa affatto e sempre che gli attuali proprietari gli eventuali acquirenti e club interessati non preferiscano rientrare lecitamente tra i romantici che preferiscono vivere di sogni costruiti da altri.
Nel rispetto dei ruoli, il mio ringraziamento sincero, va all’attuale dirigenza e proprietà per quanto fatto fino a qui e per la serie B. Lo indirizzo anche ai signori Mancuso (Salvatore in primis), per averci salvato allora e per essersi fatti da parte sportivamente al momento opportuno dopo aver preso sportivamente atto che i tempi erano maturi per farlo.
In questi casi, dopo fallimenti ripetuti se accertata la presenza di acquirenti (che deve essere veritiera e seria), quest’atto di separazione che ogni presidente sportivo dovrebbe compiere senza “condizioni perniciose”; personalmente lo vedo come l’estremo atto d’amore che un proprietario possa fare per la sua creatura sportiva; nel nostro caso un atto d’amore per la gloriosa US CATANZARO 1929.

D.P.

Autore

Davide Pane

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